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Al centro del mare

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Al centro del mare


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Fin dagli albori della civiltà, gli antichi saggi erano a conoscenza che l’acqua fosse il primo elemento naturale; il conduttore di trasmissione della vita per eccellenza. Non si sbagliavano.

Proveniamo dall’acqua; da quell’umido “bruniano”, che ci conduce all’origine della vita stessa. Eppure, da quando iniziamo il nostro terreno cammino, lasciando con il primo vagito, le acquee che ci hanno custodito nella segreta e misterica maternità di una donna, la memoria spirituale cede il testimone alla dimensione fisica e ciò che ci riannoda al primordio vitale è soltanto l’anima.

La mente comincia ingannevolmente a mentirci; il dubbio ci divora e, faticosamente, iniziamo a progettare e costruire la “via maestra“.

Il tutto subisce una notevole deminutio ed emerge veementemente la fervida passione della solida materia.

L’Uomo si costruisce il suo mondo; la sua realtà; la sua ingannevole bugia esistenziale e, per tutto questo, si lascia alle spalle la “luce” da cui proviene.

Eppure, durante il proprio cammino, nel percorrere la “via recta”, l’Uomo in divenire, nonostante abbia rincontrato l’autenticità dell’amore, e da esso ne abbia generato dell’altro, può smarrirsi nel magnetismo ingannevole di uno sguardo; o, peggio ancora, deviare il suo percorso per strade impervie, in cerca di un ignoto sentire che nulla ha a che vedere con la propria ricerca interiore.

Egli smarrisce il proprio equilibrio, dannandosi per una mera enfatizzazione di un qualcosa che lo conduce inevitabilmente alla disperazione, privandolo di senno e di coscienza viva.

Ramingo e solitario, l’Uomo pregno della soffocante materia, per aver lasciato il proprio sentiero originario, perde le forze, ritrovandosi debole e impotente, schiacciato dalla pesantezza nefasta, dei suoi stessi edulcorati pensieri.

Accade così, che questo “umano riverbero dell’universo (l’uomo)”, con il volto conficcato nella secchezza della terra, versi nuove lacrime, urlando dal fondo della sua disperazione, di venir fuori da quel marasma confusionale.

Qui, inizia il mutamento. La sua dualità emerge dagli abissi delle proprie tenebre interiori; e come se stesse guardandosi in uno specchio, avverte il richiamo dell’acqua, della sua origine, del proprio mare.

Già, il mare: la prova liquida della sua origine stellare!

Egli riconosce l’errore; ne quantifica il dispendio subìto per il tributo pagato e rinfrescandosi il volto con acqua viva di sorgente, si reca in prossimità del mare.

Egli ritorna al centro, sì, al centro di sé stesso; al centro del mare.

Ne riconosce il profumo; si lascia accarezzare dalla brezza; si immerge come un infante nell’abbraccio delle morbide maree, che gli donano regalità principesca.

Il tutto si estende nuovamente e la pesantezza della mente viene bucata dal raggio di intuizione che finalmente si aggancia al vibrato dell’Universo.

L’Uomo è risanato; la visione lucida del suo presente è adesso scevra da ogni scoria ingannevole.

Volge il suo sguardo verso l’orizzonte e a piedi nudi si dirige al centro del mare, verso se stesso, in direzione del proprio punto interiore.

Calano le tenebre; la passione della materia è diradata; sorride adesso, nel presente, l’illuminato essere.

Ogni cosa torna al suo ordine naturale; il caos è stato relegato; l’armonia regna sovrana e lui, l’Uomo, è proprio lì, al centro di se stesso, al punto di origine, al centro del mare.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".