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Il risveglio dovuto

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Siamo chiamati al risveglio, ed è proprio questo il tempo, in cui ciò avvenga!

È da qualche anno che mi occupo, con profonda dedizione e cura, della rubrica ‘Risvegli’, per cercare, o almeno tentare di inviare messaggi intellettualmente puri e genuini, per scalfire “l’ossido” della coscienza altrui e inocularvi il seme della voglia di sapere e conoscere maggiormente l’inganno del mondo che ci circonda, al fine unico di bucare la membrana sottile che separa il profano dall’illuminato.

Non è certamente un cammino semplice e lineare, tutt’altro. Si inciampa e si cade numerose volte e si rischia di essere tacciato di fanatismo, o peggio ancora, di visionarismo. Eppure, la consapevolezza della certezza della realtà spirituale, che va oltre l’inganno storico, religioso e dottrinario è veramente ad un passo da noi stessi.

È un dato di fatto che molte pagine della Storia vadano riscritte: nel rispetto assoluto degli storici e degli storiografi, passati e contemporanei, è necessario, per non dire indispensabile, che gli studiosi contemporanei debbano rimettersi sui libri ed espletare un analitico e certosino lavoro d’indagine storica, ad ampio spettro.

Alla luce delle recenti scoperte scientifiche, diffuse altresì mediaticamente, leggere ancora oggi sui testi ufficiali di storia che Hitler sia morto il 30 aprile del 1945, assieme alla sua neo–moglie da un giorno, Eva Braun, nel bunker nazista di Berlino, è davvero svilente e offensivo nei confronti dell’intelligenza altrui e soprattutto del prossimo.

Gli storici hanno il dovere etico, morale, sociologico di ricostruire i segmenti temporali finiti nelle falle oscure della storia; e hanno un unico e prezioso punto di partenza: le testimonianze degli ultimi sopravvissuti all’olocausto. Le vittime della Shoah non sono soltanto gli ebrei, ma tutte le persone e gli individui che, pur non essendo di religione ebraica, hanno attivamente e fattivamente lottato, rimettendoci la propria vita, per ristabilire l’equilibrio e l’ordine, in quel marasma confusionale e oscuro in cui la società europea, statunitense e giapponese versava in tale e determinato periodo.

Bisogna dar voce a chi ha visto e sentito, patito e sofferto, a chi è stato schiavizzato e ha resistito, vivendo per la propria e l’altrui liberazione: e non c’è ancora molto tempo, purtroppo.

I sopravvissuti stanno letteralmente “estinguendosi” e il fluire del tempo è inarrestabile! Ho sempre ritenuto, e continuo a pensarlo, che il secondo conflitto mondiale rappresenti lo spartiacque epocale tra il vecchio e il nuovo mondo. Ciò che è accaduto in quel preciso momento storico non si era mai verificato prima con quelle modalità e su così larga scala.

Il fenomeno del nazismo, così come quello del fascismo, devono essere ulteriormente e nuovamente analizzati da ogni angolo prospettico loro afferente: si parte dall’effetto, per poter giungere alla causa, quella reale.

L’umanità è ancora ignara delle reali cause e delle precise e autentiche motivazioni che hanno spinto una ristretta “cerchia di uomini” a dar vita ad una macchina che ha spazzato via milioni e milioni di vite, di storie e di opportunità.

Il mito della “razza ariana” ha lasciato che le menti delle generazioni postume al conflitto mondiale ottundessero il proprio spirito critico e consapevolmente maturo: ma tutta questa “ingannevole ed edulcorata impalcatura storica”, alla luce delle centinaia di testimonianze rilasciate nel corso del tempo dai sopravvissuti e da chi, purtroppo, ne ha parlato e raccontato soltanto nel proprio privato e non è riuscito ad essere ascoltato da chi avrebbe potuto e dovuto divulgare tanto sapere e conoscenza, non sta più in piedi; non regge ed è definitivamente destinata a cadere, per cedere il testimone alle verità nascoste e celate, per ordine e volere di qualche “signore”, nazionale e internazionale, a cui non conveniva che la verità emergesse limpida e genuina!

Gli effetti, e il pedissequo tributo del secondo conflitto mondiale, si sentono e si pagano ancora oggi attraverso le decine di guerre e di battaglie sparse sull’intero globo, alcune delle quali nemmeno si conoscono, perché non fanno “audience” e i media, pertanto, nemmeno ne parlano o ne scrivono.

Per quanto sia difficile ottenere un quadro storico completo di quel periodo è necessaria, adesso, una ricostruzione degli eventi su una nuova base testimoniale e documentale e, soprattutto, una rivalutazione delle figure storiche, anche di alto spessore, che hanno contraddistinto quel momento particolare della storia dell’umanità!

La mia personale voce; il mio umile ma autentico contributo, da questo momento in poi, sarà simile ad una goccia infinitesimale di acqua fresca di fiume, versata nell’oceano della “reale conoscenza storica”; e per quanto piccola, al dir poco insignificante e quasi impercettibile, avrà il suo onesto “peso specifico” nel corso d’acqua della verità!

Siamo chiamati al risveglio, ed è proprio questo il tempo, in cui ciò avvenga!

La verità storica è stata per molto tempo nelle mani di pochi; ma la conoscenza della realtà, di ciò che veramente è stato e avvenuto è un bene universale che appartiene a tutti, così come nel presente così per il futuro, in rispetto della memoria di chi non ha più voce per gridarla e ci invita, con il suo latente pulsare, ad ascoltare, ad apprendere, a studiare e a divulgare.

È questo, in realtà, un risveglio dovuto!

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".