Trasposizione teatrale nella rassegna ‘Brividi d’Estate 2018’
I profumi arrivano per primi, le penombre create dalla vegetazione studiatamente casuale ci accompagnano con dolcezza verso gli anni della Napoli anteguerra. Varcare i cancelli dell’Orto Botanico di Napoli è l’anticamera di un viaggio nel tempo che ci trasporta al cospetto del Commissario Ricciardi.
Un tuffo negli anni ’30, a rappresentare una vicenda partorita dalla prolifica mente di Maurizio de Giovanni, uno degli scrittori napoletani di noir più popolari e amati degli ultimi anni, e magistralmente rappresentata dalla compagnia attoriale di cui fanno parte Rosaria De Cicco, Marianita Carfora, Paolo Cresta, Sonia De Rosa, Paolo Rivera, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Antonello Cossia, Emilio Marchese, con la regia di Annamaria Russo.
Le luci si spengono. La scenografia è ridotta all’essenziale. Alla destra degli spettatori, un attore impersona la voce narrante e il motore di ogni cosa: lo scrittore.
Il Commissario Ricciardi appare all’improvviso dalla penombra che avvolge il palcoscenico come un ectoplasma partorito dalla mente dell’autore, così come anche il suo mondo è rappresentato come proiezione dell’universo contenuto nei suoi pensieri.
Il racconto della morte violenta di una bellissima prostituta, Vipera, con tutto il corollario di pregiudizi e luoghi comuni appartenenti all’epoca in cui si svolge la vicenda, ci investe improvvisamente, e si dipana in un susseguirsi di quadri scenici che rendono la vicenda incalzante e avvincente.
La scelta stilistica della regista di far parlare a turno i protagonisti della storia senza andamento cronologico, ma facendoli apparire e scomparire in un gioco di luci e di sipari, è motivata, come da lei stessa asserito:
dal desiderio di conservare i tempi di una fantasia che si traduce in una pagina scritta… come è nella testa dello scrittore.
L’intreccio è commovente e appassionante. Come sempre, Ricciardi ci tiene incollati ai suoi tormenti esistenziali e ci fa diffidare, insieme al lui, delle passioni e dell’amore. Amore e passione causano morte e disperazione.
La musica di una fisarmonica magistrale e struggente, di Zack Alderman, ci accompagna tra luci ed ombre che la fanno da padroni nella rappresentazione scenica, e ci trasferiscono una sensazione di dolcezza decadente, un profumo di boudoir.
Siamo tutti lì, insieme al brigadiere Maione, fedele assistente investigativo del commissario, a scarpinare per i quartieri della Napoli antica, in salite e discese, tra vicoli e “vicarielli”, a sentire le “voci”, a raccogliere i commenti della “ggente”, del popolo napoletano che tutto sa e a tutto partecipa, in cerca di informazioni. Delizioso, come sempre, il siparietto con l’informatore preferito del Maione: il transessuale Bambinella, con cui il primo intreccia un’amicizia venata di affetto e ritrosia virile.
Siamo lì, assieme al fedele dottor Modo, antifascista convinto e finto cinico, a celare un animo romantico e un cuore sentimentale. Siamo ancora lì a parteggiare per l’una o l’altra delle donne che occupano la mente e turbano i sonni del commissario, Livia ed Enrica, sperando in una conclusione romantica.
Trepidiamo, ancora una volta, insieme alla fedele governante, dalla salute malferma ma dall’animo forte come una roccia, baluardo per tutti i mali che possano minacciare il suo adorato “signurino”, il Ricciardi, figlio inquieto di una famiglia nobile del Cilento, e speriamo nel suo intervento provvidenziale a favorirne il fidanzamento con la mite dirimpettaia Enrica.
Molto suggestiva, poi, la scelta di non dare un volto ai personaggi seriali della saga del commissario Ricciardi dei libri di de Giovanni, ma ammantarli di penombra, facendone percepire solo le sagome ed udirne le battute, fantasticamente interpretate dagli attori della compagnia. Gli unici personaggi che vediamo in piena luce sono i protagonisti del singolo episodio, che non si incontreranno nuovamente.
La regista Russo, a tal proposito, ha commentato questa scelta motivandola con il desiderio di non influenzare l’immaginario dei lettori fedeli del Ricciardi, con dei volti imposti da altri, preferendo lasciarli negli angoli più riposti della fantasia dei lettori e spettatori, dove ognuno ha formato la sua personale immagine di ciascuno dei suoi beniamini.
La fisarmonica cadenza i battiti del nostro cuore e ci accompagna dolcemente verso il finale inevitabilmente drammatico.
Sipario. Luci. Ricciardi ci ricorda che “la primavera non ha pietà”.
Prossima rappresentazione di ‘Vipera’ di Maurizio de Giovanni al Real Orto Botanico di Napoli è stasera, 23 luglio, ore 21:00.
Info:
081-5422088 – 347-3607913
Autore Floriana Narciso
Floriana Narciso, napoletana. Un cuore sospeso tra Napoli e la verde Irlanda. Mediterranea nell'aspetto ma "Irish"nel midollo, vive costantemente in bilico tra due culture e pensa in due lingue fin dal primo vagito. Laurea in lingue straniere europee, dottorato in linguistica per scopi speciali su tematiche di politica internazionale, vive e lavora tra varie realtà. Pensa a buon diritto che i libri e i gatti siano i migliori amici dell'uomo. Nel suo sangue scorre prevalentemente un buon tè nero, forte e bollente anche sotto il solleone. Scrive perché non riesce a farne a meno.