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‘Trilogia cubana’ al PAN

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'Trilogia cubana'


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Il 13 settembre incontro pubblico con Ernesto Bazan e inaugurazione mostra visitabile fino al 13 ottobre a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Il 13 settembre alle ore 17:00 nel salone conferenze del PAN Palazzo delle Arti Napoli, si terrà un incontro pubblico con il fotografo Ernesto Bazan moderato da Giovanni Chianelli, giornalista de Il Mattino. Alle ore 18:00, dopo il dibattito, Ernesto Bazan accompagnerà il pubblico nelle sale del primo piano del PAN per inaugurare la mostra ‘Trilogia cubana’, visitabile fino al 13 ottobre.

Promossa dal Comune di Napoli, dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dal PAN – Palazzo delle Arti Napoli, la mostra è organizzata dalla BazanPhotos.

Sono arrivato a Cuba per la prima volta, quasi per caso, nell’autunno del 1992; ho iniziato una relazione amorosa con l’isola, durata quattordici anni. Per le strade dell’Avana ho ritrovato la mia infanzia siciliana. Non avrei mai immaginato che a Cuba avrei trovato il mio destino, che li una parte molto importante della mia esistenza, sia da uomo che da fotografo, fosse già stato determinato.

Per tanti anni avevo fortemente desiderato Cuba come si desidera una donna che incontri e non riesci più a toglierti dalla testa. Sono quasi certo di esserci vissuto in un’altra vita.

La mostra Trilogia Cubana di Ernesto Bazan allestita nel Palazzo delle Arti di Napoli, ubicato nello storico palazzo Carafa di Roccella in via dei Mille, presenta 100 immagini fra le sue migliori fotografie scattate a Cuba dal 1992 al 2006.

Fanno parte della mostra le fotografie tratte dai suoi tre libri: ‘Bazan Cuba’, 1998, ‘Al Campo’, 2011, e ‘Isla’, 2014. Nel percorso espositivo i tre corpi di lavoro si mescolano fra loro creando una commistione unica e personale. Il visitatore viene trasportato in un viaggio intimo fra i personaggi di un’isola piena di poesia, sofferenza, gioia ed empatia che ricorda in molti aspetti la sua Sicilia natia: le due isole diventano una.

Nel primo libro ‘Bazan Cuba’, il fotografo coglie la quintessenza del vivere quotidiano fotografando gente sconosciuta incontrata per qualche secondo per le strade dell’isola; un approccio reportagistico che si coniuga a quello più intimo e personale che si evidenzia nelle foto che ritraggono vari momenti di vita della sua famiglia e dei suoi amici contadini, con i quali ha condiviso lunghi periodi nelle indimenticabili campagne cubane.

In ‘Al Campo’, il suo progetto fotografico a colori esprime le indimenticabili esperienze condivise con i suoi amici contadini. Le foto raccontano gli straordinari colori dell’isola e in modo particolare della campagna cubana, con le sue straordinarie sfumature di verdi, gialli, rossi e azzurri.

In ‘Isla’, il terzo volume della trilogia, il fotografo ha utilizzato una macchina di formato panoramico e pellicola in bianco e nero.

Parlando di quest’opera il fotografo ha affermato:

Scattando in panoramico dovetti prendere le distanze, allontanarmi dai miei soggetti per sfruttare meglio il formato. Sento che queste immagini sono forse fra le più tenere, più intime, più metafisiche, più meditative: i soggetti sembrano contemplare la propria esistenza chiedendosi che destino li aspetti, dove condurrà la propria caducità e se la loro infinita attesa troverà tregua.

Come ha rilevato la grande critica americana Vicki Goldberg nel suo epilogo nel primo libro:

Ernesto sembra essere nato cubano per il suo temperamento ed esserlo diventato ancora di più con la famiglia e i tanti anni di permanenza sull’isola. Il suo racconto, presentato con un linguaggio inconsueto, quasi labirintico, non è quello di un osservatore bensì quello di un insider.

Ben lungi dall’essere uno spettatore esterno paracadutato sull’isola per un tempo limitato, Ernesto Bazan scelse di vivere dentro questa esperienza di vita irripetibile, mescolandosi con i cubani, diventando uno di loro, condividendo le loro gioie e i loro dolori.

Quando si riferisce al suo lavoro cita spesso Rainer Maria Rilke, uno dei suoi mentori spirituali:

Il tempo non si misura, un anno non importa, e dieci anni non sono niente. Essere un artista significa non enumerare e contare, ma maturare come l’albero che non forza la sua linfa, e si erge sereno durante gli acquazzoni primaverili, senza preoccuparsi che poi l’estate non verrà. Viene. Ma viene solo per coloro che sono pazienti, che stanno lì come se l’eternità giacesse davanti a loro, così incurantemente silenziosa e vasta. Lo apprendo ogni giorno della mia vita, lo apprendo con dolore. Ne sono grato: la pazienza è tutto.

Ernesto Bazan nel 1979 a Palermo, ascolta una voce in sogno che gli sussurra poche parole:
“Devi fare il fotografo!” Da quel momento intraprende il suo destino fotografico e si trasferisce a New York per studiare fotografia alla School of Visual Arts. Dopo la laurea entra nell’agenzia Magnum per poi intraprendere la carriera da fotografo freelance rappresentando le maggiori testate giornalistiche europee e americane.

Ernesto Bazan è un maestro della fotografia italiana conosciuto in ambito internazionale, punto di riferimento anche e soprattutto per giovani fotografi di tutto il mondo, che da quasi vent’anni partecipano ai suoi workshop attivi a Cuba dal 2002.
Quattordici anni di vita e fotografia all’interno dell’isola di Cuba hanno cambiato totalmente la sua vita. Proprio lì incontrerà Sissy, la sua compagna di vita, dalla cui unione unione nasceranno i loro gemelli Pietro e Stefano.

Il suo lavoro cubano gli ha dato il privilegio di vincere alcuni fra i più importanti riconoscimenti internazionali fra cui: il W. Eugene Smith Memorial Fund, il Mother Jones Foundation for Photojournalism, il Dorothea Lange-Paul Taylor Prize, il World Press Photo, due borse di studio: una della Alicia Patterson Foundation e la seconda dalla Guggenheim Foundation.

L’incontro è aperto a tutti fino a esaurimento posti.