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Al supermercato dell’Anima

natyan temple


Un breve viaggio tra veri e falsi guru

Oggi vorrei raccontarvi una storia vera. In forma un po’ romanzata, per non annoiare, con un anonimo protagonista e con un messaggio intrinseco, affinché diventi una storia che faccia riflettere come se stessimo meditando.
È la breve parabola di un tale che:
girava ogni stand con la curiosità di un bambino.
C’era proprio di tutto, dalle pratiche di guarigione più incredibili, ai potenti talismani protettivi, dalle immagini sacre ai braccialetti portafortuna.

Già… braccialetti portafortuna… gli sovvenne un ricordo…

Un’amica, un tempo, voleva vendergliene uno, ma lui all’inizio rifiutò per un semplice motivo; colei che glielo voleva appioppare – si può dire in forma poetica? – era sfigata dalla nascita, come riuscire a credere che potesse funzionare?

Vendeva braccialetti che “portano fortuna”, per poter incassare qualche soldo poiché, ahimè, aveva la sfortuna di essere senza lavoro da molto tempo e, nonostante tutta la sua collezione di braccialetti, non aveva ancora trovato occupazione.

Poi lui si impietosì e ne comprò uno per pura compassione.
L’episodio gli fece balenare alla mente un dubbio; e se tutti i venditori di guarigioni incredibili fossero a loro volta ammalati?
Oh non necessariamente nel fisico, pensava, giacché per credere a tutte quelle cose inverosimili, più che altro, occorre non essere a posto nella testa.

Si ricordò di un tale che aveva fondato una scuola di guaritori dell’Anima.

Diceva di essersi curato da un cancro con un metodo da lui inventato.
Quando si accorse che i suoi clienti stavano per diminuire escogitò un trucco a dir poco diabolico.

Dichiarò che il cancro gli era tornato e che era perfino andato in metastasi e chiese un aiuto di rinforzo ai suoi discepoli i quali, solerti, lo assecondarono con pratiche da lui imparate e a lui stesso indirizzate.

Dopo pochi giorni l’entrata trionfale:

Miei cari! Il vostro aiuto e il mio metodo hanno di nuovo funzionato. Il cancro non c’è più! Andate e diffondete la buona novella!

E i clienti aumentarono di nuovo pagando molto salatamente l’apprendimento del metodo miracoloso.

Non uno, dico uno degli adepti, che ebbe il coraggio di chiedere al guru la cartella clinica a dimostrazione delle metastasi del cancro, semmai poi, nella sua vita, ne avesse avuto veramente uno.

La fede è una gran cosa se ti aiuta a sperare, ma una vera stoltezza se ti fa turlupinare.
Tra tutte le mascalzonate, pensò, quella più grossa è l’approfittarsi degli ammalati.

Meditò su questa nostra povera Terra, che è come un corpo umano e, come tale, ha anch’essa la sua pelle.

E qual è la pelle della Terra? L’uomo! Concluse. E concluse anche che la pelle della Terra, a questo punto, era ammalata. Proprio sulla superficie siamo noi esseri umani e con il nostro egoismo ne abbiamo fatto un tumore epidermico che chissà per quanto tempo ancora la Terra riuscirà a sopportare.

Eppure, pensava, l’essere umano può essere, al tempo stesso, malattia e balsamo di questo mondo, perché ogni farmaco contiene in sé veleno e medicamento, ali divine e serpenti.

E così è l’uomo, al supermercato dell’Anima.

C’è quello che fa ogni cosa per guadagno, e tra le mani ha il taccuino dei possibili clienti, e quello che agisce per Amore, e non lo potrai trovare in nessun esercizio commerciale.

Il primo tipo desidera essere creduto in ogni modo, anche con l’imposizione, la paura, il senso di colpa e l’astuzia.

Il secondo, sentendosi dire:

Ho fede in te!

ti risponderà:

La tua fede non mi rende più beato, abbi fiducia in te, se il Tuo Cuor davvero vuoi sentir pacificato.

Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.

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