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Sciamano

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Sciamano


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Adesso che le “energie” son tornate a parlarmi, comprendo che l’elemento naturale maggiormente simile all’essenza spirituale è il vento: sia esso un flebile e delicato fruscio, o all’inverso, un’imponente e irrequieta tempesta!

La Guida Superiore mi suggerisce, a mezzo della potenziata intuizione, che il vero mondo da scoprire è quello all’interno dell’uomo e non al suo esterno: tutto ciò che si trova all’infuori del riverbero umano di Dio è figlio dell’inganno e dell’illusione degli occhi della materia; la recta via da seguire, è quella che ti porta dentro.

Respirando l’aria del dovere, inoltrandomi nella quotidiana giungla cittadina, ho visto la tua immagine venirmi incontro: Sciamano!

Già, sciamano del mio tempo: vestito e svestito di stracci; povero e trasandato; scalzo e con un bastone su cui sorreggevi il tuo gracile corpo smagrito dagli stenti e dalla vita di strada.

Ti ho guardato e non ho percepito te, ma il mondo in cui ti muovi e da cui allontani tutto ciò che è esterno ad esso!

Tu, sciamano, mediatore fra l’Uomo, il Divino e gli Spiriti, sembravi catapultato nella mia dimensione materiale da tutt’altro tempo e ciò, non ti scalfiva, né ti sconvolgeva.

Quello sotto i tuoi piedi nudi, che fosse sabbia del deserto o cemento dell’Urbe, non interessava al tuo intimo percepire. Per quanto camminassi, in realtà, sembravi che volassi su ogni oggetto o creatura che ti venisse incontro, nel caldo della città di Parthenope.

Quale sgomento e stupore per il mio animo, osservare per una manciata di secondi del mio tempo presente, il vero volto dell’uomo che non ha niente, che non possiede nulla, ma che al contempo, ha pieno dominio di sé e del cosmo che gli si espande dentro!

Io e te, in quel concentrico segmento temporale, simile ad un canone inverso partorito dalla musica più aulica e antica del vibrato dell’Universo.

Fuoco e acqua, in ogni solco segnato sulla pelle del tuo volto, ricoperto di un velo di madre terra!

Non hai percepito me, né il vibrato della ma anima rinchiusa in questo corpo di materia, eppure, in magnifica inconsapevolezza, mi hai donato la tua immagine leggendaria, ricoperta di sapienza e saggezza universali.

Sembravi “Uno“, in mezzo ai tanti di questo popolo di dormienti, che non accenna minimamente al “risveglio“.

Eppure, sciamano, il tempo della rivelazione è vicino: l’epoca dell’Acquario è ben inoltrata nella matematica del tempo cosmogonico e, quindi, la potenza del tuo mondo è vicina alla follia della nefandezza del mio di mondo, che si destabilizza, e depriva di valori la sua sostanza, ad ogni colpo di secondo, ad ogni caduta del granello di sabbia della tua clessidra interiore.

I colori della natura rispecchiano i sensi della tua immagine fisiognomica; e ciò che ti distingue è ancora sconosciuto alla moltitudine umana che brulica sul volto di questo millenario mondo, ove gli spiriti si ostinano a sperimentare le loro incessanti incarnazioni!

Oh sciamano, quale dono mi hai concesso in questa ennesima esperienza umana: in te ho rivisto l‘alfa e l’omega e la certezza della purezza del vibrato intuitivo originario di Dio.

Io uomo, tu sciamano: figlio della materia, incarnato dello spirito; entrambi rinchiusi nell’anelito dell’illuminazione.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".