Un viaggio nella materia illusoria
Lei era la protagonista innamorata di un romanzo poco lusinghiero; una di quelle storie che finiscono male nei fatti, ma che sembrano non finire mai nella mente inquieta di chi è stato lasciato.
A risvegliarla dal suo torpore ottenebrato fu un pensiero di Schopenhauer:
Guardate le nuvole che si muovono nel cielo e che formano particolari figure. Le sagome che vedete non sono reali ed essenziali poiché in verità sono solo vapore elastico che viene raggruppato, assemblato, dilatato, disperso e sospinto dalla forza del vento. Le nubi sono immagini illusorie di un’unica essenza.
Pensò allora alle persone che aveva amato, ai suoi amori finiti male, visualizzandoli come fossero nuvole.
Che cosa era più importante? L’affermazione di quell’unica essenza chiamata Amore o tutte le forme frammentate che intorno ad essa e per mezzo di quella apparivano erroneamente come figure autonome e indipendenti?
Si rese conto, allora, che ciò che aveva vissuto erano i volti, le figure, le forme dell’Amore, ma non l’Amore stesso, e che ciò che aveva perduto, che aveva lasciato o per cui era stata abbandonata erano sagome illusorie con cui si era fortemente identificata.
Pensò:
L’Amore è il vapore elastico e tutte le persone, le cose, gli eventi di cui mi sono innamorata sono le forme che il vento della mia passione ha assemblato per me.
E continuò riflettendo sul fatto che, se fosse stato corretto il suo ragionamento, avrebbe dovuto anche dedurre che l’Amore non poteva essere morto dentro di lei e che si trovava, come nei giorni in assenza di vento, allo stato invisibile, ma pur sempre presente.
Sollevò il suo sguardo e vide il cielo vuoto, poiché, quel giorno, guarda caso, l’aria era quieta:
Non posso essere così sciocca da credere che non ci sia vapore elastico lassù! Come mai, allora, sono così sciocca da pensare che non ci sia più Amore, dentro di me, solo perché in questo momento non sono corrisposta?
Comprese che era suo il compito, se non voleva più soffrire, di dare nuovi volti, nuove forme, nuove figure all’Essenza Amorosa che giaceva silenziosa nella propria Anima.
I sentimenti erano lì, nello spazio celeste del suo Cuore, ma non c’era abbastanza vento per muoverli, perciò spettava a lei produrre il soffio vitale che avrebbe potuto alimentarli, e non poteva certamente riuscirci convincendosi di essere un’Anima spenta.
Si sforzò di dipingere forme soffici e frammentate nella propria mente.
Creò nuove manifestazioni amorose nei suoi pensieri.
Pensò:
La creta è una e i vasi sono tanti, ma se si rompe un vaso, un bicchiere, una tazza, non posso dire che si sia rotta la creta e così è per le nuvole, per la sabbia, il mare, le pietre ed i fiori.
Se anche spaccassi a bastonate tutte le lampadine e i lampadari del mondo, non potrei certamente dire di avere frantumato anche l’energia elettrica!
Alzò le mani al cielo e iniziò a muoverle dolcemente, come quando si creano i Mudra. Attingendo con tutta se stessa alla forza vitale dell’Amore che custodiva in ogni sua luminosa cellula, iniziò a ridipingere la propria Vita.
Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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