L’elogio funebre del figlio
Lutto nel mondo della scuola. Sabato 1° luglio è morto l’ex Provveditore agli studi di Caserta, ex capo dell’ATP di Vibo Valentia e Ispettore del MIUR Maurizio Piscitelli. Era ricoverato da tempo all’Ospedale Cardarelli di Napoli dove lottava contro un male incurabile.
Lascia tre figli, Christian, Mariano e Valentina.
Le esequie si sono tenute il 3 luglio, ore 15:30, presso la Parrocchia San Giacomo Apostolo Maggiore di Casalnuovo di Napoli.
Chi era Maurizio Piscitelli
Maurizio Piscitelli nasce a Casalnuovo di Napoli il 22 agosto 1965 da Tobia, impiegato presso la FAR, ed Eva Maurantonio, insegnante elementare insignita di Medaglia d’oro per l’opera particolarmente zelante ed efficace svolta a favore dell’istruzione elementare dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Sin dalla tenera età frequenta le suore dell’ordine “Apostole del Sacro Cuore di Gesù” fondate dalla Beata Madre Clelia Merloni. Presso il medesimo istituto studia alla scuola materna ed elementare, per poi ottenere il diploma di scuola secondaria di primo grado medie presso la SMS “Enrico de Nicola”.
La sua indole religiosa prosegue per tutta l’adolescenza frequentando l’ordine della “Piccola Casetta di Nazaret” fondata da Don Salvatore Vitale a Casapesenna (CE). Frequenta il liceo classico “Vittorio Emanuele II” di Napoli licenziandosi con il massimo dei voti, 60/60 ed encomio.
Contemporaneamente frequenta il vicino Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli, studiando pianoforte con la maestra Annamaria Pennella, per poi diplomarsi presso il Conservatorio di Matera “Duni” con il punteggio di 10/10 e lode il 29/09/1987.
Il 9/09/1992 sposa Giovanna Ruotolo dal cui matrimonio nascono Christian, nel 1997, e Mariano, nel 1998. Nel 2013 nasce Valentina, dalla successiva compagna Giovanna Sommella.
Elogio funebre
Sono Christian, primo figlio di Maurizio, sono qui per esprimere ringraziamento da parte mia e di tutta la mia famiglia a voi per aver partecipato al nostro dolore per Papà, uomo di cultura, infinita intelligenza, ironia sottile, altruista, carattere forte, dinamico, ideatore, rivoluzionario, amante della musica di cui è sempre stato un maestro, della cultura greca, latina, scrittore, giornalista, religioso per eccellenza, lavoratore più di chiunque abbia mai conosciuto.
Hai amato e ami la tua famiglia, sei sempre stato portatore di soluzioni ad ogni minimo problema. Difficile, quasi impossibile elencare le persone con cui hai lavorato e la stima che provavano e provano tuttora nei tuoi confronti parenti, amici, colleghi o conoscenti anche alla lontana. Hai vissuto tanti momenti di felicità, ma eri un combattente.
Convinto di poter cambiare in meglio il mondo nel tuo piccolo hai lavorato per evolvere il ruolo di docente in ruolo di educatore attento alla crescita dei ragazzi. Sei stato un leader, come piace a me sempre distinguere le due tipologie di persone di potere: capo e leader.
Il capo si ferma ad un comando, babbo tu invece ti interessavi al problema o ad una situazione come se riguardasse te in prima persona e quel consiglio, quelle poche parole erano vitali per la soluzione ad ogni quesito. Un leader perché hai amato condividere, aiutare e prendere per mano tutti.
Il tuo altruismo ti ha però causato tante volte inganni, dispiaceri, dispetti, minacce. Sei sempre legato alla legge, alla giustizia e hai fatto tanto per combattere l’illecito e gli imbroglioni, come li hai sempre chiamati. Hai combattuto per rendere il nostro paese, nel tuo piccolo, un posto migliore. Purtroppo pur credendo in questi valori sei stato tu a pagarne il prezzo.
Quanti di voi hanno potuto suonare o cantare mentre poggiava le dita su un pianoforte o un organo. Sei stato il precursore dei cori polifonici a Casalnuovo fondando il coro “I cantori di Polimnia” di cui alcuni oggi sono parte integrante del coro di Madre Clelia che ha animato la messa con l’inno da te scritto per la beata Madre Clelia Merloni.
Babbo ed io abbiamo sempre avuto un rapporto di sincerità, potete immaginare che quindi a volte non andavamo d’accordo ma abbiamo sempre concluso la giornata con la pace. Perché non riesce, non è mai riuscito ad odiare, a distaccarsi, ad abbandonare nessuno.
Le parole sono e saranno sempre poche per descrivere il sentimento che lega un padre al figlio e un figlio al padre. In questi mesi di degenza non ti è mai mancato il nostro abbraccio e affetto e fino all’ultimo ci hai salutato con un bacio.
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino”.
Ma voglio pensare che il tuo amore, il tuo senso di protezione continueranno ad esistere e che da lassù mi guiderà, ci guiderai tutti e ci proteggerai
Non so se sia stato il Destino, certo è che non sapremo quante cose avremmo potuto condividere con te. Ci hai lasciati troppo presto
Spero di ereditare un pizzico della tua intelligenza e voglia di fare del mondo un posto migliore.Ciao papà, con infinito amore.