L’VIII edizione è in programma dal 16 al 21 giugno presso lo Spazio Scena di Roma
Riceviamo e pubblichiamo.
Si terrà a Roma dal 16 al 21 giugno presso lo Spazio Scena in collaborazione con l’Ufficio Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio e LAZIOcrea, l’8a edizione del Festival Cinema d’iDEA – International Women’s Film Festival, la manifestazione dedicata al cinema delle donne diretta da Patrizia Fregonese de Filippo, che quest’anno avrà come madrina l’attrice Romina Caruana.
Sei giorni di festival, undici film in concorso di cui sette anteprime, cortometraggi, masterclass: questi gli elementi che compongono il ricco programma della manifestazione.
Testimonial d’eccezione delle prime due serate è l’attrice e cantante palestinese israeliana Mira Anwar Awad, prima cantante di etnia araba a rappresentare lo stato nelle competizione canore e da anni forte attivista per la pace.
L’artista, che si esibisce spesso insieme alla cantante israeliana Noa, presenterà l’anteprima del documentario ‘The Other’ dell’israeliana Joy Sela, un racconto che approfondisce le divisioni e le connessioni fra il popolo israeliano e quello palestinese, offrendo uno sguardo su come si riesca a superare la visione dell’altro come nemico o troppo diverso da sé attraverso l’incontro tra famiglie israeliane e palestinesi, rifugiati, ex combattenti e parenti che hanno perso i loro cari, ma non hanno perso l’umanità.
Ad aprire il festival è però un film irlandese di finzione, ‘Verdigris’ accompagnato a Roma dalla regista Patricia Kelly, è la storia di un’amicizia tutta al femminile che tratta tematiche importanti come violenza di genere, empowerment, prostituzione giovanile e body shaming.
Grande spazio è dedicato al cinema italiano. In anteprima verranno presentati: ‘Le marocchinate’ di Damiana Leone, toccante viaggio nella nostra storia a partire dagli episodi di violenza da parte dell’esercito coloniale francese contro la popolazione civile del Basso Lazio del ’44; ‘What We Fight For’ di Sara Del Dot e Carlotta Marcucci, commovente e spiazzante ritratto di tre donne iraniane che lottano per i proprio diritti.
A chiudere la selezione italiana, l’acclamato documentario ‘After the Bridge’ di Marzia Toscano e Davide Rizzo, che ribalta il punto di vista tradizionale attraverso il ritratto della madre di un terrorista jihadista, ucciso dopo un conflitto a fuoco con la polizia: era uno dei responsabili dell’attentato sul London Bridge del 2017 che provocò la morte di otto innocenti.
Direttamente dalla Nuova Zelanda arriva il documentario ‘Red Mole: A romance’ di Annie Goldson, che porta sullo schermo l’appassionante storia della compagnia teatrale Red Mole, nata nell’ambiente della sottocultura neozelandese e poi sbarcata a New York nel 1979.
A completare la selezione:
l’atteso dramma familiare ceco girato in bianco e nero ‘Heathens’ di Olga Dabrowska, interpretato da un cast d’eccezione;
il doc turco ‘Blue Id’ di Vuslat Karan e Burcu Melekoglu, sulla lotta per i diritti civili combattuta da una celebre attrice che vuole diventare un uomo; il finlandese ‘Light, Light, Light’ di Inari Niemi, dolce racconto generazionale sullo sfondo della tragedia di Chernobyl, basato sul romanzo del 2011 dal titolo ‘Valoa Valoa Valoa’ di Vilja-Tuulia Huotarinen, e magnificamente interpretato da un cast quasi tutto al femminile;
‘Lora’ di Natalia Alexandrova, documentario su Tonino Guerra raccontato dalla moglie Lora;
‘Imposter’ di Shayda Frost, serie web comedy sulla percezione di sé e la fragilità femminile di una ragazza per arrivare al successo.
Non solo lungometraggi ma anche tanti cortometraggi che saranno intervallati dalla presentazione del libro ‘Ni Sipeli: L’amore Libera’ di Cristina Vignato, la storia vera di un amore vero che va oltre i confini del tempo.
Cinema d’iDEA, infatti, è il primo festival internazionale di cinema di Roma dedicato interamente alle registe donne. L’obiettivo è da sempre quello di riequilibrare una grande mancanza nella società: lo sguardo delle donne, appunto.
Così, ogni anno, si scoprono nuovi sguardi, persone, storie e territori purtroppo sconosciuti o invisibili.
Ospite d’eccezione di quest’anno, che chiuderà la manifestazione, sarà l’attrice Loretta Rossi Stuart, che annuncerà i vincitori assieme alla direttrice artistica Patrizia Fregonese de Filippo e alla madrina Romina Caruana.
La giuria di quest’anno è composta da: Bernadette Luciano, studiosa e docente di fama internazionale di Italian and European Studies presso l’Università di Auckland in Nuova Zelanda; il direttore della fotografia Gianni Mammolotti; la distributrice Claudia Bedogni; la regista, attrice, autrice e pittrice Liliana Paganini; la Presidente delle Women in Film TV & Media Italia Domizia De Rosa.
È possibile trovare la programmazione completa su lazioterradicinema.it.
Mai come quest’anno stiamo assistendo ad eventi talmente drammatici che speravo non accadessero più.
Non posso rimanere zitta davanti a dei crimini così efferati come l’uccisione di persone innocenti e tanti bambini. Il mio cuore soffre e non oso pensare a cosa patiscono le persone che abitano quei territori in guerra.
Per questo motivo sono veramente orgogliosa di poter ospitare qui a Roma tante meravigliose donne che lottano per far sentire la loro voce, anche solo realizzando un film. Non è poca cosa. Perché per noi donne è più difficile. Guardatevi intorno… E non è un caso se quest’anno affronteremo tanti temi forti, importanti e drammatici.
Ci tengo, però, a sottolineare che in questa edizione, fra tutte le straordinarie artiste, avremo anche la cantante e attrice palestinese Mira Anwar Awad, che oltre ad essere un’incredibile artista e vera attivista per la pace è anche una cara amica.
Lei gira il mondo con i suoi concerti insieme a Noa, altra magnifica interprete, per dimostrare insieme che la pace è l’unica via. Mira presenterà il film della giovane regista israeliana Joy Sela The Other, a cui Mira ha preso parte.
Ora è il momento di parlare di pace e non di guerra. Ora è il momento di guardare e vedere ‘l’altro’, le sue sofferenze, il suo punto di vista e condividerlo, anche se diverso dal nostro.
C’è sempre spazio per il dialogo, come insegnava Mandela. Capire è anche amare. Ed ora nel mondo c’è tanto bisogno di amore e comprensione. Spero che con questo Festival riusciremo a dare un po’ più di amore e comprensione a tutte le persone che verranno da noi.
Patrizia Fregonese De Filippo