Alessandro Basile, Maurizio Di Gennaro, Marika Franco e Cristiano Licenziati si presentano ai lettori di ExPartibus
Abbiamo deciso di intervistare quattro candidati al Consiglio comunale di Napoli, Alessandro Basile, Maurizio Di Gennaro, Marika Franco e Cristiano Licenziati, per poter contribuire alla conoscenza delle persone che, a breve, siederanno e ci rappresenteranno nell’aula dove si decidono le sorti della città.
In poche battute abbiamo cercato di far venire fuori un po’ della personalità politica, e non solo, dei quattro candidati che mettiamo a confronto. Non sappiamo se ci siamo riusciti, ma sappiamo che noi ci siamo divertiti a fare queste interviste e ci pare di capire che anche gli intervistati abbiano gradito. Li presentiamo, rigorosamente, in ordine alfabetico.
Per il bene di Napoli, ci auguriamo che queste elezioni portino in Consiglio comunale persone veramente degne di rappresentare una città complessa e complicata dalla storia unica e millenaria.
Alessandro Basile
Ciao, presentati… quanti anni hai, quanti figli hai, quante moglie/mariti hai, che lavoro fai…
Napoletano della zona Collinare, 51 anni, padre di due “generazione Z” di 14 e 18 anni. Manager prestato alla politica. Dirigente locale di Azione con Carlo Calenda.
Perché la scelta di candidarti al Consiglio comunale di Napoli… masochismo?
Perché credo che in Consiglio comunale ci sia bisogno di pragmatismo e di un approccio basato sulla conoscenza dei problemi e sullo studio. La mia candidatura esprime il lavoro di noi di Azione.
Gente competente che ci mette cuore e mente e in questi mesi ha analizzato dati, effettuato benchmark con le altre città ed ha quindi espresso proposte e soluzioni per Napoli che il mio programma riprende in 9 punti. Dalla gestione delle risorse e della macchina comunale, alla green mobility, al welfare, alla scuola, ecc…
Se ti dicessi “ammuina” e poi ti chiedessi di pensare ad una città dubito che mi risponderesti “Bolzano”. In base a questo ti chiedo: che ruolo giocano i luoghi comuni da un punto di vista politico per la nostra città?
Molto, troppo. Alcuni ci sono appiccicati addosso e non riusciamo a toglierli. Altri sembra proprio invece che non vogliamo toglierceli. Eppure, dobbiamo fare uno sforzo per costruire definitivamente una città moderna, che guarda all’Europa, al progresso e che non abbia paura delle sfide della modernità.
La politica deve guidare questo cambiamento, convincendo chi è rimasto ancora alla Napoli di pizza, sole e mandolino.
In questo i grandi alleati sono i giovani, quelli che studiano e che vogliono impegnarsi e che pretendono il cambiamento. Oppure li perderemo.
‘Nisida è un’isola e nessuno lo sa’ cantava Bennato qualche decennio fa. Cosa non si sa di Napoli che tu vorresti che si sapesse?
Che c’è una parte della popolazione fatta di persone che del lamento e del piagnisteo non se ne fa nulla ed è passata ai fatti con un impegno reale e concreto per il cambiamento. Per ognuno di loro ce ne sono tanti a cui sembra che vada bene così e non contribuiscono affatto. Ma non importa, perché presto saremo così tanti e così rumorosi che non potranno che unirsi a noi.
Dimmi cosa salveresti della precedente amministrazione e cosa no?
Un lavoro discreto per il turismo e una certa impostazione green che mi sembra si sia concretizzata – attualmente sospesa – nelle ZTL del lungomare, e poco più.
Per il resto mi giro intorno ed è pressoché un disastro generale. Un bilancio in dissesto di fatto, strade rovinate, cantieri perenni, non si rispetta più un minimo di regole.
Sfogliatella o babà?
Babà con poco rum, senza dubbio.
Canzone classica napoletana preferita?
‘Tu sì ‘na cosa grande’.
Canzone di Pino Daniele preferita? Perché l’intervistatore dà per scontato che Pino sia il tuo cantante preferito, vero???
Apprezzo Pino Daniele, ma ho un’anima Rock per cui non posso metterlo in cima a tutto. Comunque ‘Quando’ è una delle più belle canzoni d’amore mai scritte.
9. Dimmi un detto napoletano che nella tua famiglia ogni tanto qualcuno citava e che tu ancora ti ritrovi a ripetere?
Ha a che fare col rum e col babà, appunto… penso che ci siamo capiti!!!
Immagina, con tutta la scaramanzia del caso, di essere eletto, quale sarà la prima cosa che proporrai di fare in Consiglio?
La creazione di un pool di esperti in Project management che guidi la stesura dei progetti e l’acquisizione delle risorse del PNRR. Rischiamo di perdere un sacco di soldi se non accentreremo le competenze adatte.
Cosa apprezzano maggiormente di te i tuoi amici? E cosa ti rimproverano sistematicamente?
Apprezzano franchezza e schiettezza e rimproverano… franchezza e schiettezza, soprattutto in politica.
Ed ora fai un appello ai tuoi potenziali elettori.
Nella mia campagna elettorale ho spiegato chi sono, le mie competenze e i temi che porterò avanti in Consiglio con determinazione. Rispetto l’elettore e con me non acquista a scatola chiusa.
Chi mi vota stipula un patto, il mio impegno e pragmatismo per “far accadere le cose” in cambio della sua fiducia. Il 3 e 4 ottobre state con noi, state con Azione, state con Alessandro Basile.
Bene ti ringrazio per aver partecipato ed in bocca al lupo.
Maurizio Di Gennaro
Ciao, presentati… quanti anni hai, quanti figli hai, quante moglie/mariti hai, che lavoro fai…
Sono laureato in filosofia con specializzazione in MusicArTerapia ed esercito da oltre vent’anni come MusicArTerapeuta e come docente a contratto per l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università Popolare di MusicArTerapia di Roma.
Come Presidente di una cooperativa sociale ho realizzato diversi progetti europei, nazionali, regionali e comunali, concernenti principalmente le cure sociali e l’integrazione sociale per persone con gravi disabilità o a rischio di povertà educativa o anziani non autosufficienti.
Sono autore di articoli su temi di filosofia, economia, MATinGdL, politica, terzo settore, arte. Inoltre, sono Direttore di Centri polifunzionali per l’integrazione dei disabili negli Ambiti Territoriali N24 e N25. Ideatore e Direttore di alcuni eventi e rassegne culturali di ambito filosofico.
In tutto questo ho avuto il tempo di sposarmi con Giulia 29 anni fa ed avere 2 figli.
Perché la scelta di candidarti al Consiglio comunale di Napoli… masochismo?
Tutti abbiamo una certa dose di masochismo o sadismo, chi più chi meno, ma in questo caso, per quanto mi riguarda, parlerei più di sadismo: sai quanto godrò nell’infliggere sconfitte politiche, sociali ed esistenziali, al pensiero individualista-competitivo, liberista e capitalista mainstream!
E non sai quanto già sto godendo nel far storcere il naso a qualcuno con le iniziative e le proposte politiche che ho già avanzato!
Se ti dicessi “ammuina” e poi ti chiedessi di pensare ad una città dubito che mi risponderesti “Bolzano”. In base a questo ti chiedo: che ruolo giocano i luoghi comuni da un punto di vista politico per la nostra città?
La creatività è anarchica e (dis)ordinata, nel senso che non conosce gerarchie o poteri -questo è il vero senso dell’anarchismo – ed è allo stesso tempo ordinata e disordinata, in quanto esprime al contempo un disordine che è (diverso) ordine negli occhi di chi riesce a cogliere e di chi crea.
Purtroppo, non siamo allenati alla dialettica, che è la cifra fattuale consueta del vivere sociale.
‘Nisida è un’isola e nessuno lo sa’ cantava Bennato qualche decennio fa. Cosa non si sa di Napoli che tu vorresti che si sapesse?
Che accoglie, nutre ma anche espelle e mortifica grandi talenti e potenzialità: anche qui c’è una dimensione non univoca, ma perennemente contraddittoria; bisogna tener presente che ciò non è peculiarità solo di Napoli, ma di tutte le periferie – periferite delle metropoli nel mondo.
Oltre un certo limite la quantità sconvolge la qualità, Hegel docet, per cui l’esperienza che si vive è totalmente ‘altra’ rispetto all’auspicato.
Dimmi cosa salveresti della precedente amministrazione e cosa no?
L’entusiasmo iniziale della cittadinanza che ha sperato e creduto.
Le scelte isolazioniste e autoreferenziali al limite del narcisismo.
Sfogliatella o babà?
Dipende. Se vogliamo dare una lettura erotico-sessuale, senz’altro sempre e solo sfogliatella, ma se invece si intende altro, bisogna specificare meglio lo scenario e la traiettoria verso cui si vuole andare a parare…
Canzone classica napoletana preferita?
”O sole mio’, perché evoca la circostanza che siamo tutti luce e che potremmo continuare a vivere in un mondo di luce.
Canzone di Pino Daniele preferita? Perché l’intervistatore dà per scontato che Pino sia il tuo cantante preferito, vero???
Dei primi album tutte! Così come l’intero album ‘Passi d’autore’. Mi dispiace sono ingordo, contengo moltitudini!
Dimmi un detto napoletano che nella tua famiglia ogni tanto qualcuno citava e che tu ancora ti ritrovi a ripetere?
‘Ogni scarrafone è bell’a mamma soja!’, che riformulerei ‘Ogni scarrafone è bell’ all’uocchie tuoje’, nel senso che siamo tutti belli ed unici!
Immagina, con tutta la scaramanzia del caso, di essere eletto, quale sarà la prima cosa che proporrai di fare in Consiglio?
Due proposte: 1) il governo della città deve dotarsi di personale qualificato che sappia procacciare ulteriori fondi, pubblici e privati, e che, quindi, sappia progettare e rendicontare progetti europei, nazionali, regionali;
2) avviare una sperimentazione concreta di introduzione del Reddito di Base Universale ed Incondizionato. Altrove spiegheremo che esso è tutt’altra cosa rispetto al reddito di cittadinanza.
Cosa apprezzano maggiormente di te i tuoi amici? E cosa ti rimproverano sistematicamente?
Lealtà, propensione sistematica verso i più fragili di quel contesto specifico, generosità, visione che si tramuta in passi concreti, spirito di condivisione e cooperazione, professionalità nelle attività in cui mi appassiono, empatia.
Loro li vivono come un rimprovero, ma per me non lo sono: essere un sognatore, un entusiasta delle innovazioni; intransigenza teutonica; ‘sì troppo buono, quase fesso!
Ed ora fai un appello ai tuoi potenziali elettori
Se ritenete che i concorrenti propongano cose migliori o che appaiano meglio di me, votateli. Soprattutto quelli nuovi. Ma non confermate già chi ha dato scarsa prova di sé.
Se volete una Napoli ancora più integrata in favore di chi versa in gravi condizioni di disagio psicofisico e/o socioeconomico, che ottenga più fondi per ulteriori ed innovativi progetti da realizzare in futuro, se cercate lealtà e rigore umano e professionale, ma soprattutto l’aspirazione e la continua messa in pratica per un mondo in cui si coniughi al contempo equilibrio ambientale, giustizia sociale, innovazione, ecco allora votatemi, in quanto semplice servitore di un più ampio progetto politico-sociale-economico-culturale, che sta iniziando un percorso.
Arriverà l’aurora? L’aurora sta arrivando e, se tu contribuisci col tuo voto, l’aurora è qui. Ora. In alto i cuori generosi e gioiosi!
Bene ti ringrazio per aver partecipato ed in bocca al lupo.
Marika Franco
Ciao, presentati… quanti anni hai, quanti figli hai, quante moglie/mariti hai, che lavoro fai…
Ciao, sono Marika Franco fondatrice e Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Gulliver è in Viaggio, la mia seconda passione, la prima è mio figlio Mirko!! Mirko è nato da un matrimonio concluso pochi anni dopo, esperienza che mi ha educata al cambiamento e mi ha motivata ancor di più al fare e al fare bene.
Sono laureata in Scienze e tecniche psicologiche, mi occupo principalmente di formazione e crescita individuale, ideazione e progettazione di progetti culturali e sociali.
Perché la scelta di candidarti al Consiglio comunale di Napoli… masochismo?
No, tutt’altro!! La mia candidatura risponde all’idea di libertà, in prima battuta perché ho scelto una lista civica, non legata a nessun colore né partito, in secondo luogo perché la lista Alessandra Clemente Sindaco è composta da PERSONE, energie e competenze, ognuna con la propria specificità.
Il fare Squadra è il punto di forza di un gruppo attento all’ascolto della città e dei suoi cittadini che ha per obiettivo l’attenzione all’esigenze delle napoletane e dei napoletani, realizzando strategie per costruire “pont”. L’impegno alla realizzazione di Nuove Centralità Urbane anche per la trasformazione sociale delle periferie.
Se ti dicessi “ammuina” e poi ti chiedessi di pensare ad una città dubito che mi risponderesti “Bolzano”. In base a questo ti chiedo: che ruolo giocano i luoghi comuni da un punto di vista politico per la nostra città?
I luoghi comuni influenzano forse gli elettori, ma non dovrebbero influenzare le amministrazioni. Un’amministrazione politica non può e non deve vivere di “influenze”, ma di osservazione diretta e dati concreti sui quali andare a lavorare a prescindere dai luoghi comuni.
‘Nisida è un’isola e nessuno lo sa’ cantava Bennato qualche decennio fa. Cosa non si sa di Napoli che tu vorresti che si sapesse?
Vorrei che si sapesse che Napoli è molto di più di “…una carta sporca e che nessuno se ne importa”. Napoli è Storia di popoli che nel tempo si sono incrociati e hanno permesso un’interazione, non scontata, che ha portato alla crescita e allo sviluppo integrato delle diversità non soltanto culturali, ma strategiche.
Napoli è il suo popolo e le sue genti, persone che insieme possono fare la differenza. Vorrei che si sapesse che, oggi Napoli, ha una candidata ideale, pronta a mettersi in gioco per il bene comune e della Città, che di questa città ne è figlia e che ne avrà cura, rispetto ed attenzione.
Dimmi cosa salveresti della precedente amministrazione e cosa no?
Salverei l’attenzione che ha avuto per il turismo e la ricaduta che questo ha avuto sotto l’aspetto economico-sociale e di crescita culturale. La capacità di aver gestito alla meglio la città con un budget troppo limitato rispetto alle necessità.
Non ho apprezzato la modalità di fare squadra, i continui cambi delle figure istituzionali interne all’amministrazione degli ultimi tempi, troppe deleghe affidate a pochi, la mancata comunicazione con i governi centrali.
Sfogliatella o babà?
Sfogliatella… ovviamente Riccia!
Canzone classica napoletana preferita?
‘Tu si ‘na cosa grande’.
Canzone di Pino Daniele preferita? Perché l’intervistatore dà per scontato che Pino sia il tuo cantante preferito, vero???
E certo che sì… ‘Je so’ pazzo’… mi veste a pennello!
Dimmi un detto napoletano che nella tua famiglia ogni tanto qualcuno citava e che tu ancora ti ritrovi a ripetere?
Ogni scarrafone è bello a mamma soja.
Immagina, con tutta la scaramanzia del caso, di essere eletto, quale sarà la prima cosa che proporrai di fare in Consiglio?
Credo fermamente che i Consiglieri debbano essere rappresentanti del popolo, ascoltare esigenze ed essere portavoce di desideri.
Proporrei di istallare in tutta la città delle “box” all’interno delle quali tutti, cittadini e turisti, possono imbucare il “biglietto” del desiderio, delle criticità, delle proposte. La creazione di un’unica app per i servizi utili, dalle info più comuni tipo “orari dei bus” alle “scadenze dei tributi”.
Cosa apprezzano maggiormente di te i tuoi amici? E cosa ti rimproverano sistematicamente?
Apprezzano di me la lealtà, la sincerità e la caparbietà nel portare avanti le cose in cui credo.
Mi rimproverano? Il mio motto: I consigli sono fatti per non essere ascoltati!! Credo che bisogna vivere le esperienze e crescere da queste.
Ed ora fai un appello ai tuoi potenziali elettori
Il 3 e il 4 ottobre al Consiglio Comunale di Napoli Vota per Te..
Vota Marika Franco con Alessandra Clemente Sindaco
Vota per una Squadra giovane ed energica, che unisce competenze e progettualità che mira ad una Neo Polis città d’Europa.
Vota Marika FRANCO per la Napoli che Vogliamo!
Bene ti ringrazio per aver partecipato ed in bocca al lupo.
W il Lupo e… grazie!!!
Cristiano Licenziati
Ciao, presentati… quanti anni hai, quanti figli hai, quante moglie/mariti hai, che lavoro fai…
Cristiano Licenziati, avvocato, 55 anni, nato a Napoli, divorziato, ora single convinto, 2 figlie di 22 e 19 anni, universitarie.
Perché la scelta di candidarti al Consiglio comunale di Napoli… masochismo?
Per aiutare Catello Maresca ed il centro destra a vincere, liberando così la mia città dall’egemonia di sinistra che dura da 60 anni.
Se ti dicessi “ammuina” e poi ti chiedessi di pensare ad una città dubito che mi risponderesti “Bolzano”. In base a questo ti chiedo: che ruolo giocano i luoghi comuni da un punto di vista politico per la nostra città?
I luoghi comuni non dovrebbero avere alcuna influenza sulla vita politica.
‘Nisida è un’isola e nessuno lo sa’ cantava Bennato qualche decennio fa. Cosa non si sa di Napoli che tu vorresti che si sapesse?
Che è una città dalla enorme cultura ed umanità.
Dimmi cosa salveresti della precedente amministrazione e cosa no?
Niente.
Sfogliatella o babà?
Sfogliatelle.
Canzone classica napoletana preferita?
‘O surdato ‘nnamurato.
Dimmi un detto napoletano che nella tua famiglia ogni tanto qualcuno citava e che tu ancora ti ritrovi a ripetere?
Non ce ne sono.
Canzone di Pino Daniele preferita? Perché l’intervistatore dà per scontato che Pino sia il tuo cantante preferito, vero???
Napul’è.
Immagina, con tutta la scaramanzia del caso, di essere eletto, quale sarà la prima cosa che proporrai di fare in Consiglio?
Finire i lavori delle metropolitane e sistemazione di Bagnoli.
Cosa apprezzano maggiormente di te i tuoi amici? E cosa ti rimproverano sistematicamente?
La simpatia e di non essere tecnologico.
Ed ora fai un appello ai tuoi potenziali elettori.
Votatemi perché sono al vostro servizio
Bene ti ringrazio per aver partecipato ed in bocca al lupo.
Autore Bruno Santoro
Bruno Santoro, giovane cinquantino, o giù di lì, di indole barbuta e dal piglio rockeggiante. Sostiene pervicacemente che dopo i ’70 siamo piombati nel nulla più assoluto e guai a contraddirlo in merito perché, come un lonfo, "gnagio s'archipatta poi ti sbiduglia e ti arrupigna". Citazionista compulsivo, come Woody Allen, ritiene che la vita sia un caos con poche oasi e qualche momento comico. Sposato d’impulso e padre per vocazione di due marmocchi che educa socraticamente, nel senso che lascia fare alla moglie, tal Santippe detta Pina, s’infervora ancora sul mancato rispetto delle file, ma solo quelle dei capelli ormai. Tra le cose che odia: buttare giù due righe autobiografiche, se il soggetto da biografare è lui. Tra le cose che ama: non buttare giù due righe autobiografiche, se il soggetto da biografare è lui.