Le Scimmie Cappuccine e Uistitì hanno trovato casa, accolte e curate grazie alla collaborazione con il centro Animal Advocacy and Protection olandese
Si sono ambientati presto i primati del Sud America, infatti solo un mese fa, sono arrivarti allo Zoo di Napoli, accolti nelle nuove aree appositamente realizzate dallo staff per ospitarli al meglio.
Si tratta in particolare di scimmie Cappuccine e Uistitì, che come altri animali ospiti allo Zoo sono stati confiscati perché tenuti illegalmente da privati.
Non è la prima volta che lo zoo svolge un ruolo primario nell’accoglienza di animali confiscati, grazie alla collaborazione pluriennale con il centro AAP -Animal Advocacy and Protection con sede in Olanda e in Spagna che considera la struttura una nuova casa per tanti animali che meritano una assistenza speciale.
Animali in difficoltà che provengono nella maggior parte dei casi da confische per maltrattamento, come nel caso della pantera Moro, del caracal Akiles, della famiglia di Macachi e ora anche delle scimmie cappuccine e delle uistiti che si sono aggiunte alla famiglia degli animali ospiti del parco.
La nuova area è stata progettata di concerto con i responsabili del centro Olandese per garantire ai piccoli ospiti le migliori condizioni di permanenza nella struttura partenopea.
Canvet e Pitaya sono due scimmie cappuccine rispettivamente delle specie Sapajus apella e Sapajus libidinosus mentre Axe e Bacana sono due uistiti dai pennacchi bianchi, tutte sono specie di primati il cui habitat originario è rappresentato dalle foreste del Sudamerica.
Specie di primati che purtroppo sono comunemente commercializzate e detenuti illegalmente in tutta Europa, ma che per fortuna in questo caso hanno avuto una seconda possibilità di vita e benessere, accolte nel miglior modo da veterinari e keeper dello zoo.
Leggendo la storia di Canvet si sa che è stato trovato in un gabbia per cani accanto a un bidone della spazzatura a Barcellona, in Spagna, e portato al quartier generale della Guardia Civil e in seguito al centro specializzato di Almere.
Pitaya, invece, è stato confiscato a un proprietario privato dalle autorità francesi e successivamente trasportato ad Almere, mentre per la delicatezza della specie, questi animali hanno bisogno di cure costanti, come arricchimenti ambientali e cibi specifici per rimanere in peso, come frutta, semi, vermi, eccetera.
Axe e Bacana sono stati confiscati dalle autorità a un proprietario privato in Spagna e trasportati ad AAP Primadomus, Spagna, e poi ad Almere.
Gli uistitì, tra l’altro, devono essere nutriti tre o quattro volte al giorno, con cibo tagliato a piccoli pezzi, e non scendono spesso a terra se non per il cibo; infatti, sono arrampicatori e prediligono i rami fitti della vegetazione.
Autore Lucia Nardi
Lucia Nardi, docente, laureata in Lingue e letterature straniere presso Università degli Studi di Napoli Federico II.