Home Territorio Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle

Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle

2535


Download PDF

I spettacolo della rassegna teatrale 61RL5

Lo spettacolo si terrà al Nuovo Teatro Sancarluccio il 10 e 11 marzo.

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di HERMES COMUNICAZIONE

10-11 marzo

Elios Registrazioni Audiovisive, Roberta Frascati, Manisha Arya

SPORTE ‘E NUMMERE

E CAURARE ‘E STELLE

con: Roberta Frascati, Eliana Manvati

Regia: Angelo Serio
Disegno luci: Nino Perrella
Scene e costumi: Tiziana Cannavacciuolo
Aiuto regia: Angelo Sorrentino

SINOSSI

C’è davvero un disegno dietro la nostra esistenza? Un filo invisibile che ci muove come marionette? O siamo noi a decidere dove andare e quale strada percorrere? Sappiamo già tutto quello che c’è da sapere o manca il tassello più importante? E la socratica affermazione si fa domanda che impone una risposta: “Conosci te stesso?” Due donne si interrogano a riguardo, cercando di penetrare nel profondo delle loro anime, andando oltre la ratio e indagando, come speleologi muniti di picconi e lanterne, le caverne della conoscenza, esplorando antichi misteri, tra vortici di numeri che si fanno specchio dell’anima e karmiche divinazioni, cercando di restare sempre come l’acqua, scrosciando tra profondi interrogativi e zampillando con leggerezza tra lucenti e graziosi pensieri.

NOTE DI REGIA

Ricercando, l’uomo si apre. Cercare significa mettere in discussione quello che si da  per scontato. E la ricerca può anche essere più importante della scoperta stessa. Ma scoprire cosa? C’è qualcosa da scoprire? L’obiettivo ultimo di ogni ricerca è sempre lo stesso: dare un senso alla vita. I Numeri, la Musica, la Geometria e la Cosmologia costituiscono le quattro grandi Arti Liberali del mondo antico. Si tratta di semplici linguaggi universali, importanti oggi quanto in passato e ancora riscontrabili in tutte le scienze e le culture conosciute, che li accettano all’unanimità. Da sempre l’uomo le utilizza per indagare la realtà, intesa non solo come ciò che è esterno, ma anche, e soprattutto, ciò che sta dentro. Con l’avvento della scienza moderna, a partire dal XVII secolo, il fuoco si sposta, generando un progressivo aumento dell’interesse per la conoscenza del mondo materiale, risultato  in seguito rovinoso per la consapevolezza del mondo spirituale. Carlo Rubbia, Nobel per la fisica nel 1994, ha dimostrato che solo la miliardesima parte dell’universo che noi conosciamo è fatta di materia visibile; il resto è energia. Brevemente si può affermare che se si osserva solo la materia, come ha fatto per secoli la chimica, si può capire solo un miliardesimo della sua realtà. Di fatto siamo pienamente in epoca primordiale.

Perche questa affermazione? La scienza, nonostante i successi in campo tecnico, ha reso le persone più felici?

Lo sviluppo della coscienza umana è pari a quello tecnologico? La  scienza ci aiuta nella comprensione più intima e profonda del nostro essere? Nessuna di queste domande può ricevere una risposta incoraggiante.

Alla base di tutta la vita c’è il ritmo. Distrutto questo si distrugge la vita stessa, cosi come la conosciamo.  Esso consiste di due poli, positivo e negativo, necessari l’uno all’esistenza dell’altro; come nella respirazione, dove le due fasi dell’inspirazione e dell’espirazione coesistono necessariamente, seppure in alternanza, dando luogo quindi  non ad un  “o-o”, ma ad un “e-e”; chi non inspira non può poi non espirare, e viceversa. Non è “essere o non essere”, ma “essere e non essere”. E di conseguenza non è “destino o libero arbitrio”, ma “destino e libero arbitrio”.

Anche la scienza con lo studio della luce (e della sua duplice natura di onda e particella) si è trovata di fronte a questo  fatto apparentemente  contraddittorio e non univoco.

Ma la dualità, l’alternanza, è la base stessa della vita.

Nella messa in scena ho semplicemente cercato di seguire questa duplice natura delle cose, sia per ciò che concerne le scene e i costumi, sia per quanto riguarda la musica e le luci. La necessità dell’alternanza continua delle forme, in un continuo pieno e vuoto, fisico e mentale, è dettato dall’esigenza di tenere sempre presenti le basi dell’esistenza stessa, in quella fondamentale presenza ritmica che consente l’Essere … e il Non – Essere.

Angelo Serio