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Analisi del personaggio

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Siamo arrivati alla lezione che chiude il discorso sulle strutture narrative. Come detto, questa volta parleremo di analisi del personaggio e se ricordi, nella lezione precedente ti anticipai che avremmo fatto solo qualche cenno alla questione, in quanto questa lezione è la porta che ci permetterà di uscire dalla parte del corso incentrata sulla storia per entrare nell’ultimissima tematica, che ha a che vedere proprio con la caratterizzazione dei personaggi.

I “soliti” strutturalisti, che a questo punto avrai capito trattarsi della corrente predominante nello studio della narratologia, infatti è detta anche branca “classica”, sostengono che i personaggi letterari non sono esseri ma partecipanti. Come puoi immaginare, il termine scelto dagli studiosi implica una fortissima partecipazione dei personaggi nell’economia della storia – di ogni, storia. Questo perché, come abbiamo più volte sottolineato anche noi nel nostro piccolo, i personaggi sono la vera colonna portante di qualunque testo narrativo: sono loro a “muovere la storia”, a portar avanti l’azione, ed è grazie a loro – e ai rapporti fra di essi, conflittualità, contrasti, feeling, ecc., che la storia stessa è possibile, ed è possibile narrarla.

I personaggi vengono analizzati sulla base di cinque ambiti:

  • Caratterizzazione, per la quale si rimanda alla prossima lezione;
  • Definizione, secondo la quale un personaggio può essere:
    • statico: quando cioè non cambia mai, non evolve;
    • dinamico: quando evolve, ossia durante la storia cambia ideali, atteggiamento, modo di vivere e rapportarsi agli altri, ecc.;
    • piatto: è una definizione sommaria, stereotipata di un personaggio. GUAI a creare personaggi piatti!
    • a tutto tondo, quando un personaggio è definito in tutti i suoi aspetti: fisici, interiori, culturali, ecc.;
  • Presentazione. Indica in che modo il personaggio viene presentato nel testo, ossia in maniera diretta, fatta dal personaggio stesso, dal narratore o da un altro personaggio, o indiretta, attraverso il suo comportamento, i suoi gesti, il modo di comportarsi;
  • Ruolo. Facile intuirlo, è l’importanza o la funzione rivestita da un personaggio;
  • Attributi, simili ad alcuni aspetti della caratterizzazione, sono peculiarità costanti o ricorrenti di quel personaggio.

Ci fermiamo qui. Prima di procedere oltre, eccoti un’ultima esercitazione.

Esercizio

Analizza il protagonista principale della tua storia e prova a ipotizzarne la presentazione, quando viene introdotto e come, o da chi. Qualora presenti, evidenzia quali sono i suoi attributi ricorrenti e, se non ne avevi ipotizzati, è importante che tu lo faccia ora.
Ricorda: gli attributi sono piccoli dettagli grazie ai quali, fin dopo le prime uscite, il protagonista diventerà familiare al lettore, che lo riconoscerà proprio da questi piccoli “tic” costanti lungo tutta la storia.

Suggerimento: possono essere attributi fisici, comportamentali, oppure linguistici, modo di parlare, intercalare, battute o parole ricorrenti, ecc..

Autore William Silvestri

Autore, formatore e direttore editoriale di Argento Vivo Edizioni. Prima di entrare nel mondo dell'editoria ha pubblicato i romanzi 'Divina Mente', 2011, 'Serial Kinder', 2015, e 'Ci siete mai stati a quel paese?', 2017, 'Io e la mia scimmia', 2019, oltre al saggio esoterico 'Chi ha paura del Serpente?', 2015.