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Allarme delle Nazioni Unite sul drammatico collasso della biodiversità

Slow Food Italia


‘Una specie su otto si estinguerà a breve’

Riceviamo e pubblichiamo.

Slow Food denuncia da oltre 20 anni i rischi di un sistema intensivo di produzione di cibo e ha già catalogato oltre 5.000 prodotti da salvare.

Oggi chiede con forza ai Governi mondiali di prendere in seria considerazione questi studi.

Un milione di piante e animali scompariranno dal pianeta in poco tempo e la salute degli ecosistemi si sta deteriorando più velocemente che mai.

L’allarme arriva dalle Nazioni Unite: la Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi, IPBES, si è riunita a Parigi dal 29 aprile ad oggi 7 maggio e ha reso pubblico l’esito di tre anni di ricerche sullo stato della biodiversità.

Dichiara Carlo Petrini, Presidente di Slow Food:

Le più importanti istituzioni del mondo si stanno rendendo conto di una situazione drammatica che Slow Food denuncia da oltre vent’anni.

Negli ultimi 70 anni abbiamo distrutto i tre quarti dell’agrobiodiversità che i contadini avevano selezionato nei 10.000 anni precedenti.

Fonti autorevoli già da tempo ci stanno mettendo in guardia perché stiamo attraversando la sesta estinzione di massa e per la prima volta il responsabile di questa crisi ecologica globale è l’uomo.

Lo scenario descritto è molto grave: la perdita di specie, razze e habitat naturali è pesantissima.

Non abbiamo più tempo, ma abbiamo uno strumento efficace con cui possiamo cambiare la situazione: il nostro cibo quotidiano.

Cambiando le nostre scelte alimentari possiamo fare molto per salvare il suolo, le acque, l’intero pianeta.

La biodiversità secondo Slow Food è una risposta concreta a emergenze ed esigenze quotidiane come il cambiamento climatico.

Per questo negli anni Slow Food ha catalogato oltre 5000 prodotti da salvare con l’Arca del Gusto, ha avviato oltre 500 progetti a sostegno di contadini, pastori, pescatori, Presìdi, ha illustrato il valore della biodiversità attraverso gli orti, le reti di cuochi, gli eventi, l’educazione.

C’è ancora moltissimo da fare: è necessario attrezzarsi per affrontare questa sfida, con consapevolezza ed è fondamentale che Governi, Istituzioni, le imprese e la finanza da un lato, ma anche e soprattutto singoli cittadini dall’altro, si mobilitino immediatamente.

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