Presenti anche il Garante nazionale Mauro Palma e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.
Collaborare di più. Per far conoscere la realtà del carcere e per riuscire a realizzare interventi concreti che possano tutelare sempre meglio i diritti e favorire il reinserimento dei detenuti. Un impegno comune nel quale i garanti territoriali possono e devono giocare un ruolo di primo piano.
Questi i temi e gli obiettivi sui quali c’è stata unità di intenti e vedute tra i relatori della prima sessione di lavori della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà che si è aperta questa mattina, 4 ottobre, a Palazzo Pirelli a Milano.
Dopo l’apertura affidata a Carlo Lio, Difensore civico della Regione Lombardia, è stato il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini a porre l’accento sul fatto che:
il primo dei problemi, quello più difficile da affrontare, è di tipo culturale. Bisogna uscire dalla logica del carcere come mondo isolato.
Tutti dobbiamo iniziare a cercare di immaginare, e non è facile da uomini liberi, quanto difficile sia la condizione di un detenuto.
Più riusciamo in questo intento, più semplice sarà, anche sotto il profilo etico, morale e sociale, incidere sui problemi che riguardano il mondo penitenziario.
Ha aggiunto Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà:
L’essenza del nostro compito è garantire una vigilanza che abbia anche capacità di prevenzione. Dobbiamo capire le situazioni e il loro evolversi per intervenire quando si intravedono possibilità di fenomeni negativi.
Non siamo perciò più definibili semplicemente come garanti dei detenuti perché in un contesto in continuo cambiamento, dove vanno estendendosi le forme di limitazione della libertà, dovremmo avere sempre più competenze.
Palma ha anche approfondito problematiche riguardanti gli aspetti della sanità e degli spazi di detenzione, sottolineando che attualmente sono ben circa 1700 le persone con una pena inferiore a un anno.
Ha sottolineato:
Non possiamo considerare nello stesso modo chi ha una detenzione lunga e chi ne ha una breve.
Nel suo intervento Stefano Anastasia, Coordinatore della Conferenza dei Garanti, ha evidenziato infine la necessità di
mettere all’ordine del giorno del nuovo Governo la richiesta che il carcere sia considerato extrema ratio e superare l’equazione tra pena e carcere.
Siamo e dobbiamo essere garantisti a 360° e non possiamo ammettere che il carcere sia l’unica soluzione.
Non possiamo, poi, trattare i detenuti come nemici pericolosi. Altrimenti avremmo di ritorno inimicizia e ulteriore, nuova pericolosità.
Numeri e dati sui detenuti reclusi in Italia e nelle regioni italiane, aggiornati alla data odierna
In Italia alla data di oggi 4 ottobre sono detenute 60.848 persone, a fronte di una capienza regolamentare nelle carceri italiane stabilita in 50.472 posti. Il sovraffollamento, pari a 10.276 unità, presenta quindi un indice del 20,56%, significativamente aumentato nell’ultimo anno di oltre 5 punti percentuali: l’Italia oggi per sovraffollamento carcerario è pertanto il terzo peggiore Paese europeo dopo la Macedonia del Nord e la Romania, ed è entrata nel mirino delle istituzioni comunitarie preposte a comminare richiami e sanzioni in materia.
La media europea di reclusi nelle carceri è attualmente di 91,4 detenuti ogni 100 posti.
Se si esamina la situazione regione per regione, la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di detenuti pari a 8.619, seguita dalla Campania con 6.157, dal Lazio con 6.569 e dalla Sicilia con 6.498. La regione con il minor numero di detenuti è la Valle D’Aosta con solo 204 persone.
Guardando all’indice di sovraffollamento, la Puglia presenta la percentuale più alta con il 65,3%, ospitando attualmente 3.834 detenuti a fronte di una capienza di 2.319 (+ 1.515). Seguono la Lombardia con un indice di sovraffollamento pari al 39,1% (+ 2.400 detenuti), la Liguria con il 37,4% (413 detenuti in più rispetto a una capienza di 1.104 posti) e l’Emilia Romagna con il 34,3% (3.751 detenuti rispetto ai 2.793 previsti).
Sono solo due le regioni italiane a rispettare i limiti di capienza: la Sardegna, che ospita 2.302 detenuti a fronte di una disponibilità di 2.714, e il Trentino Alto Adige con 444 detenuti a fronte di una capienza di 506. Quasi in linea con i parametri la Sicilia, dove sono recluse 6.498 persone a fronte di 6.476 posti.
Gli altri interventi istituzionali della mattinata
Giovanna Di Rosa, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, ha fatto presente che
uno dei temi che riguardano l’inclusione sociale, è la scarsa conoscenza dell’effettiva realtà del mondo del carcere. Un universo parallelo conosciuto solo attraverso le rappresentazioni mediatiche e le loro distorsioni, che creano suggestione e ‘notizia’.
Su questo aspetto si deve lavorare di più e il ruolo dei garanti è importante. Avete una grande voce, perché quanto fate, viene raccolto dalla stampa.
L’isolamento della persona all’interno degli istituti di pena, ha ricordato Di Rosa
rende più difficile il suo reinserimento.
Un tema che si lega, ha proseguito
a quello dei diritti. Una volta la loro tutela spettava solo ai magistrati di sorveglianza, oggi dobbiamo lavorare tutti insieme. Quello che a tutti noi interessa è la pratica dei diritti e dell’inclusione sociale per il carcere e le persone private della libertà.
Sulla stessa linea Monica Lazzaroni, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Brescia.
Ha osservato:
Abbiamo attraversato un’epoca più di contrapposizione che di collaborazione. Non si può e non si deve proseguire su questo schema.
La figura del garante è nata in modo un po’ turbolento, non ben vista dalla magistratura di sorveglianza, probabilmente perché ritenuta ‘invasiva’ rispetto alle nostre competenze. Al contrario, dobbiamo collaborare, l’attività deve essere sinergica e penso che le competenze siano complementari quanto diverse.
Se vogliamo dare credibilità e affidabilità alle misure alternative dobbiamo riempirle di contenuti.
E questa a mio modo di vedere, è l’attività principale del garante: cercare di costruire con il territorio opportunità di reinserimento sociale per le persone.
Portando il saluto del Presidente Alessandro Fermi e di tutto l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, infine, è intervenuto il Consigliere Gian Antonio Girelli, Presidente della Commissione speciale sulla situazione carceraria in Lombardia.
Ha affermato:
Quando abbiamo voluto riconfermare la Commissione speciale sulla situazione carceraria ci siamo assunti l’impegno di valorizzare il ruolo che Regione Lombardia può portare avanti, non solo attraverso momenti di riflessione, ma con decisioni e azioni che possano essere portatrici di qualche miglioramento della situazione. Perché di una cosa sono convinto: oggi la situazione non è dignitosa.
Il quadro, ricordato anche oggi, mette in risalto una serie di difficoltà, di inadeguatezze strutturali, di mancanza di personale. Ma ancora di più, e questa è la prima sfida da affrontare, un contesto culturale che poco comprende quello che stiamo dicendo.
Anzi, molte volte è fortemente contrario. Un atteggiamento culturale che è delle persone, ma troppo spesso si ritrova anche all’interno delle assemblee istituzionali. E qui entra in gioco in maniera forte il ruolo dei garanti, che devono diventare e essere sempre più di grande ‘scomodità’ nei confronti delle istituzioni, richiamandole a svolgere fino in fondo il loro ruolo.
Sono intervenuti tra gli altri anche Pietro Buffa, direttore Provveditorato regionale Amministrazioni penitenziarie, e Franco Maisto Garante dei detenuti di Milano. Era presente Maria Laura Fadda, Corte d’Appello di Milano.
Il programma dei lavori
Nel pomeriggio di oggi fino alle ore 19:00 l’Assemblea si articolerà in gruppi tematici di approfondimento sulle questioni più rilevanti, dalle condizioni di vita ai regimi detentivi, dall’assistenza sanitaria e sociale, all’istruzione, alla formazione professionale, all’inserimento lavorativo e alla condizione degli stranieri in carcere e nei centri di permanenza per il rimpatrio. Ai gruppi di lavoro contribuiranno esperti e operatori, come il delegato ai poli penitenziari della Conferenza dei Rettori delle Università italiane Franco Prina e il Presidente della Società italiana di Medicina e Sanità penitenziaria Luciano Lucanìa.
Domani, sabato 5, a partire dalle ore 9:00, l’Assemblea si riunirà presso la Casa della Cultura di Milano, in via Borgogna 3, per la sessione conclusiva. Presiederà i lavori Franco Maisto, Garante dei Detenuti di Milano: sono previsti gli interventi dell’Assessore ai Servizi sociali del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti, del Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria della Lombardia Pietro Buffa, del Presidente della Cassa delle Ammende Gherardo Colombo, della Presidente del Coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza Antonietta Fiorillo, del Presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza Riccardo De Facci, della Presidente del della Conferenza nazionale del volontariato della giustizia Ornella Favero e di Gian Domenico Pisapia in rappresentanza della Camera Penale di Milano. Al termine l’intervento conclusivo di Franco Corleone, Garante della Regione Toscana e decano dei garanti territoriali.