L’achillea è una pianta erbacea, perenne, aromatica, dal fusto eretto, alta 15-50 cm.
Le foglie, composte da molte foglioline, piccole, esili, sottili, appaiono laciniate, fatto che giustifica il nome millefolium.
I fiori sono piccoli capolini – infiorescenze con numerosi fiori riuniti in un ricettacolo in modo da apparire un unico fiore, caratteristica in tutti quei fiori che il profano, generalizzando, chiama margherite – costituiti da fiori ligulati esterni bianco o rosso–rosa, i fiori interni sono tubulosi e giallo-bianchi.
Predilige i prati poco umidi, pascoli, strade, cresce in terreni di vario tipo, ma generalmente ricchi di azoto. È una pianta medicinale, stomachica, emostatica, tonica. Migliora le condizioni generali della circolazione sanguigna e, di riflesso, della funzione digestiva ed epatica.
Porta il nome di Achillea in onore dell’eroe greco Achille che avrebbe scoperto le sue proprietà vulnerarie su consiglio del centauro Chirone.
Nell’antichità e fino al secolo XVIII, era usata per disinfettare e rimarginare le ferite dei combattenti, mescolandola al grasso.
Autore Antonio Ceglie
Antonio Ceglie, curioso appassionato di erbe e piante spontanee, quelle che la gente di solito e sbrigativamente, chiama "erbacce". Curatore per ExPartibus di una rubrica, non specialistica, relativa a questi "compagni di vita", le piante appunto, con cui conviviamo da migliaia di anni, senza, per questo, conoscerle veramente. Anche se non mi illudo di essere un divulgatore brillante, cercherò piuttosto, me lo auguro, di solleticare la curiosità del potenziale lettore interessato, offrendogli qualche spunto di carattere storico, culinario, o sanitario relativo alle piante stesse.
