In scena il 25 agosto al Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore, Napoli
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.
Venerdì 25 agosto, ore 21:30, presso il Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli, nell’ambito di Estate a Napoli 2017, rassegna Classico Contemporaneo – IV edizione, direzione artistica Gianmarco Cesario e Mirko Di Martino, organizzazione Teatro dell’Osso in collaborazione con Aries Teatro ed Eventi, andrà in scena ‘Anti/gone’ da Sofocle con Elisabetta D’Acunzo, Lisa Imperatore, Monica Cipriano, Laura Ferraro, Gennaro Davide Niglio, Maria Pacilio.
Regia Gigi Di Luca, produzione La Bazzarra, durata 55′.
Antigone ribelle, Antigone dolente, Antigone eroica, Antigone martire, Antigone figlia, ma soprattutto Antigone sorella, che si oppone alle leggi della città in nome dei diritti sacri della famiglia e del sangue.
Antigone da sempre è stata elevata a modello della ribellione individuale contro la sopraffazione dello stato e raramente, nel corso della sua storia post-sofoclea, ha potuto abbandonare questo ruolo.
In questa messa in scena, Antigone, rinnova il suo dolore e ci trascina in una nuova tragedia collettiva poiché trova sulla sua strada non il re di Tebe, ma un Creonte donna; donna di potere criminale, astuta, al servizio di un “sistema” di cui lei stessa è vittima e carnefice allo stesso tempo.
Lo scontro tra Antigone e Creonte assume il sapore di una sfida tra due donne, è questa la particolarità e la novità assoluta della messa in scena, il ruolo di Creonte affidato ad un’attrice che veste i panni di donna di potere, due modelli di vita, tra legalità ed illegalità, tra “chi ha detto Sì” accettando compromessi e navigando in un mondo di azioni oscure e “chi invece può ancora dire No” rivendicando la sua libertà ed il suo diritto di decidere.
Se a richiedere il rispetto delle regole, della legge, è un Creonte dagli atteggiamenti e dal pensiero mafioso, il gesto della nostra Anti/gone assume il significato di ribellione civile, un contrasto al potere criminale e quindi un’azione legale che sovverte un meccanismo silenzioso di accettazione di regole illegali dettate da quel potere.
Quella tra Antigone e Creonte è una partita di morte, che la regia evidenzia maggiormente con la presenza come “immagine, desiderio” di Emone – fidanzato e figlio – elemento carnale di vita per Creonte/Madre e per Antigone/Futura Moglie.
Emone rappresenta la vita per entrambe e la sua immagine evocata, la sua “assenza” rafforza il desiderio e la voglia di vivere.
Non ci sono vincitori in questa sfida, una solitudine collettiva pervade la messa in scena e tra i perdenti, è Creonte, che ne esce maggiormente sconfitto poiché è il suo intero “sistema criminale” ad essere messo in discussione.