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Vivaio Donna: imprese che partecipano al mentoring

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Le aziende nel dettaglio

Le imprese che partecipano al mentoring “Vivaio Donna”: Open MarkNino LettieriKilesa ItaliaMaison AcademiaGlovessuDesign

Open Mark
Gabriella Amodio, imprenditrice, licenziataria in Europa del marchio Hello Kitty, la sua azienda è Open Mark, nata nel 1995 da Gabriella e da Antonello Amodio seguendo la tradizione familiare. È localizzata nell’area industriale di Caivano. Detiene licenze con esclusiva europea di molti marchi della multinazionale giapponese Sanrio, il più famoso dei quali è appunto Hello Kitty. I giapponesi la chiamano “Gabry–san” perché la considerano in “famiglia” da tanto tempo. La Open Mark è specializzata nella creazione, design produzione e commercializzazione di una linea di intimo, pigiameria, costumi da bagno e accessori, cappelli, sciarpe, guanti, grembiuli, calze collant per uomo donna, bambino. Il padre già produceva calze classiche per uomo, donna bambino, poi il passaggio dai telai meccanici a quelli elettronici, il “time to market” portò una innovazione di processo e di prodotto che coincise, in quel periodo, con il cambio di una motivazione di acquisto: “Non sembrare ma essere”. Insomma un buco nel mercato che la Amodio colmò. Non c’era nessuno che avesse le macchine o la tecnologia giusta. All’epoca aveva 22 anni e per sembrare più credibile indossava perle e tacchi per darsi un tono. Poi dal core business, produzione di calze, donna uomo bambino disegnate, è passata ai pigiami, e dopo agli accessori, ai costumi da bagno, alle sciarpe, ai cappelli e guanti. Infine, il colpo di fortuna: legare la sua precedente esperienza ad Hello Kitty, diventando la prima licenziataria europea di un marchio giapponese. E come li agganciò?

Chiamai l’agente della Sanrio Italia il quale mi mise in contatto con un responsabile giapponese. Insomma un insieme di circostanze positive ma anche tanta intraprendenza. È cresciuta nel tempo attraverso un passaparola – dichiara Gabriella Amodio – un fenomeno nuovo, abbastanza atipico, una politica di marketing efficace, di personalizzazione delle collezioni. È  come se avessi una multinazionale tascabile in cui ci sono tante aziende che producono prodotti diversi ma coordinati tra di loro, pur rimanendo una piccola azienda.” Tutta la parte creativa del design è interna all’azienda e poi la produzione è fatta anche da loro, dipende dagli ordini. C’è tutto ciò che serve per la produzione e per la creazione del prodotto: macchinari e professionalità; manager di produzione e di controllo. Il prodotto è sottoposto ad una verifica di qualità molto elevata, anche dai giapponesi. Prima il business valeva il 70% Italia e il 30% all’estero. Prima i mercati ricchi erano Francia, Italia e Spagna, perché la qualità della vita era più alta e i prezzi di vendita dei prodotti erano più alti. “In Europa l’unico mercato che ancora regge è la Germania, importante seppure “povero” – conclude la Amodio – perché cerca prodotti di primo prezzo e quindi di fascia medio/bassa. In futuro investirei sui mercati emergenti, dove c’è ancora molto da investire e da inventare, come Sud America, Turchia, Marocco, Emirati e Cina”.

Nino Lettieri  Via Lepanto, 95, Pompei
Nino Lettieri, stilista di Alta Moda, di origini campane, è uno dei nomi più importanti e prestigiosi della couture italiana. Dopo il diploma e l’esperienza nell’atelier della madre, si trasferisce a Milano dove collabora con i nomi più riconosciuti del Fashion System. Inizia come stagista da Ferrè nel 1983 e prosegue con tantissime esperienze nei vari settori della moda, dagli accessori ai gioielli, dalle pellicce agli abiti da sera, passando anche per l’abbigliamento uomo e bambino. Nel 1992 ritorna a Pompei e inaugura il suo nuovo atelier che immediatamente riscontra un gran successo di pubblico, nel quale vengono realizzate collezioni di alta moda e alta moda sposa, con tecniche di alta sartorialità. Nel 2000 Lettieri inizia a intraprendere una promozione internazionale delle sue collezioni approdando con i suoi preziosi abiti a Miami, Dubai, Boston, New York, Parigi e Barcellona. In Italia è presente negli eventi più prestigiosi di Milano e Firenze. Nel 2010 entra a far parte del Calendario di AltaRomaAltaModa dove riscuote uno strepitoso successo di pubblico. Stupirà con la collezione “Luxury“: dieci abiti dalle forme geometriche, realizzati con tessuti con fiori a rilievo ton sur ton,  raffia in oro e nero e piccoli volant di pelle traforata. Colore dominante il nero, che si ritrova anche nel pizzo chantilly, le righe irregolari bianche e nere nei tailleurs e gli abiti da gran sera che da sempre contraddistinguono le collezioni dello stilista. Creazioni redcarpet, con ricami di cristalli e micro paillette localizzati sulle spalline come galloni militari. Nino Lettieri, con le sue bluse di organza, aeree, leggerissime come nuvole; i suoi ricami di paillette e jais in contrasto superchicblack&white; gli abiti da sera lunghi e trasparenti che disegnano una silhouette geometrica ma morbida in cui le spigolature delle forme si perdono nelle ricche pieghe e nei volant. Tessuti fluttuanti, volumi importanti, accessori preziosi, mikadi e organze triple in un gioco armonico di sovrapposizioni. “Una vera ispirazione non c’è mai all’inizio, creo d’impulso, lascio andare il mio estro a qualsiasi forma d’arte – dichiara Nino Lettieri – basta un particolare o un suono improvviso o ancora una immagine distratta per dare vita a qualcosa che poi si trasforma in abito. Spero di regalare emozioni come tanti grandi hanno fatto con me nel passato, senza mai eccedere né offendere quello che stimo di più: la donna”. In passerella creazioni fantastiche, di altissima sartorialità, talvolta perfette come un’equazione. Nulla di più, nulla di meno se non la perfezione.

Kilesa Italia
Bianca Imbembo, amministratrice dell’impresa Encroc srl di Caserta, una start up, nata nel 2012. Attraverso un’analisi di mercato ha cercato di realizzare un prodotto innovativo e di qualità al di fuori dei canoni tradizionali, molto artigianale e soprattutto made in Campania, seguito nei minimi particolari da lei. Ha iniziato realizzando accessori e borse di feltro, un materiale poco esplorato, con uno stile glamour, fashion. La tutela dell’ ambiente, il rispetto per le risorse naturali e la valorizzazione della convertibilità delle materie prime, hanno ispirato KILESA, dando vita ad un progetto innovativo, coniugando la passione per la moda. Utilizza il riciclato dal pet, un materiale che sposa l’ecosostenibilità, ricavato dalle bottiglie di plastica che vengono così riutilizzate. La voglia di rimettersi in gioco a 40 anni realizzando un sogno di un’ adolescente che nella moda ha sempre visto il suo mondo e la realizzazione di una donna, la passione che si cela dietro un attento studio del prodotto e una assoluta dedizione al lavoro, hanno permesso a questo progetto di prendere forma e di crescere. Il desiderio diventato realtà. Uno stile quello di KILESA ben riconoscibile, che si caratterizza per un Mood estremamente femminile, totalmente Made in Italy, che deve il suo successo alla elevata capacità di personalizzazione e identità del prodotto di qualità, eccellenza e cura dei particolari. Kilesa ottiene le più importanti certificazioni di qualità ed in particolare il certificato dall’Istituto dei Produttori, Brand 100% Made in Italy. L’attenzione ai processi innovativi e il rinnovarsi, porta l’azienda ad utilizzare diverse tipologie di materiali per le sue creazioni. Da qui il progetto presentato in occasione di Expò 2015 alla Regione Campania che ha riscontrato grande interesse.

Sono fiera di presentare questo progetto frutto di un’intesa con l’Università di Parma e la stilista Roberta Razzano che collabora con il laboratorio di fisica gastronomica e di fisica delle strutture tessili dell’ Università.” In sostanza lei mette insieme aziende, persone che realizzavano un accessorio su sua indicazione? “Io compro le materie prime, compro feltri in Toscana e Campania, mi occupo dello stile insieme ad una stilista”. Perché Kilesa? “E’ un nome che trae origine dal buddismo tibetano, sono quei sentimenti contrastanti che rimandano all’ambizione – racconta Bianca Imbembo – alla paura, emozioni forti calmati con la samatra. Ho studiato un nome non banale, sono attenta ai dettagli.

Distribuisco il mio prodotto attraverso canali tradizionali, agenti per il Mezzogiorno e tra poco anche il Lazio, attraverso l’e-commerce, l’innovazione della vendita è anche attraverso le fashion blogger. Vede, voglio dare una impronta etica al mio prodotto.

Maison Academia
Maison Academia di Mary Palomba e Maurizio Palumbo, Ceo, la start up fondata nel 2011, una piattaforma online che dà voce alle nuove generazioni di stilisti emergenti. Il team è composto anche da Sandra Palomba, 32 anni, content manager, Carmine La Valle, 39 anni, Cto, Davide Cariani, 27 anni, front-end editor, Olivia Marogna, 30 anni, community manager. È il primo fashion brand di moda made in Italy creato da stilisti emergenti provenienti da tutto il mondo che dialogano con esperti del settore, appassionati di moda e un network selezionato di aziende manifatturiere italiane che capi in vendita unicamente online, consultabile attraverso il sito www.maisonacademia.com.

Dichiara Mary Palomba:

Ci avvaliamo di esperti del settore moda in grado di prevedere i trend, le idee più innovative e le linee strategiche vincenti e di una duplice strategia distributiva che permette di sfruttare appieno sia i canali online che offline.

Una storia di successo, insomma, costruita passo dopo passo, che si va allargando. Un esempio? Nel progetto è stata coinvolta anche Michela Piva, già amministratore delegato della Gianfranco Ferrè e di Malo. Mary e Maurizio, entrambi con anni di esperienza nel settore della comunicazione e della pubblicità, hanno ricevuto un primo finanziamento di 25 mila euro da Luiss Enlabs, sotto forma di micro seed. Nel 2012 è stata selezionata per rappresentare l’Italia all’Italian Business & Investment Initiative a New York, poi la start-up è stata ammessa al TechCrunch Italy, recentemente è stata selezionata tra oltre 5000 aziende in tutto il mondo per il WebSummit di Dublino. Nel 2014 vince il premio SMAU innovazione e Donna Forza 8 organizzato dalla regione Lazio. Ma l’innovatività del progetto ha destato l’interesse della Filas, Finanziaria Laziale di Sviluppo, che ha investito 500 mila euro, insieme a un pool di importanti imprenditori privati che hanno acquisito una partecipazione pari al 33,3% della società.

Gloves dei Fratelli Forino
La grande bellezza del guanto in pelle, la straordinaria qualità della manifattura e il design innovativo contraddistinguono il marchio di fabbrica di Gloves dei Fratelli Forino. Un’azienda che affonda le proprie radici nella tradizione napoletana della lavorazione dei guanti in vera pelle in cui le sapienti tecniche artigianali (taglio, cucito..) e lo spiccato gusto per la bellezza si trasmettono di generazione in generazione. Eleganza, raffinatezza del guanto ma anche essenzialità, praticità: elementi che, uniti alla cura dei particolari e alla scelta delle materie prime, esaltano il prodotto e posizionano Gloves dei Fratelli Forino tra i marchi di guanti più richiesti ed apprezzati sui mercati internazionali, dagli Stai Uniti al Giappone, dalla Russia ai Paesi dell’Est, mentre in Europa: Italia, Germania, Francia, Norvegia, Olanda, Inghilterra. In queste condizioni non stupisce che oltre il 60% della produzione sia destinata all’estero. La partecipazione alle principali Fiere: Mipel Milano, Premiere classe Parigi, Obuv Mosca , Magic Las Vegas. Ci si inerpica lungo la Salita Santa Elia, nel quartiere Sanità di Napoli, per arrivare alla Gloves dei fratelli Forino, azienda nata su iniziativa del nonno Luigi nel 1899 sulla base dall’antica tradizione di famiglia e che oggi prosegue con la terza generazione rappresentata dai 4 figli di Gennaro Forino: Antonio, Roberto, Luigi e Daniela. Dalla fine dell’ottocento, dal nonno Luigi appunto, si è successivamente passati alla tempra e all’energia di Gennaro Forino, il patriarca coadiuvato dai tre fratelli. Il risultato è che competenze, professionalità, artigianalità e innovazione si intrecciano, e si consolidano nella Gloves dei Fratelli Forino, creando guanti di tendenza ed una vasta gamma di circa 200 originali modelli. Grazie anche alle operose, rigorose ed abili specializzazioni degli artigiani locali. Trasformazione della pelle, taglio, disegno, cucitura e assemblaggio danno vita alle originali collezioni di guanti uomo-donna, eleganti, sportivi, che fanno distinguere Gloves dei Fratelli Forino nel panorama delle piccole aziende del Mezzogiorno d’Italia. E’ la terza generazione a rappresentare l’attuale management aziendale: Daniela, Antonio, Roberto, Luigi. Raccontano la storia operosa e di respiro internazionale dell’impresa presieduta dall’ottantenne Gennaro che non stacca mai le mani dal guanto che sta assemblando. Dal loro versante, si delineano strategie e visionarietà, si fronteggiano i mercati e l’economia globale, riaffermando il valore della lavorazione artigianale. Si intensificano gli scambi internazionali sia attraverso i canali web che attraverso la partecipazione alle più importanti fiere internazionali.

Dichiara Daniela Forino:

Il Made in Italy è narrazione, parola, sapienza artigianale trasformazione delle materie, competenza, innovazione, design, alta moda. Tutto questo racchiude il marchio Gloves dei fratelli Forino, tratto distintivo dei guanti in pelle da indossare sempre.

suDesign
SuDesign è una giovane realtà napoletana nata nel 2010 che si avvale di professionisti e maestranze locali che sta avendo importanti riscontri sia in Italia che all’estero, un’azienda, nata nel 2010, che produce arredi, mobili, complementi d’arredo, lampade, dal design essenziale e l’artigianalità della lavorazione dei materiali impiegati. Paola Pisapia e Andrea Jandoli, entrambi architetti designer, sono una coppia nella vita e nel lavoro. Hanno deciso di disegnare oggetti che rigenerassero una propria vita, lampade, tavoli, mobili con un taglio più personale, non più solo per gli interni che curavamo ma anche per realizzare un catalogo, secondo un gusto che potesse rispondere a più realtà. Una produzione che privilegia l’uso di pochi materiali, piastre di ferro ossidate abbinate di volta in volta a vetro, pietra o legno, secondo una modalità che mira a coniugare la tradizione della lavorazione artigianale con la razionalità della produzione in serie. Strutture, materiali e forme, che esprimono forza, che non assecondano la tendenza imperante all’effimero. Oggetti di solida eleganza fatti per durare nel tempo e che svelano un’anima artigianale che si rivela nei dettagli delle saldature e degli innesti, nell’ossidazione sempre diversa del ferro e che conferisce così unicità al prodotto.

Dichiarano Pisapia e Jandoli:

Abbiamo pensato di creare un’azienda che li producesse ma partendo dal nostro disegno, dal prototipo perché ovviamente ci sono difficoltà a trovare aziende nel settore dell’arredamento che puntino su prodotti innovativi e di nicchia. Il marchio SuDesign nasce dal doppio significato perché gioca su due cose fondamentali: disegno, fatto su misura e prodotto al Sud.

Alla fiera di Milano, a Parigi, in Cina hanno presentato tutta la collezione: oggetti e complementi di arredo, porta ombrelli, appendiabiti che rendono la collezione più ampia e completa ma anche per avere un maggiore potere commerciale. Infatti si sono affidati ad un agente commerciale per capire come strutturare il prodotto e realizzare un catalogo più appetibile, il mondo del mobile è l’unico in cui il negoziante acquista la campionatura.

Dichiara Paola Pisapia:

Nonostante tutto, dal punto di vista della commercializzazione c’è ancora tutto da imparare il catalogo è abbastanza ricco; studiamo continuamente nuove soluzioni, partiamo dal materiale, dal recupero di materiali tradizionali, oggetti in ferro e proponiamo una nuova interpretazione dell’oggetto, accompagnati dal legno e dal vetro. Sostanzialmente è una linea semplice utilizzando il ferro ossidato spazzolato.

Di solito il ferro viene utilizzato nelle costruzioni, invece loro lo recuperano, la linea oxido si presenta molto essenziale e si ripropone come materia. Il progetto finale viene realizzato dagli artigiani, due piccole officine del legno e del ferro, sono in contatto tra di loro per ciascuna delle parti che devono realizzare. In sostanza devono riuscire a dare una connotazione al prodotto sulla base del loro prototipo, dei disegni. Queste ed altre prerogative, in definitiva, permettono di introdurre nel procedimento seriale alcuni gradi di libertà rivelatisi ragioni ed effetto, al tempo stesso, della creatività e della ricchezza specifici del prodotto dell’Italian Style.

Masisà
Via Fiorelli 12/b, Napoli
Si sa che le idee commerciali più brillanti nascono dalla necessità, ed è proprio su questo principio che nell’ottobre 2011 è nato MaSiSà, non un semplice negozio di giocattoli ma un luogo per l’infanzia a 360°. MaSiSà è stato creato da Sabrina Siviero, Francesca Martuscelli e Laura Santangelo: tre mamme napoletane che desideravano dare origine a uno spazio polifunzionale dedicato alla vendita di giocattoli di qualità e allo stesso tempo dove genitori e figli avessero modo di passare del tempo insieme attraverso attività creative e stimolanti. MaSiSà è dunque anche un luogo di socializzazione sia per i bambini che per i loro genitori e dove tutti i sabato mattina è presente un servizio di animazione gratuita per tutte le età! Il negozio è dedicato a tutti coloro che vanno al di là dei giocattoli commerciali cercando un ritorno al passato attraverso giochi di qualità e in un certo senso “d’altri tempi”, infatti presso il punto vendita sono disponibili giocattoli in legno, in latta, in plastica riciclata, tutti rigorosamente eco-compatibili. Insomma solo giochi creativi, stimolanti e di qualità che durano nel tempo e che hanno ben altro valore affettivo rispetto a quelli moderni.
MaSiSà organizza laboratori creativi per bambini che spaziano dalla fotografia ai corsi di lingua inglese, dal giardinaggio al teatro, dai corsi di preparazione al parto al massaggio neonatale, con proposte sempre nuove ed insolite. Inoltre è disponibile un’area per l’organizzazione di feste con animazione o feste-laboratorio creativo per celebrare compleanni e qualsiasi evento speciale dedicato ai più piccoli. Insomma un negozio di giocattoli fuori dall’ordinario dove giocare, imparare e divertirsi insieme.

Autore Giuseppina Iuliano

Giuseppina Iuliano, giornalista pubblicista, laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', esperta di relazioni pubbliche, marketing e comunicazione sociale.