La Commissione Europea, in data 29 Ottobre 2014, ha approvato a Bruxelles l’Accordo di Partenariato con l’Italia, con il quale si definisce la strategia per l’uso ottimale dei Fondi Strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione settennale 2014/2020. L’Accordo di Partenariato è suddiviso in 5 sezioni e 5 allegati.
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Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Coesione Territoriale, Graziano Delrio, sottolinea il lavoro costante e continuo per rendere il più efficace ed incisivo possibile il contratto tra Europa e Italia finalizzato appunto alla crescita del nostro Paese. L’intento primario è puntare alla crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva dell’Italia, conformemente alle strategie di Europa 2020 e riportare equilibrio tra le aree svantaggiate. I fondi a disposizione sono cospicui: 32,2 miliardi di euro di risorse comunitarie destinate ai FC, i Fondi di coesione, al FESR, il Fondo europeo di sviluppo regionale e al FSE, il Fondo sociale europeo; 10,4 miliardi di euro per finanziare 23 programmi italiani del FEASR, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (mancano ancora quelli di Puglia e Abruzzo); 537,3 milioni di euro per il FEAMP, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, 642,7 3 milioni di euro per il YEI, Youth Employment Initiative. In totale, quindi 44 miliardi di euro da sfruttare in modo saggio ed intelligente per crescere e superare i profondi divari tra le varie zone dell’Italia. A queste cifre già considerevoli si sommano più di 20 miliardi di euro tra risorse statali e regionali di cofinanziamento e oltre 7 miliardi di euro a sostegno complementare della programmazione nazionale e regionale delle aree meno sviluppate operanti nei programmi paralleli che non sono soggetti alle rigide regole temporali di spesa del disimpegno automatico dei fondi. L’accordo di Partenariato ovviamente è stato raggiunto grazie alla collaborazione armoniosa, parola chiave nell’ottica del lavoro di costante dialogo ai vari livelli istituzionali, di Amministrazioni centrali, Regioni, Enti locali, società civile e in partnership con la Commissione Europea, con l’intento precipuo di superare le criticità che hanno reso complessa l’attuazione del precedente programma 2007/2014. “La capacità amministrativa, il monitoraggio costante, la chiarezza degli obiettivi nazionali saranno al primo posto del nostro lavoro affinché siano produttive le risorse europee ed efficaci le scelte collegate”, spiega Delrio. Va assolutamente potenziata la capacità di spesa dell’Italia nei vari programmi, è inqualificabile e scandaloso che il nostro Paese, profondamente in crisi ormai da troppi anni, non sia in grado di utilizzare strumenti adeguati per crescere rimandando così indietro all’Europa i fondi non spesi. Basti pensare che, relativamente ai Fondi Strutturali della Programmazione 2007/2013, i cui pagamenti si concluderanno a giugno 2015, continua ancora Delrio, “il tasso di attuazione per il Fondo di sviluppo rurale é per l’Italia di circa il 70%, rispetto all’80% della media UE. Le regioni sotto pressione, in quanto in ritardo, sono Abruzzo, Lazio, Basilicata e Campania”. Per i fondi pesca invece, il Ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina, ha indicato che “in alcune regioni, troppe, c’è il rischio di disimpegno”.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.