Durante l’assemblea del Partito Democratico,tenutasi a Milano, il premier Matteo Renzi ha annunciato l’ennesima “rivoluzione” che colpirà il nostro Paese e questa volta il tema è molto delicato: la riforma riguarderà le tasse. Quello annunciato dal capo di governo è un vero e proprio crono- programma: si partirà dalla tassa sulla prima casa, Imu agricola e tassa sugli imbullonati (imposta che colpisce i già affannanti imprenditori perchè riguarda le macchine utilizzate dalle imprese e che diventano immobili perchè fissate al suolo) al 2016, interventi su Ires ed Irap dal 2017 e misura su scaglioni Irpef e pensioni dal 2018. Ma Renzi assicura che che tutto queste manovre non faranno aumentare il debito pubblico a patto che si prosegua con la strada delle riforme e sbloccare i 20 miliardi fermi per investimenti e infrastrutture.
Buona parte della parte conclusiva del discorso è stata dedicata proprio al tema del fisco e Renzi ha affermato che “per quanto i parametri di Maastricht”, i quali stabiliscono i requisiti economici e finanziari che gli stati dell’Unione Europea devono soddisfare per entrare a far parte dell’unione economica e monetaria e che riguardano la stabilità dei prezzi, la situazione delle finanze pubbliche ed i tassi di interesse a lungo termine, “siano antiquati, noi comunque ci impegniamo a rispettarli perchè non vogliamo che il debito italiano continui a crescere”. Secondo le prime stime elaborate da fonti di governo, l’annunciata riduzione delle tasse porterà ad un calo di 45 miliardi in tre anni: 5 miliardi nel 2016, 20 miliardi nel 2017 e 20 nel 2018. La domanda spontanea è: dove il governo troverà tutti questi soldi? Renzi ha subito tranquillizzato gli italiano affermando che sono mesi che i tecnici del governo lavorano alla riforma ed hanno trovato le coperture necessarie, partendo dagli sprechi degli enti pubblici. Anche il Ministro Padoan ha dichiarato che l’eliminazione delle tasse sarà un tocca sana e darà un forte incentivo alla lotta all’evasione fiscale. Ma Renzi ha parlato anche delle altre riforme che il governo ha in cantiere: a partire da quella della Pubblica amministrazione che “entro il 7 agosto avrà la lettura definitiva in Senato”. A settembre il governo punta anche a chiudere la riforma costituzionale ed entro l’anno prossimo si prevede l’approvazione delle unioni civili, per cui la corte di Strasburgo ha condannato l’Italia. L’ha stabilito la Corte europea dei diritti umani, secondo la quale l’Italia ha violato i diritti di tre coppie omosessuali, e in particolare per quanto riguarda l’articolo 8 della Convenzione europea: cioè il diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.