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Ancora Massoneria ed elezioni

Elezioni in Massoneria


La seconda parte della scherzosa classificazione dei Massoni impegnati in campagna elettorale

Avevamo scritto il precedente articolo in un momento di faceta riflessione sulla politica massonica, anche sulla scorta di conversazioni piuttosto futili sull’argomento.

Mai ci saremmo aspettati che un pezzo così leggero potesse avere un riscontro tanto ampio.

Molti messaggi e telefonate con il suggerimento di nuove tipologie, proposte per un elenco di personaggi da incasellare, autocollocazioni in questa o quella categoria.

Ma, soprattutto, di chi ci teneva a farmi sapere di essersi divertito leggendomi.

La Massoneria è un faticoso percorso di elevazione spirituale. Ma non significa che sia esasperatamente austero. Accanto al rigoroso lavoro iniziatico non manca un sano spirito goliardico.

L’amore per la buona tavola, per i momenti conviviali.

Affettuosi e camerateschi reciproci sfottò.

Come diceva qualcuno, solo chi è veramente serio può permettersi di scherzare.

Inoltre, un iniziato ha il compito non semplice di abbandonare l’Io, per cui non può mancare una buona e sana dose di autoironia.

È stato piacevole ascoltare e vedere le sincere risate di chi mi citava questo o quel passo dell’articolo.

Ci dispiace per chi possa essersi sentito offeso perché, riconoscendosi in qualcuna delle classificazioni, si è sentito attaccato personalmente, facendolo anche sapere per vie indirette.

Li vogliamo rassicurare, non ci saremmo mai presi la briga di dedicare loro nemmeno un trafiletto.

Era soltanto un modo per regalarci e regalare un momento di evasione dai problemi e dalla routine della quotidianità.

Nessun intento offensivo. Né nei confronti di qualcuno, tantomeno verso l’Istituzione.

E lo stesso spirito che ci ha spinto a divertirci ancora assieme a chi ci ha chiesto di continuare, proponendo altri tipi di massoni politici.

Un sentito ringraziamento va a chi, con i suoi suggerimenti, mi ha aiutato a pensare a questa seconda parte.

Buon divertimento.

Il timoroso

Sebbene abbia le sue idee, il timoroso non partecipa attivamente alla politica massonica. Si reca puntualmente a votare secondo coscienza, per le persone che ritiene più adatte alle cariche da ricoprire, ma prende alla lettera la raccomandazione di non intrattenersi in discorsi di politica e di religione.

Solitamente teme di rimanere vittima di scontri tra Massorambo, magari dilaniato da qualche compasso vagante o tramortito da un maglietto lanciato con poca mira.

Ma il suo maggior terrore è nei confronti dei siriacchille, di cui teme i letali agguati.

Per questo lo si vede spesso muoversi con circospezione nella Sala dei Passi Perduti, guardandosi intorno con preoccupazione.

Tende a rimanere in tranquilli gruppetti per non restare isolato, trasalendo in continuazione, per qualsiasi motivo.

È sempre misurato nelle parole, anzi, spesso è remissivo, per non rischiare di irritare chi lo ascolta.

Anche durante i lavori, quando interviene, preferisce tenere una linea neutra, manifestando apprezzamento per tutti quelli che hanno parlato prima di lui, che parleranno dopo, che avrebbero potuto parlare ma non lo hanno fatto.

Prima e dopo le tornate, bastano una risata, il tono di voce leggermente più alto di un Fratello che sta raccontando una barzelletta, una pacca sulla spalla un po’ più energica, lo sbattere di una porta per farlo sobbalzare, chiedendo che cosa sia successo.

Per fortuna, trova l’affetto dei Fratelli a rassicurarlo, perché, in fondo, i Massoni sono brave persone.

Il timoroso è la tipologia preferita dal mercante di vacche, infatti, non manifestando le sue intenzioni di voto, può essere tranquillamente venduto al miglior offerente, o anche a più di uno, senza nessun timore di smentita.

Sostanzialmente innocuo, dunque, viene apprezzato da tutti, suscitando, al massimo, istinti protettivi.

Il candidato

Si tratta di un massone politico, caratterizzato da una sindrome maniacale da candidatura compulsiva.

Vive in funzione dei momenti elettorali, dei quali non riesce a fare a meno.

Nelle forme più gravi, questa patologia può portare chi ne è affetto a proporsi contemporaneamente a tutte le Dignità di Officina, non ritirando le candidature nemmeno quando, miracolosamente, viene eletto a ricoprire una carica, spesso per spirito compassionevole dei Fratelli.

In piena trance agonistica, in questi casi, preferisce dimettersi immediatamente dopo, per poter partecipare alle votazioni successive.

Nella forma più diffusa, infatti, le mire del candidato sono velleitarie.

Anzi, secondo teorie molto accreditate, questo squilibrio comportamentale è sviluppato come meccanismo di compensazione a seguito di atroci trombature.

Ma, più che soffrire per le bocciature, visto che ben presto subentrano meccanismi di assuefazione, il candidato è soggetto a forti sintomi da astinenza nei periodi in cui non ci sono votazioni.

In questi frangenti lo si vede fumare convulsamente nella Sala dei Passi Perduti, con le mani visibilmente tremolanti, un rivoletto di saliva all’angolo della bocca, con lo sguardo assente, salvo scuotersi quando qualche frammento di conversazione gli dà l’illusione che ci possa essere qualche ruolo da coprire.

Ridotto alla disperazione, può arrivare ad atti inconsulti, come quello di chiedere l’ammissione presso Officine in cui, per un qualunque motivo, dal passaggio all’Oriente Eterno alla messa in sonno, si sia liberata una qualsiasi carica, fosse anche quella di Portastendardo.

Durante la fase terminale porta nel mondo profano la sua ossessione, proponendosi come amministratore di condominio, caposcala, portinaio, finanche come miss quartiere.

Nonostante la sua natura apparentemente inoffensiva, il candidato è l’incubo degli strateghi, ai quali, puntualmente, si attacca come una squadra al compasso sull’ara, nella speranza di rientrare nei loro piani.

Il soldatino

A differenza del timoroso, il soldatino non ha paura di schierarsi. Anzi, lo fa in modo tenace, irriducibile, quanto composto.

Contraddistinto da una lealtà inossidabile e da una dedizione incrollabile nei confronti del suo gruppo e dei suoi leader, è capace di qualsiasi sacrificio, arrivando a fare da ultimo baluardo anche quando tutto intorno a lui è crollato ed è rimasto da solo, tanto da far sembrare un dilettante anche Teruo Nakamura, il soldato fantasma giapponese che ha continuato a combattere la Seconda guerra mondiale fino al 1974.

Può continuare a votare il suo mentore anche per decenni dopo il suo passaggio all’Oriente Eterno, per la carica di Presidente della bocciofila come per quella di Gran Maestro, non importa.

È il Fratello che chiunque vorrebbe avere al suo fianco, pronto a qualsiasi atto di eroismo, abituato ad eseguire ogni tipo di ordine, senza fare domande, nemmeno a se stesso.

Non esita a sostituire il suo Venerabile ad un’agape rituale, se per motivi strategici la presenza dell’Officina è necessaria.

Anzi, se Rambo è abituato a mangiare cose che farebbero vomitare una capra, lui si spinge a mangiare cose che farebbero vomitare Rambo, se la situazione lo richiede.

Si offre volontario, senza ricorrere all’estrazione della pagliuzza, quando, in qualsivoglia contesto, è necessario andare a sostenere posizioni impopolari o assurde, per cui si rischia di essere impalati dal primo Massorambo che passa o di diventare bersaglio prioritario di generazioni di siriacchille.

Si sottopone a massacranti sedute di arrampicate sugli specchi quando gli viene chiesto di svolgere il ruolo di guastatore nei momenti assembleari, durante i quali arriva a contestare tutto, dalle Costituzioni al colore delle tende, con motivazioni tra lo strambo e la supercazzola abortita, spesso non essendo lui stesso consapevole di cosa stia dicendo.

Il soldatino, inoltre, non chiede mai cariche, al grembiulino bello preferisce fare da addetto al vettovagliamento durante le votazioni, pagando tutto rigorosamente di tasca sua, senza ricorrere al tesoro di Loggia.

Ogni stratega che si rispetti sarebbe disposto a vendere l’anima all’antigadu per portarlo dalla sua parte, impresa, però, impossibile, visto che, tra le altre cose, è incorruttibile.

Lo skipper

Si tratta di un Massone dotato di una capacità miracolosa di fiutare il vento. Pietro Sibello, Torben Grael, Vasco Vascotto, sono dei dilettanti al suo cospetto. A bordo di Luna Rossa vincerebbe la Coppa America di vela a mani basse, senza nemmeno impegnarsi troppo.

I suoi sensi sono sempre pienamente allertati, anche quando sembra si stia appisolando durante un’agape bianca o in una chiacchierata nella Sala dei Passi Perduti, lui ascolta con grande attenzione, annusa, sente le correnti d’aria.

Ma non bisogna pensare che il suo sia solo istinto, mestiere. Più di ogni altro è consapevole dell’importanza di raccogliere dati, che annota con scrupolosa precisione, che analizza in continuazione, con invidiabile meticolosità.

Elabora statistiche, tendenze, ogni tipo di informazioni che può ricavare da Collegi, Consigli, ma anche da semplici pizzate.

Altrettanto sorprendente è la sua capacità di virare per inseguire ogni refolo, ogni brezza. E lo fa in modo disinvolto, senza ripensamenti, senza avvertire la necessità di dover giustificare le sue svolte nemmeno ad un eventuale equipaggio, tanto si sente padrone del suo armo.

Questo perché, sostanzialmente, è un individualista, quasi un solitario.

Motivo per il quale ai sofisticati e complessi AC75 preferisce i più semplici e maneggevoli Laser, che gli permettono di compiere in autonomia le sue acrobazie.

Molto spesso lo skipper arriva alla vela dopo aver praticato altre discipline sportive.

Sci alpino e atletica, in particolare.

Questo gli permette di sfruttare l’esperienza acquisita in specialità come lo slalom o il salto sul carro del vincitore, i cui gesti tecnici riesce a sublimare sul campo di regata politica, ma anche per evitare le escandescenze di qualsiasi Massorambo, con il risultato di accentuarne frustrazione ed aggressività, che verranno riversate su malcapitati non in possesso delle sue destrezze.

Il suo nemico naturale, invece, è il siriacchille, che non lo mette in condizioni di attuare delle contromisure, sia perché non ne conosce l’identità sia per il fatto che, agendo di sorpresa, rende perfettamente inutili le sue piroette evasive.

In generale, non è molto pericoloso, anzi, visto che, anche quando è attaccato, evita lo scontro, preferendo scappare, dato che non è abile nel combattimento.

Il collezionista di grembiulini

Sebbene si tratti di una tipologia patologica, con molti tratti simili, il collezionista non va confuso con il candidato, dal quale si differenzia soprattutto per il fatto che riesce sistematicamente o quasi ad ottenere il grembiulino, preferibilmente verde, a cui ambisce. Circostanza, questa, drammatica per l’Istituzione.

Ciò comporta che siano diverse anche le cause di tale sindrome. Molte volte l’eziologia fa riferimento ad una vita profana scialba, scarna di soddisfazioni, personali e professionali, che scatena un sentimento di rivalsa, collegato al possesso di surrogati di status sociali.

Di conseguenza, il collezionista trova una gratificazione nel fatto di sedere ad Oriente, o di parlare per ultimo.

La tecnica elettorale preferita è quella dello stalking massivo. La richiesta di voto viene perpetrata a qualsiasi ora, preferibilmente di notte, o all’alba della domenica. A poco vale la precauzione di spegnere cellulari e staccare telefoni, poiché questo significa solo essere esposti a citofonate e ad agguati nei posti più disparati, dal lavoro al ristorante.

Per cui, alla fine, presi dalla disperazione, i Fratelli assicurano il voto per tornare ad un’esistenza normale.

Nei casi estremi possiamo assistere a forme di auto mitizzazione, in cui vengono elaborate leggende sulla propria persona tali da far impallidire il mito di Hiram.

Culle collocate ad Oriente, levatrice che si mette in piedi e all’ordine alla nascita, mentre medici ed infermieri sventolano, adoranti, rami di Acacia.

Con il delirio di onnipotenza, arriva anche la pretesa di stravolgere i rituali, partendo dal presupposto che, a dispetto dei millantati 2.000 anni di appartenenza, gli stessi risultano in parte sconosciuti, in parte mai compresi.

Un punto in comune con il candidato è la tendenza a cadere in crisi di astinenza, che in questo caso subentra quando non ci sono altri grembiuli da indossare se non quello da Maestro.

Crisi che attraversa due fasi.

Durante la prima, il collezionista si abbassa ad accettare anche cariche che non sono elettive, cominciando a mendicare nomine in giro per il mondo.

Nella seconda, perde completamente e definitivamente il contatto con la realtà. Comincia a rubare grembiuli da cucina a casa e a comprarne di diversi in supermercati e negozi specializzati.

Leggende metropolitane raccontano di Fratelli che pretendevano di sedere all’Oriente con un camice da barbiere sul quale avevano disegnato simboli a casaccio.

Il Massone non politico

Accanto alla Leggenda del Terzo Grado, troviamo quella del Massone non politico.

Si tratta di una figura mitologica, rara almeno quanto l’unicorno nero.

Come capita per il mostro di Loch Ness, per lo Yeti e per il Munaciello, ogni tanto sbuca fuori qualche avvistamento, a volte corredato da foto sfuocate, dove potrebbe esserci anche qualsiasi collezionista o candidato.

Questo strano soggetto sembrerebbe essere refrattario a qualsiasi forma di partecipazione politica.

Ma passiamo ad analizzare le sue caratteristiche, così come sono fissate nella Mitologia Massonica.

Pur recandosi a votare regolarmente, per non farsi individuare, annulla puntualmente la scheda, non conoscendo nessuno dei candidati e avendo solo vagamente idea di cosa si stia eleggendo.

Una costante sembrerebbe essere la sua allergia a grembiuli che siano diversi da quelli della Massoneria Azzurra. Anzi, fosse per lui resterebbe Apprendista a vita, al massimo Compagno, per poter essere così esentato da cariche e votazioni riservate ai Maestri.

Nominarlo Ufficiale è come mostrare l’aglio a Dracula.

Eleggerlo a Dignitario è come colpire Superman con la Kriptonite.

Per cui, nei periodi elettorali tende a ridurre al minimo la sua presenza, evitando non solo agapi bianche e gruppetti in cui si potrebbe parlare di cariche, ma anche le tornate rituali, se si sente minacciato.

L’unica capacità sovrannaturale che gli viene attribuita in modo unanime da tutti i teorici è, appunto, quella di rendersi invisibile quando nelle Camere di Mezzo si vota.

Disposto ad accettare ruoli solo quando è strettamente necessario, per non mettere a rischio la sopravvivenza dell’Officina o per non arrecare danno alla sua Comunione, preferisce però dileguarsi appena le condizioni cambiano ed il suo sacrificio non è più richiesto.

Sulla carta non dovrebbe avere nemici naturali. Innanzitutto, perché la sua esistenza non è provata. Poi, perché anche se dovesse esistere, la sua idiosincrasia verso la politica non dovrebbe farlo percepire come minaccia.

Ma, paradossalmente, sono proprio le sue caratteristiche a renderlo candidato ideale, visto il suo modo di intendere ogni carica che ricopre come servizio fornito all’Istituzione e non come gratificazione personale.

Per cui, da un lato tende ad evitare in modo sistematico gli strateghi, per i quali rappresenta il Sacro Graal, più ambito finanche del soldatino.

Dall’altro è mortalmente temuto da candidati e da collezionisti.

Questi ultimi, soprattutto, sembra abbiano addirittura creato una scuola di esorcisti per poterlo neutralizzare, puntando sulla credenza popolare secondo la quale, a contatto con un maglietto, si riduca in cenere dopo una rapida autocombustione.

Per cui, se nella Sala dei Passi Perduti notate qualcuno che vi guarda in modo sospetto, che in maniera pretestuosa vi induce a toccare un grembiule verde, che sembra dovrebbe avere l’effetto di produrre dolorose vesciche al Fratello non politico, fate attenzione.

Nel dubbio, potrebbe essere tentato di trafiggervi il cuore con una squadra, a mo’ di paletto di frassino, o di bersagliarvi con palline d’argento, rigorosamente nere, per non correre rischi.

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.

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