Tra le oscure segrete del proprio animo, sepolta fra le reminiscenze più antiche della nostra origine primordiale, esiste in realtà una sottile ma fervida percezione a cui ogni essere umano indissolubilmente è legato.
Nell’udire i rintocchi dell’orologio che apparentemente scandisce “l’inesistenza del Tempo”, avverto, nell’oscuro buio di me stesso, fra le tenebre più tetre a cui la materialità mi condanna, la vivida “scintilla” che nulla ha a che fare con la flebile luminosità di una religiosa candela.
E così, con celerità, il “Tempo” perde la sua potenza donatagli dall’Uomo, e senza opporre resistenza vengo trasportato da un “flusso di sensazioni”, rapide, fulgide e vivide che mi agganciano all’origine, all’“Anima Mundi”.
Il mio corpo sottile, inevitabilmente si unisce allo Spirito del Mondo, al respiro naturale e primordiale della Madre Terra che ci rende indistintamente simili a Dio. Al di là pertanto di ogni singola e rispettabile religione, questo senso di appartenenza al “tutto’uno” identifica e codifica quella percezione originaria che fluisce chiara e limpida come acqua di ruscello nell’essenza stessa della Vita. Noi, intesi come singoli cittadini a pieno diritto del mondo naturale ci identifichiamo in esso come un unico corpo, un unico Essere Vivente proteso alle forze cosmiche dell’Universo che ci ingloba e ci purifica.
Folli e strane possono sembrare le mie parole, ma l’Anima Mundi appartiene a tutti e tutti appartengono ad Essa.
Così, riconosciuta e decodificata questa “identità universale” che ci accomuna, rendendoci esseri provenienti dallo stesso “Essere”, mi sovviene alla mente il pensiero di agganciare a questa ritrovata identità naturale il sentimento del “perdono”.
La parola “perdono” letteralmente significa “super dono”, e riguarda un’esplosione di energia pura nel momento in cui il singolo individuo riesce a raggiungere questo status spirituale.
Comporta macerazione interiore, lotta furiosa fra tutte le percezioni passionali ed istintive, e percorre una strada irta e al contempo tortuosa.
Il singolo “essere” che riscopre l‘Universo Cosmico dentro di sé, non può non giungere alla pacifica quiete che l’energia del perdono concede.
Ogni rancore, ogni sentimento negativo, ogni disistima e fetida delusione nutrita verso l’altro si abbatte sotto la scure incandescente del perdono.
Ad esso però si contrappone un forte nemico: il tremendo e saccente orgoglio che innalza dighe, muri e barriere; fomenta fuoco e tempeste, sommerge città e distrugge i buoni ricordi.
Tutto si scurisce, ed il grigio della dolorosa tristezza alimentata dalla frustrazione copre di una coltre d’indifferenza la genuinità umana.
La percezione reale e tangibile dell’esistenza dell’Anima Mundi, può da sola richiamare le singole scintille divine di ogni essere umano al primordiale ordine cosmico e naturale.
Nulla secondo il suo codice naturale ed arcaico va perduto, perché ogni respiro emesso in questo “mondo” è destinato a mutarsi in un qualcosa di più puro e sottile.
Ogni spirito ha un senso, ma questo significato universale ha effettivo valore solo se rapportato a tutte le anime del mondo.
L’origine surreale di queste parole ha valore soltanto se si dà voce alle percezioni intuitive della parte più profonda di sé; quella sepolta dopo tutte le cose inutili che amiamo accumulare nel corso dell’inesistenza del tempo.
Giù, in fondo al buio delle nostre più recondite sensazioni, ritroviamo e riscopriamo l’Animo del Mondo, lo spirito che accoglie ognuno di noi e che ci rende simili a Dio.
Autore Antonio Masullo
Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".