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Almeno tu nell’universo: innamorarsi

Mia Martini


Nel 1972 gli autori Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio scrissero il brano ‘Almeno tu nell’universo’. Si dice che nella stessa settimana abbiano scritto anche un altro capolavoro discografico ‘Piccolo uomo’.

Il primo brano rimase per lungo tempo inedito. Lauzi desiderava in cuor suo che fosse interpretato da Mia Martini, l’irripetibile e autentica Mimì.
Il suo sogno si realizzò nel 1989, quando la voce ruggente della Martini inondò di pura energia spirituale dal Teatro Ariston l’intero Belpaese, partecipando al Festival di Sanremo.

Come ogni kermesse musicale sanremese che si rispetti, Mimì non vinse il festival, ma ottenne il premio della Critica e, cosa ancor più importante, Mia riuscì a cantare il senso profondo dell’amore, quello che Lauzi e Fabrizio avevano sognato nel mentre scrivevano quel magico testo ispirato direttamente dalle stelle, dal cuore dell’Uomo e dall’Universo.

Sai la gente è strana prima si odia e poi si ama, cambia idea improvvisamente; sai la gente è matta, forse troppo insoddisfatta, segue il mondo ciecamente.
Da ‘Almeno tu nell’universo’  

In questo preciso momento storico, in cui un virus ci ha piegati tutti, portandosi via per sempre alcuni di noi, arrecandoci sofferenza e desolazione; inducendo il nostro Governo ad adottare forti limitazioni, tentando di restare nella legittimità della nostra Carta Fondamentale e cercando di costruire un apparato di norme che tutelasse la popolazione e la sua incolumità, per un evento di così alto carattere eccezionale, è accaduta una cosa.

Sono terminati i viaggi fisici verso località e destinazioni lontane dal nostro punto di origine ed è iniziato per tutti un unico viaggio, quello verso se stessi. Il tempo, inevitabilmente, ha rallentato la sua corsa ingannevole verso la frenesia e l’eccesso, restituendo all’Uomo, a ogni uomo, la facoltà di guardarsi dentro senza veli né ipocrisie.

La Natura, giorno per giorno, riprende i suoi spazi depredati da mano subdola e feroce, mentre la stagione primaverile si riappropria del suo vento e della sua libertà di rinascere.

In tanta desolazione, disperazione e paura collettiva molte persone stanno tornando a dare priorità al senso che hanno riscoperto nelle piccole cose. Molti ancora non accettano questo cambiamento che oramai è giunto ed è per tutti! Nulla, più nulla sarà come prima; e qui non c’entra il Bene o il Male, ma conta l’essenza spirituale di ognuno di noi.

Dopo generazioni e generazioni, adesso è giunto il momento dello Spirito e della sua voce rimasta silente, anche se già pulsante per alcuni.

Molte, tante sono le persone che ancora tentano di fuggire da questa catarsi planetaria, ma in questo tempo, già, in questo “giusto tempo” ogni sensazione, ogni emozione emergerà dal ventre di se stessi, costruendo l’immagine reale di ciò che ognuno di noi è.

Sai la gente sola, come può lei si consola; non far sì che la mia mente si perda in congetture, in paure, inutilmente poi per niente…
Da ‘Almeno tu nell’universo’

Ognuno di noi può godere dei benefici del silenzio e della solitudine; sembra una punizione dolorosa o una medicina amara: ma non lo è no, non lo è! È un percorso che si preannunciava da tempo, quando tutto sembrava apparentemente sereno, splendido, felice.

Oggi si rimpiangono i baci non dati, gli abbracci negati, gli sguardi non scambiati né ricambiati; si pensa a ciò che non è stato, ma il punto da focalizzare, probabilmente, è comprendere ciò che invece è realmente stato, cosa si è seminato nell’altro, chi si è veramente amato, dove sia finito il nostro amore dentro di sé: in quale punto si è interrotta la nostra naturale comunicazione con la vita stessa in ogni sua forma, colore, odore, tocco e carezza umana.

Ci si perde in congetture, in paure che generano altre paure e ci si blocca: ma l’Uomo, il vero uomo, non è destinato a fermarsi; egli è un essere in continuo e perpetuo cammino verso la reale rivelazione di se stesso e di ciò che riscopre in ogni singola esperienza umana che vive, accetta e in cui si prepara per quella successiva.

L’Uomo deve assaggiare il tributo della propria scelta esistenziale e donarlo all’Universo: deve imparare a vivere nella specifica e singola esperienza umana in cui si ritrova, attraversare il buio con lo stesso equilibrio in cui si lascia permeare dalla luce e risplendere dell’Amore che ha dentro dall’Eternità.

Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo un punto sei che non ruota mai intorno a me, un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore, tu.
Da ‘Almeno tu nell’universo’

L’essere umano ha una facoltà che gli è stata attribuita fin dalle sue origini; origini che ovviamente non sono soltanto umane bensì anche divine ed è la fecondità spirituale. Nel momento limite di sé, nel preciso istante in cui l’Uomo tocca il fondo dentro se stesso, quando la paura, lo sgomento e la disperazione lo attanagliano come stringenti catene al collo, se l’Uomo riesce a credere nuovamente alle sue forze in unione spirituale con l’Universo, allora accade il cambiamento.

Il suo cuore ritorna a essere fecondo e sprigiona la più potente delle energie: l’Amore per la Vita stessa. È un’alchimia rara ma autentica, che quando si presenta nella singola esperienza umana la trasmuta e la rinvigorisce di un’energia spirituale senza eguali.

Si ritorna ad amare chi avevi smarrito durante il cammino, ma non perso; si restituisce senso e valore a ogni singolo momento; si decide di scegliere di andare incontro al proprio destino, accettando che l’amore può rinascere ogni qual volta che due anime si rincontrano e si riconoscono; mondi apparentemente distanti e diversi che tendono, invece, a fondersi in un unico calice spirituale che li lega in questa, come nelle altre dimensioni.

Ci si innamora sì, ci si innamora di chi il tempo ti ha lasciato scorgere gradualmente sotto tanta confusione, frenesia e paura. I fiori crescono anche sull’asfalto; i figli nascono anche durante le guerre e le carestie; l’amore si riscopre anche nelle parole che scrivi a chi avevi dentro da tempo e non lo sapevi; lo riscopri proprio adesso che ha bisogno di te, della tua autentica e incondizionata attenzione sì, proprio adesso che non ci si può abbracciare né toccarsi; ora che c’è chi ha bisogno di sapere che qualcuno effonde amore incondizionatamente e senza riserve verso l’altro e non soltanto per sé.

La gentilezza dell’anima supera ogni forma di umana passione; la gentilezza dell’anima è divina; la gentilezza dell’anima è la strada giusta per la felicità.

Un sole che splende per me soltanto come un diamante in mezzo al cuore, tu.
Da ‘Almeno tu nell’universo’

Il cuore è custode dei segreti dello Spirito; non pretende rivelazioni né fantasie edulcorate. È un organo spiritualmente fecondo legato all’Universo, a cui risponde ogni qualvolta giunge il richiamo dello Spirito Originario e a cui nessun essere umano può sottrarsi consapevolmente.

E così ti scriverò, e ti parlerò, e ti dirò di nuove cose ogni volta che lo sentirò: non aspetterò il tuo tempo né le tue richieste, perché io sarò già lì a guardarti nell’anima, come non ho mai fatto prima. Mi basterà la tua voce, il tuo sguardo pulito come il respiro dolce di un infante e infrangerò ogni velo di malinconia che cercherà di avvolgere la purezza del tuo animo. E un giorno, in quel giorno finalmente saprai ciò che il mio cuore serbava da tempo e che tutt’ora custodisce in un rumoroso silenzio.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".

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