La Vicepresidente della Regione Toscana alla conferenza ‘Generiamo il futuro’
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Nel campo delle scienze della vita, così come in altri contesti tecnico-scientifici, le politiche regionali per l’alta formazione cercano non soltanto di facilitare un più ampio accesso dei giovani all’istruzione universitaria attraverso specifiche azioni di orientamento e supporto economico, ma anche di favorire la formazione di competenze di alto profilo che possano poi trovare collocazione in ambiti strategici del sistema economico-produttivo regionale, rafforzandone la competitività.
La Vicepresidente e Assessore a cultura, università e ricerca Monica Barni ha partecipato stamani a Siena alla tavola rotonda su ‘Ricerca e salute per generare il futuro: il sostegno alla ricerca ed all’innovazione nelle scienze della vita’, moderata da Pino Di Blasio, QN-La Nazione, nell’ambito della Conferenza ‘Generiamo il futuro’, sulla ricerca nelle scienze della vita in Toscana, organizzata da Regione e Fondazione Toscana Life Sciences.
Ha detto Barni:
Per raggiungere questi obiettivi la Regione si avvale di una serie di strumenti attraverso i quali si propone di intervenire lungo tutta la filiera della formazione universitaria, agendo “a monte”, in uscita dai percorsi di istruzione secondaria superiore, “in itinere”, con interventi volti a favorire una maggior adesione dell’offerta universitaria ai fabbisogni emergenti del sistema produttivo, e “a valle”, per migliorare il grado di occupabilità degli studenti e dei ricercatori universitari, e per accrescere il trasferimento dei risultati delle attività di ricerca condotte in questo ambito verso il mondo produttivo.
Tre, ha chiarito Monica Barni, i principi conduttori delle politiche regionali per alta formazione e ricerca:
Il primo sta proprio nell’assumere lo stesso concetto di filiera come base di una visione strategica che deve collegare tra di loro i diversi punti del sistema, stabilendo connessioni tali da favorire reciproche sinergie.
Il secondo cardine è quello di assicurare la coerenza dei diversi interventi rispetto agli assi strategici che sono alla base dei programmi regionali di sviluppo.
Il terzo principio è quello dell’interlocuzione con tutti gli attori della ricerca e dell’innovazione per una governance condivisa.
Tra il 2014 e il 2017, le borse Pegaso assegnate su tematiche riconducibili alle Life Sciences sono state complessivamente 81, per un importo finanziato di 4,4 milioni di euro, il 30% delle borse assegnate e degli importi finanziati nel corso dello stesso periodo. Altri progetti sono stati finanziati per quasi 3 milioni, attivando investimenti pari a circa 4 milioni e mezzo di euro.