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Angelo di fuoco



… E mi ricordo ogni volta di te,
del tuo valore, del tuo coraggio, della tua preziosa vita,
della tua “nuova forma” che lega tutti noi in un unico
abbraccio di Luce…

Nel silenzio di una stanza, alla luce flebile di una lampada liberty, possono maturare “pensieri” di riflessione sulla vita di un giovane uomo che ha lasciato la dimensione del “visibile” il 17 marzo del 2010, inabissandosi con il suo elicottero nelle acque del lago di Bracciano durante una manovra di addestramento. Si chiamava Gabriele Valente ed era un vigile del fuoco.
Chi mi parla adesso, attraverso una peculiare delicatezza spirituale, è sua madre: Sara Vannucci, che ringrazio sin d’ora per l’attenzione che mi ha donato nel raccontarmi di suo figlio.

Gabriele è sempre stato un ragazzo pieno di vita, colmo d’impegni, con la sua passione per la meccanica fin da piccolo. Entrare a far parte della famiglia dei vigili del fuoco era un suo sogno e quando ci è riuscito lo faceva con amore, passione ed umiltà.

Chiedendole di Gabriele come figlio e come uomo, commenta:

Era un figlio ed un uomo semplice, ma adorabile; pieno di entusiasmo, con un cuore immenso, sensibile, dolce, gentile, educato, affidabile, ma soprattutto molto sincero e generoso.

Le parole semplici e concise di Sara, mi danno l’opportunità di percepire l’essenza di quest’uomo che “interrotto” nel cuore dei suoi anni, appena trentaduenne, ritorna a “vivere” attraverso il ricordo vivido ed incancellabile di sua madre.

La sua qualifica era di tecnico motorista di elicottero. Perché lo chiamavano “Drago”? Beh, non lo so! Probabilmente sarà dovuto agli elicotteri e, quindi, ai piloti elicotteristi. Mi fa piacere sapere che la sua storia sia anche “migrata” in un romanzo. Ritengo che sia la giusta opportunità “offerta dal destino” per ricordarci di Lui, soprattutto per le persone a lui care.

Che sensazione ha avuto nel vedere la targa dedicata a Gabriele per la sezione distaccata dei vigili del fuoco di Palestrina, un po’ di tempo fa?

Non so descrivere la mia sensazione nel vedere la targa appesa al distaccamento della caserma di Palestrina, le emozioni si accavallano tutt’ora fra di loro.
In quel momento, quando ciò è avvenuto, stavo vivendo tanta tristezza per la sua assenza.

Ho comunque provato tanto conforto e piacere nel sapere che “continuerà a vivere” attraverso il distaccamento intitolato a Lui: è un onore per tutti i suoi colleghi, amici e familiari che lo portano nel cuore. Sono orgogliosa di Gabriele, perché è sempre stata una persona buona ed affidabile, pronto ad aiutare il prossimo.

Dopo sei anni dalla sua scomparsa, cosa ha maturato dentro di sé?

Dopo sei anni…. Io, sono ferma a sei anni fa.
Il mio tempo si è fermato lo stesso giorno in cui Gabriele è volato via per sempre, senz’avere alcuna possibilità di rivederlo: mai più!
Il mio non può definirsi vivere la vita: sopravvivo, cercando d’imparare a convivere con l’immenso dolore che è dentro di me e con tutta quanta la solitudine lasciata dalla sua assenza, il suo incolmabile vuoto.

Da dove viene la sua forza Sara?

La mia forza viene sicuramente da Gabriele: lui era una persona che non si arrendeva mai, era molto tenace e possedeva un alto grado di interiorità.
Io mi aggrappo a questa forza, alla sua forza e cerco di andare avanti.

Le mie domande “inopportune” sono terminate.

Il cuore di Sara è davvero una sorgente di puro Amore per chiunque vi si affacci.
Il volto di Gabriele è scolpito in ogni suo respiro e la percezione della sua reale presenza è talmente evidente che non si può non comprendere la valenza di quest’angelo di fuoco che continuerà a lanciare il suo messaggio di pace al prossimo.

Se questa storia può apparire di stampo ordinario, in realtà non lo è affatto. Un uomo, un giovane uomo che perde la propria vita mentre lavora per aiutare gli altri, non può e non deve essere buttato nel dimenticatoio del tempo: quella vita ha valore, più di quanto non si possa pensare o immaginare.

Era un figlio e di sicuro di lì a breve sarebbe diventato un ottimo marito ed un buon padre. Se nessun altro glielo riconosce questo, beh, allora mi auguro che queste mie parole gli diano nuova linfa di continuità nel ricordo degli uomini.

La lampada “liberty” si spegne, Gabriele torna a respirare…

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".

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