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Positano Teatro Festival 2018 – XII giornata

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'L'ospite inatteso'


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Il 6 agosto in scena ‘L’ospite inatteso’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Positano Teatro Festival.

Lunedì 6 agosto, alle 21:00, al Positano Teatro Festival – Premio Annibale Ruccello – XV Edizione, Piazzetta della Chiesa Nuova, un tuffo nel teatro classico con ‘L’ospite inatteso’ di Lello Serao, una rilettura dell’‘Anfitrione’ di Plauto, che ne intensifica la vis comica. In scena la bravura di due riconosciuti interpreti quali Maria Basile Scarpetta e Agostino Chiummariello, e con Biagio Musella, Raffaele Parisi, Emanuela Tondini.

Tragicommedia andata in scena all’incirca nel 206 a.C. L’opera trae il titolo da uno dei protagonisti, il comandante dell’esercito tebano Anfitrione.
Plauto definisce quest’opera, nel prologo, una Tragicommedia perché in essa coesistono sia gli umani che le divinità, entrambi i soggetti partecipano alla resa comica degli equivoci che si determineranno nel corso degli eventi.

Mercurio nei panni di Sosia sta sorvegliando la casa di Anfitrione, intanto Giove, nei panni di Anfitrione, consuma il suo amore per Alcmena, anche la notte viene allungata per permettere al dio di giacere di più con la donna. Intanto Anfitrione è appena sbarcato dopo la vittoriosa spedizione contro i barbari, Sosia sta correndo a raccontare ad Alcmena del comportamento valoroso del suo padrone. Sosia giunge davanti al palazzo di Anfitrione, ma Mercurio, fingendosi Sosia, minaccioso gli impedisce di entrare, i due passano da elaborate minacce alle mani e il dio prevale nettamente sulla codardia del servo. Da questo momento tutto lo svolgersi della commedia si articolerà su un sistema di equivoci determinati dalla coesistenza di due doppi Anfitrione /Giove e Mercurio/Sosia.

Alcmena è l’elemento del contendere, ella rimane confusa e indispettita dall’atteggiamento di Anfitrione che una volta tornato a casa, all’oscuro del precedente arrivo di Giove vestito delle sue spoglie, accusa la moglie di adulterio e l’equivoco si ingarbuglia fino all’inverosimile creando continue situazioni di malintesi e di scontri che generano come sempre elementi di comicità.

Il pubblico è già informato di tutto perché Mercurio nel suo prologo ha già spiegato cosa sta per accadere e quindi il pubblico sembra essere un altro personaggio che viene chiamato in causa a determinare simpatie per l’uno o per l’altro dei personaggi. In questa struttura aperta troviamo una straordinaria modernità, nessuna illusione dovrà essere creata per sbalordire lo spettatore, tutto è dichiarato e ci si può divertire ai danni dei malcapitati perché è questo il gioco a cui si deve prendere parte.

Nella nostra messa in scena abbiamo voluto aumentare la comicità del linguaggio usando il napoletano come lingua di riferimento per gli umani e questo non tradisce affatto l’opera ma ne avvalora il senso e il significato, abbiamo a nostra volta trasformato, come Plauto suggerisce, la lingua per meglio cogliere il senso dell’opera e la sua forza. Lo spettacolo si nutre di forme di teatro anche a noi più prossime come il Varietà in cui le situazioni sono amplificate da motivetti orecchiabili e da canzonette allusive.
Lello Serao

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