A 100 anni dalla nascita di Federico Zeri arriva in Ateneo un Archivio di grande valore con varie migliaia di lettere inviate da oltre 1.000 corrispondenti dagli anni Quaranta al 1998
Riceviamo e pubblichiamo.
Nel corso dell’evento Anno Zeri, che si è tenuto ieri 23 settembre per celebrare i 100 anni dalla nascita del grande storico dell’arte che ha lasciato all’Alma Mater la fototeca e la biblioteca d’arte – insieme alla sua villa di Mentana e alla collezione di epigrafi – il nipote ed erede dello studioso, Eugenio Malgeri Zeri, ha annunciato la donazione dell’Archivio personale di Federico Zeri alla Fondazione a lui intitolata.
Si tratta di varie migliaia di lettere inviate allo studioso dagli anni Quaranta al 1998, anno della sua morte.
Tra i corrispondenti più noti:
Frederick Antal, Alberto Arbasino, Francesco Arcangeli, Bernard Berenson, Carlo Bertelli, Alessandro Contini Bonacossi, Vittore Branca, Giuliano Briganti, Maurizio Calvesi, Enzo Carli, Raffaello Causa, Pico Cellini, Vittorio Cini, Angelo Costa, Paola Della Pergola, Maurizio Fagiolo, Everett Fahy, Giuseppe Fiocco, Carlo Fruttero, Alvar Gonzàles-Palacios, Mina Gregori, Hugh Honour, Michel Laclotte, Amedeo Lia, Roberto Longhi, Franco Lucentini, Denis Mahon, Mario Modestini, Francesco Molinari Pradelli, Benedict Nicolson, Richard Offner, Elvina Pallavicini, Carlo Pietrangeli, John Pope-Hennessy, Mario Praz, Teresa Pugliatti, Olga Raggio, Pierre Rosenberg, Pasquale Rotondi, Franco Russoli, Alberto Saibene, Mario Salmi, Evelin Sandberg Vavalà, Mario Scaglia, Salvatore Settis, Rodolfo Siviero, Nicola Spinosa, Pietro Toesca, Bruno Toscano, Luisa Vertova, Carlo Volpe, Paolo Volponi, Fernanda Wittgens, Rudolf Wittkower, Pietro Zampetti.
Un archivio dunque di grande valore, attualmente in corso di riordino, che si riunirà alla preziosa fototeca e alla biblioteca d’arte, donate da Zeri all’Università di Bologna nel 1998, restituendo alla comunità scientifica un patrimonio unico e unitario. Un dono doppio, poiché l’Archivio verrà consegnato anche in formato digitale, con i documenti integralmente scansionati secondo parametri concordati con i tecnici della Fondazione Zeri.
Per onorare questa importante donazione, in occasione del Centenario della nascita, viene inoltre bandito dalla Fondazione Federico Zeri un Assegno di ricerca di un anno, a cui contribuisce anche l’Accademia Carrara di Bergamo, per supportare una ricerca volta a indagare la figura di Federico Zeri e il suo lavoro di studioso.
Particolare attenzione sarà dedicata alla costituzione della sua straordinaria fototeca d’arte, agli anni della formazione, alle frequentazioni con Roberto Longhi e Bernard Berenson, all’esperienza nell’Amministrazione delle Belle Arti.
Verranno approfonditi i rapporti dello studioso con musei e grandi collezionisti, in Italia e negli Stati Uniti, da cui sono scaturiti fondamentali cataloghi.
Nel corso dell’evento è stata anche annunciata la nascita dell’Associazione Amici di Federico Zeri che collaborerà con la Fondazione allo sviluppo e al sostegno di nuovi progetti, mentre il Direttore della Fondazione Andrea Bacchi ha presentato il programma delle iniziative promosse dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Federico Zeri a cui partecipano l’Accademia Carrara, il Museo Poldi Pezzoli e i Musei Vaticani, tre prestigiose istituzioni museali legate al nome di Zeri.
L’archivio fotografico si è arricchito, negli anni, con donazioni illustri fino a divenire un vero e proprio repository di riferimento in Italia per gli archivi di storici dell’arte: ultima in ordine di arrivo la fototeca di Anna Ottani Cavina, primo Direttore e Presidente onorario della Fondazione Zeri, di cui presto partirà la catalogazione, ed è in arrivo da Roma quella dello studioso Alvar Gonzales-Pàlacios. Dalle 290.00 fotografie del lascito Zeri oggi il patrimonio della Fondazione è arrivato a 435.000 fotografie.
Federico Zeri è stato uno storico dell’arte di statura internazionale; il suo Archivio costituisce dunque una risorsa importante per la storia dell’arte italiana, ma sarà anche in grado di offrire un ampio spaccato del mondo della cultura dal dopoguerra fino agli anni Novanta del Novecento.
Documenti che attendono solo di essere studiati per riscostruire i progetti, le ricerche e le fitte relazioni intrecciate da Zeri con i più importanti storici dell’arte, studiosi, curatori, mercanti, collezionisti, musei e università, anche oltre oceano. Sarà possibile finalmente percorrere, anno dopo anno, le tappe della vita e dell’intensa carriera di Federico Zeri sulla quale non è ancora stata condotta un’indagine a tutto campo.
Obiettivo della Fondazione Zeri sarà dunque rendere disponibile l’Archivio dello studioso, che andrà a integrare la documentazione della fototeca e della biblioteca aprendo nuove prospettive di ricerca.
Uscirà a breve il primo carteggio inedito: Federico Zeri – Roberto Longhi. Lettere (1946 – 1965) a cura di Mauro Natale, SilvanaEditoriale. La corrispondenza scambiata tra Federico Zeri e Roberto Longhi copre circa vent’anni della vita dei due studiosi (1946 – 1965) quasi senza discontinuità e include 349 lettere.
La raccolta consente di scoprire la storia avvincente delle relazioni tra i due maggiori storici dell’arte italiani del XX secolo, ripercorrendola dagli inizi: dalle testimonianze entusiaste e incontenibili del giovane Zeri nei confronti del maturo maestro, alla scoperta da parte di Longhi del prodigioso ingegno dell’esordiente storico dell’arte, a cui dedica una insospettata e affettuosa disponibilità.
Il tono delle lettere, superata l’iniziale diffidenza, diventa nel tempo sempre più confidenziale tanto che il carteggio costituisce, negli anni in cui lo scambio è più intenso (1946 – 1955), una sorta di diario in cui sono registrate difficoltà e delusioni personali, scoperte ed esperienze esaltanti, battaglie perdute e i primi successi.
Contestualmente alla donazione dell’Archivio, il nipote Eugenio Malgeri Zeri e l’Università di Bologna hanno destinato all’Accademia Carrara di Bergamo 10 paraste in marmo scolpito del XVI secolo che ornavano la biblioteca della Villa di Mentana, proprietà dell’Ateneo bolognese.
Una scelta che conferma il legame tra Federico Zeri e la prestigiosa istituzione bergamasca a cui lo studioso, nel 1998, aveva donato 46 sculture di età moderna della sua collezione. Una relazione dunque che non si è ancora interrotta, e che inizia negli anni Cinquanta quando Zeri era solito visitare la Carrara, che amava per la qualità e la ricchezza delle sue raccolte.
Il museo dal 2015 ha destinato un’intera sala appositamente allestita per ospitare il lascito Zeri a cui si aggiungeranno le paraste marmoree che potranno essere godute dal pubblico insieme al resto della collezione. Le sculture del dono Zeri, pur essendo state a più riprese argomento di studio, saranno oggetto di una nuova e approfondita indagine che ha portato a inediti risultati e a nuove attribuzioni e che sfoceranno nella pubblicazione di un catalogo.