La prima “canzone nuda” di Nijukun
Nijukun, un nome che racchiude la storia di un pensiero, di un modo essere e soprattutto di vivere. Stilati nei primi anni del Novecento dal maestro Gichin Funakoshi, fondatore dello stile “Shotokan” di Karate, i “venti precetti”, Ni Ju Kun, appunto, sono regole applicabili in ogni momento della propria vita, soprattutto se si considera il Karate nel suo aspetto educativo-spirituale.
Non a caso il decimo precetto cita:
Applica il karate a tutte le cose; lì è la sua ineffabile bellezza.
È in questa filosofia che nasce il progetto musicale di questo professionista napoletano. Scrive canzoni dall’età di 13 anni, ma solo all’inizio del 2018, dopo quasi trent’anni di maturazione in cassetti chiusi a chiave, prende forma, spinta da una nuova energia espressiva, l’idea di dare diffusione a quell’inchiostro scritto, con una maturità ed esperienze ovviamente nuove.
L’arrangiamento e la produzione sono state affidate a Marcello Vitale, chitarrista e autore di lunga esperienza è la mente delle ‘Viti di Titanio’, nonché parte essenziale de ‘L’Esistenza dei mostri’ e oggi attivo con ‘VictorZeta e i fiori Blu’ e l”Orchestra Elettroacustica Officina Arti Soniche, OEOAS’.
“Canzoni nude”, così definisce Nijukun quei corpi unici fatti da testi e musiche prima che incontrassero le capacità musicali di Marcello Vitale che ha dato loro particolari sfumature attraverso l’utilizzo di chitarre e del sintetizzatore. Lo scambio continuo non solo musicale ma soprattutto di energia tra i due spinge Nijukun a far uscire la propria musica dal ristretto ambito relazionale.
La prima “canzone nuda” a vedere nuova luce in questo progetto è ‘Il Fiume’, e non poteva essere diversamente. La calma irruenza delle acque evoca l’inizio di un nuovo cammino affidato all’incessante andare della sua corrente. Un simbolismo particolare e intimo è racchiuso nel testo, invita ad essere letto e a porre l’orecchio in atteggiamento di ascolto attivo, sì da percepire le sfumature delle parole attraverso l’andare impetuoso della corrente.
Il fiume scorre, non può essere fermato e gli attimi di pace che concede presagiscono nuovi vortici impetuosi. Il fiume rompe gli argini dei sogni portando tra le sue acque le immagini del tempo che non può essere ripercorso, come i solchi ricolmi del letto di un fiume in piena. Un testo e un arrangiamento dal forte e limpido potere evocativo.
Una canzone che va ascoltata ad occhi chiusi. Ci si ritrova ad essere protagonista del testo, sentendo la lotta contro l’inarrestabile flusso del tempo attraverso le acque del Fiume. La lettera maiuscola ha ora senso: il Fiume è il singolo Fiume che scorre dentro ad ognuno, è il Fiume intimo conosciuto solo dal singolo che lo avverte scorrere, è il Fiume personale che prende e travolge ogni istante ciò che siamo. È il Fiume che non soffre neanche il vento.
Autore Fabio Picolli
Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!