Riprendiamo questo nostro excursus circa le strutture narrative introducendo un ulteriore elemento, che dà titolo a questa nuova lezione: l’analisi del testo.
Di cosa si tratta? Forse ricorderai di averla fatta a scuola, durante le ore d’italiano: ai miei tempi per esempio era un’attività svolta già alle medie, durante le lezioni di antologia.
In sostanza, come puoi immaginare con una certa facilità, si tratta di prendere un testo e analizzarlo. Come? Suddividendo il testo in questione in porzioni più piccole che vanno sotto il nome di segmentazioni o sequenze.
Stai sorridendo? Ti ricorda qualcosa? Certo, le nostre vecchie lezioni sulle sequenze narrative. Te l’avevo detto, no, che ci sarebbero tornate utili?
Vediamo allora di rispolverare quei concetti in un’ottica più professionale rispetto a quelle prime lezioni. Per farlo, devo dapprima introdurre l’ennesima personalità del settore narratologico, quel Cesare Segre passato ahimè a miglior vita nel 2014. Segre è stato un semiologo e un critico letterario a livelli altissimi, non solo in Italia, membro fra l’altro dell’Accademia dei Lincei.
Segre spinge il discorso oltre, distinguendo in maniera netta le segmentazioni dalle sequenze. In particolare, egli afferma che la segmentazione ha due obiettivi:
- Delimitare le sequenze, individuando i singoli blocchi unitari contrassegnati da delimitazioni di varia natura (temporale, spaziale, ecc.);
- Rilevare la natura delle sequenze, che a seconda delle loro caratteristiche linguistiche possono essere narrative, descrittive, dialogiche o riflessive.
Un’altra considerazione interessante partorita da Segre è la seguente: data una determinata storia che si sviluppa secondo lo schema dell’intreccio, è sempre possibile riportarla alla fabula modificando l’ordine cronologico delle sequenze.
In parole povere l’analisi del testo’, secondo Segre, deve servire a individuare quante e quali siano le varie sequenze narratologiche, e a determinarne il tipo; ma anche, poter effettuare una sorta di lavoro di retroingegneria sul testo, partendo da una trama più o meno intricata e riconducendola alla forma primitiva della fabula, cioè riportando le sequenze nell’esatto ordine cronologico.
Ora, se ci pensi bene, è quello che hai imparato a fare anche tu, allorché parlammo dell’importanza di mettere nero su bianco il soggetto del proprio romanzo, presentando gli eventi non nell’ordine in cui si vuol raccontarli, ma nell’esatto ordine cronologico circa l’arco temporale in cui si muove la storia.
Prova dunque a svolgere il seguente esercizio: recupera il soggetto del tuo romanzo, e individua le diverse segmentazioni temporali. Dovrai in pratica evidenziare con colori differenti i diversi “momenti” temporali del tuo soggetto. Alla fine, se hai lavorato bene, la suddivisione dovrebbe ricalcare il file che avevi preparato nella lezione precedente, per quanto riguarda la tempistica degli eventi.
Questa volta ti lascio con una frase secondo me bellissima – e veritiera. Un aforisma coniato… indovina da chi? Proprio dal protagonista di questa lezione, Segre:
In Italia, lo scrittore ambisce sempre a conquistarsi un posto nella grande letteratura. Anche i critici sembrano negare che si possa scrivere in modo piacevole e divertente senza quell’impegno di rivelazione e critica della realtà assunto dalla letteratura alta; e trascurano l’esistenza di un pubblico meno sofisticato criticamente ma curioso e amante della lettura.
A questo punto, eccoti un “esercizio” aggiuntivo, più che un esercizio è una domanda.
Alla quale vorrei mi rispondessi con tutta la tua onestà intellettuale. Non c’è da fare bella o brutta figura, non sono qui per giudicarti e non c’è una risposta corretta o una sbagliata.
Mi interessa solo la tua risposta alla domanda che è la seguente:
Qual è il VERO motivo per cui aspiri a essere uno scrittore/scrittrice?
Autore William Silvestri
Autore, formatore e direttore editoriale di Argento Vivo Edizioni. Prima di entrare nel mondo dell'editoria ha pubblicato i romanzi 'Divina Mente', 2011, 'Serial Kinder', 2015, e 'Ci siete mai stati a quel paese?', 2017, 'Io e la mia scimmia', 2019, oltre al saggio esoterico 'Chi ha paura del Serpente?', 2015.
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