Un’icona femminista
Per molti un’icona femminista. Donna dotata di grande acume, riuscì a resistere alle lusinghe di Enrico VIII e, non accontentandosi di rimanere una delle tante amanti, sfidò ogni convenzione sociale dell’epoca e lo indusse a ripudiare Caterina d’Aragona.
La vita cortigiana
Il padre Thomas, ambasciatore di Enrico VIII, la introduce, dodicenne, nel 1513 alla corte di Margherita d’Austria, e due anni dopo a quella della regina Claudia di Francia. Ritornata in Inghilterra, Anna diventa dama di compagnia della regina Caterina d’Aragona e si fa subito notare per il suo fascino. Tra i suoi ammiratori vi è anche il poeta Thomas Wyatt, che le dedica un sonetto.
L’innamoramento e lo scisma
Pur essendo promessa a Lord Henry Percy, quando la vede per la prima volta Enrico ha un colpo di fulmine. Di fronte al rifiuto della donna di diventare sua amante, il re la tempesta di doni, ma lei non cede. Così il re divorzia dalla prima moglie, Caterina d’Aragona, “incapace”, tra l’altro, di dargli un figlio maschio. La Chiesa romana non concede né l’annullamento del matrimonio né il divorzio, ma Enrico decide di separarsi da Roma e fonda la Chiesa anglicana.
L’erede
Il 7 settembre 1533 viene alla luce il tanto agognato erede, ma è una femmina: Elisabetta. Nemmeno dal matrimonio con la Bolena arrivano figli maschi, così Enrico ripudia anche Anna.
La condanna a morte
A corte l’intelligente e influente regina si attira l’invidia di molti nobili, e gode ormai di una pessima fama. Per il popolo inglese la Bolena è una usurpatrice e un’adultera. Le dicerie non tardano a diffondersi e così sono arrestati, con l’accusa di essere gli amanti della regina, il musicista Smeaton, il poeta Wyatt, e addirittura il fratello George. Di questi tre solo Wyatt, per insufficienza di prove, riesce a evitare la condanna.
Il 19 maggio 1536, dopo aver assistito all’esecuzione del fratello, Anna è condotta al patibolo. Pare che inizialmente il re ritenesse che bruciarla fosse un supplizio troppo atroce e propose la decapitazione. Un atto di clemenza verso una donna che, sebbene non avesse tradito la patria, aveva pur sempre, secondo l’accusa, peccato di “desideri carnali”.
Il fantasma della regina
La storia della Bolena continua ad alimentare numerose leggende. Alcuni infatti raccontano che il suo fantasma sia stato avvistato alla Torre di Londra, dove fu decapitata. Secondo un’altra, nel giorno dell’anniversario della decapitazione, il 19 maggio, di notte si avvicina alla sua residenza di Norfolk in una carrozza condotta da un cocchiere acefalo che regge la sua testa sulle ginocchia.
Per saperne di più:
Erickson, Anna Bolena, Milano 2018
Weir, L’ossessione del re, Milano 2019
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.