In scena il 14 agosto al Tempio di Nettuno
Riceviamo e pubblichiamo.
Martedì 14 agosto, ore 21:30, presso il Tempio di Nettuno del Parco Archeologico di Paestum (SA) l’Accademia Magna Graecia in collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum, nell’ambito dell’ottava rassegna teatrale estiva ‘…dal mito a + ∞’ presenta lo spettacolo ‘Medeae… da Euripide in poi‘ riadattamento e regia Sarah Falanga.
Con Sarah Falanga, Christian Mirone, Laura Mammone, Stefano Pascucci, Lia Zinno, Patrizia Di Martino, Giusy Paolillo, Maria Fiore, Damiano Agresti, Marco Gallotti.
Danzatrice Sara Mazzamurro.
Un particolare ringraziamento va alle piccole: Francesca Pia Giulio e Arianna Santomauro.
Disegno luci Christian Mirone.
Scene Giuseppe Zarbo.
Costumi: Leticia Craig.
Note di regia
Nel titolo dello spettacolo il genitivo latino del nome – Medea, ae – ossia “di Medea”: un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue, di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea.È il viaggio di Medea, la visione “globale” del ruolo che questo personaggio ha avuto nel corso dei secoli. Euripide ha giocato sicuramente un ruolo decisivo. Infatti, fa da spartiacque tra due modi diversi di interpretare questa figura. L’elemento centrale della leggenda di Medea, o meglio quello che era divenuto centrale dopo Euripide, l’infanticidio, era stata un’innovazione del tragediografo ateniese rispetto alla tradizione precedente. Dopo il 431 a.C., la rappresentazione euripidea ha esercitato il suo influsso sulle letterature successive.
Euripide, Seneca, Grillparzer, Anouilh, Alvaro, Pasolini, fino a Christa Wolf, sono compagni di questo viaggio teatrale verso Medea, per portare tutto quello che “di Medea” abbiamo imparato nei secoli.
Mi affascina il tentativo di giungere, per quanto possibile, alla base di tutte queste tradizioni, non con approccio scientifico, bensì come attrice e regista, con immaginazione e fantasia nutrite tuttavia da un’ampia conoscenza delle condizioni di vita di questa figura.
Tutti gli autori di Medea sono stati di supporto al riadattamento del testo che va in scena leggero, lineare, moderno nell’essenza e nella messa in scena.Parte del prologo, scritto di getto, in un sol fiato, pensando a quanto di Medea vi sia in ogni donna attrice e spettatrice:
“Io, Medea. È l’ultimo sguardo. Attraverso l’ultima stanza di questo palazzo che mi vide padrona, madre, tradita. Ora, la libertà! La libertà è l’esilio e la condanna a una missione suprema… Condanna di luce per l’eternità, per chi mi incontrerà. La luce di una scoperta. Scoperta e valore di una dignità. Esilio. Esilio. Esilio, si! Per ogni donna il racconto, la storia, il viaggio… Il meraviglioso sacrificio di un viaggio… Il mio castello, da ora in poi, è il mondo! Ed è affanno, è verità… È sofferenza di libertà… Ricomincia il gioco del dolore…”
La scena è un ring entro il quale il pubblico è avvolto. Persa la dimensione abituale, rompendo la “quarta parete”, lo spettatore è al centro della vicenda, proprio come succede nell’animo di Medea, costretta da tutta l’eternità a rivivere il suo dramma ogni volta che il teatro lo chiede, o meglio ogni volta che il “dovere di catarsi” richiama l’essenza di un personaggio teatrale.
In scena sette Medee, che rivivono il tormento dell’uccisione come estrema ratio, fino a giungere all’epilogo che chiude il cerchio, che presagisce un nuovo inizio… il ritmo ininterrotto di un’esperienza che da secoli il personaggio è votato a donare al pubblico e dal quale non può esimersi, destino dal quale non può prescindere ed in questo ciclo v’è l’eterno tormento, dal quale per sua stessa natura non può liberarsi nonostante l’estrema sofferenza di ogni spettacolo.
“La donna, infatti, è piena di paura, vile di fronte alla forza; ma quando viene offesa nel suo letto non c’è altra mente che sia più sanguinaria. Donne di Corinto, vi parlo perché non abbiate nulla da rimproverarmi. Eccomi qua, questa l’ultima stanza del Palazzo? Ma no… se il mio palazzo è il mondo… questa non è che la continuazione di un viaggio… e ci sarà una nuova stanza, ed un’altra ancora… dove incontrare altri sguardi. Il mio viaggio nelle coscienze dell’eternità… Medea!”
Medea: libera, magica e orgogliosa creatura.
Sarah Falanga
A Paestum gli dei non conoscono ostacoli e vogliono TEATRO
Nonostante gli ostacoli e le complicanze burocratiche legate alle nuove normative, la rassegna teatrale estiva dell’Accademia Magna Graecia, torna in scena per onorare la sua ottava edizione.
Il teatro è un lavoro artigianale, sempre più prestigioso e raro, sempre più mortificato ed irriconoscibile ad occhi “televisivi”, purtroppo, inesperti. Le esili risorse economiche, non rappresentano un limite per i progetti morali, etici! L’attore, che sia ATTORE, è un volontario… un CAPRO ESPIATORIO, un benevolo portatore di una missione assoluta: la trasmissione della cultura… e per questo si rischia, ma ne vale la pena… “a volte bisogna pagare con la vita!” La vera vita e la sua vera fonte è a Poseidonia, dove si ritrova l’essenza del nostro essere, dove si respira di storia e della sua responsabilità…dove il pubblico ritorna a respirare!
Torniamo in scena per Poseidonia e per il nostro straordinario pubblico. Vi aspettiamo!
Sarah Falanga
Prenotazione obbligatoria – sedute limitate
Costo del biglietto:
– intero €25,00
– ridotto €23,00 ragazzi di età compresa 7-18 anni
– gratis bambini di età compresa 0-6 anni
Acquisto online
Location e ingresso:
Area del santuario meridionale – Tempio di Nettuno – Paestum (SA).
Per info e prenotazioni:
339-3562828 – 366-9555096