Debutta in Italia la laurea magistrale in inglese che unisce scienza e discipline umanistiche per comprendere e raccontare i cambiamenti climatici
Riceviamo e pubblichiamo.
Visto ciò che lascia presagire per il futuro della terra, credo che il cambiamento climatico dovrebbe essere la principale preoccupazione degli scrittori di tutto il mondo – e così non è, mi pare.
Con passaggi come questo, Amitav Gosh ha messo intellettuali, scrittori, artisti, di fronte alla “grande cecità” che ha coinvolto anche loro. Quello che il grande scrittore indiano non poteva immaginare, è che presentando il libro ‘La Grande Cecità’, da cui è tratto il passaggio citato, potesse ispirare la creazione della prima laurea italiana in Environmental Humanities.
Era il maggio 2017. Gosh inaugurava il Center for the Humanities and Social Change dell’Università Ca’ Foscari Venezia, oggi laboratorio di ricerca sul rapporto tra cultura e ambiente. Meno di tre anni dopo, la nuova laurea magistrale entra nell’offerta formativa dell’ateneo veneziano, che ha appena aperto alle immatricolazioni per l’anno accademico 2020/21.
Spiega Shaul Bassi, Direttore del Centro e coordinatore della nuova laurea in Environmental Humanities:
Ci piace pensare che quell’incontro abbia aperto gli occhi su un’esigenza che va ben oltre il mondo della cultura la sfida globale posta dalla crisi climatica e ambientale, anche con le sue ricadute sanitarie, richiede approcci multidisciplinari e una cooperazione tra saperi senza precedenti.
Abbiamo progettato un percorso tra le scienze, le discipline umanistiche e le arti, per formare la prossima generazione di operatori culturali, intellettuali pubblici, formatori e leader capaci di immaginare, raccontare ed educare ad un futuro sostenibile per l’ecosistema terrestre.
La laurea sarà interamente in inglese, afferma Bassi, per
aprire le porte agli studenti stranieri, ma soprattutto per dare a tutti l’opportunità di misurarsi e trovare lavoro in un contesto internazionale.
I posti disponibili sono 70. Tra gli sbocchi professionali la consulenza, la comunicazione e l’educazione ambientale e la cura di eventi culturali.
I corsi saranno tenuti da docenti di tutti i dipartimenti dell’ateneo, dimostrando il superamento della tradizionale dicotomia tra le risposte alle problematiche ambientali delle discipline inerenti alla “natura” e quelle inerenti alla “cultura”.
Accanto a corsi focalizzati sugli aspetti scientifici per comprendere la fisica, la chimica e gli impatti sugli ecosistemi, ci saranno corsi di antropologia, letteratura, storia, filosofia ma anche diritto, economia.
Attingendo alla tradizione cafoscarina di studio e ricerca sulle civiltà asiatiche, inoltre, ci saranno, ad esempio, corsi focalizzati sul panorama della storia ambientale dell’India, sulla governance ambientale della Cina, sulla natura nel mondo persiano o ancora sul rapporto tra Buddhismo, natura e tecnologia nell’estremo Oriente, per sottolineare la necessità di uno sguardo interculturale sulla questione ambientale.
La città in cui questa laurea nasce offre un altro motivo di interesse per gli studenti.
Fa notare Bassi:
Venezia non è un luogo qualsiasi in cui studiare le Scienze Umane Ambientali questa città pone e stimola riflessioni critiche e risposte creative immediate.
Per questo, nel programma viene dato spazio anche all’esperienza diretta dell’ecosistema lagunare veneziano e all’interazione con la scena culturale della città, sotto la guida di docenti, professionisti esterni e scienziati ambientali.
Il programma si inserisce nel paradigma accademico innovativo delle Scienze Umane Ambientali che si sta rapidamente affermando in tutto il mondo, rispondendo a urgenti problematiche ad oggi poco studiate in Europa ma che stanno prendendo piede nel mondo anglofono, nei paesi nordici e in Asia.
L’esperienza di Ca’ Foscari è già parte di una rete di 23 programmi di Environmental Humanities sorti in tutto il mondo.