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Toscana, Rossi su Edilizia Residenziale Pubblica

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‘Sull’accesso alle graduatorie la Toscana è ‘severa’, oltre c’è illegittimità’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

L’edilizia residenziale pubblica è stata al centro del breefing settimanale con la stampa del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

A seguito dell’inizio del dibattito in commissione consiliare sulla revisione della legge regionale sulla casa e della proposta del sindaco di Firenze Nardella sull’introduzione di una ‘scala mobile della toscanità’, Rossi ha sottolineato che

la discussione è sempre utile, soprattutto su temi seri e di non semplice soluzione. Possiamo discutere di come evitare l’effetto banlieu, magari dando ai sindaci il potere di ‘mischiare’ le etnie in modo da evitare il rischio della formazione di ghetti, possiamo valutare la possibilità di assegnare punteggio crescente per chi da più tempo risiede in Toscana, tra l’altro tutte soluzioni già presenti nella legge Saccardi del 2015, che ha introdotto queste novità insieme ad altre, tra cui la necessità per essere inseriti nelle graduatorie ERP di un documento che attesti che il richiedente non possiede altri immobili in Italia o all’estero.

Quello che non possiamo fare, perché è già stato ritenuto incostituzionale in base all’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce l’eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini, è aumentare ulteriormente il numero degli anni di residenza necessaria per ottenere il diritto ad iscriversi nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare.

La Toscana chiede già 5 anni di residenza ed è tra le Regioni italiane con i paletti più rigidi su questo tema. Ci troviamo in linea con Regioni come la Lombardia e il Veneto, anziché con Emilia Romagna, Umbria o Marche. Altre regioni, come il Friuli e la Val d’Aosta, che avevano proposto di alzare a 7 e 8 anni questi termini, sono state pesantemente redarguite dalla Corte Costituzionale.

Capisco ciò che dice Nardella ma bisogna evitare le banlieue favorire l’integrazione, sia attraverso politiche dell’alloggio che applichino tutte le potenzialità già previste dalla legge Saccardi del 2015, sia ponendoci il problema della sicurezza. Ad esempio io ho proposto che si intervenga di più e in maniera più costante con le forze di polizia nei quartieri dove c’è una evidente percezione di insicurezza.

Il presidente ha inoltre ricordato che i fondi statali sul settore dell’edilizia popolare sono venuti meno dal decreto 78/2010 di Berlusconi e Tremonti. Solo Renzi nel 2017 ha destinato 500 milioni all’ERP a livello nazionale.

Ha spiegato Rossi:

Per tutti questi anni la Regione Toscana ha provveduto con risorse proprie a destinare almeno una 50ina di milioni all’anno agli alloggi popolari, per la realizzazione di nuovi e la manutenzione dell’esistente. Abbiamo cercato di sopperire. Mi auguro che nel ‘contratto’ di chi andrà a costituire il nuovo Governo ci sia un riferimento alla necessità di rafforzare l’edilizia residenziale pubblica. La nostra parte l’abbiamo fatta.

Il presidente ha concluso ricordando che Francia e Germania spendono 3 volte di più rispetto all’Italia per l’ERP e che in Francia il patrimonio di edilizia popolare è circa al 20% mentre in Italia è al 5%.

Ha precisato:

Bisognerebbe investire di più su questo settore se lo facessimo anche i nostri giovani avrebbero più facilità nel metter su famiglia. Queste politiche richiedono investimenti e programmazione. Senza risorse certe e senza programmazione è difficile dare risposte adeguate a 22mila famiglie in Toscana e a 700mila a livello nazionale che attendono un alloggio. Non è questo il modo di affrontare un tema che va affrontato con molta serietà.

L’assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli è intervenuto a seguito di Rossi per precisare che

la proposta del Comune di Firenze relativa ad una ‘scala mobile della toscanità’ può rappresentare uno spunto di riflessione per migliorare ulteriormente la legge regionale toscana, che però già prevede l’attribuzione di 2 punti per chi abita o lavora in Toscana da almeno 10 anni e 0,5 punti all’anno per ciascun anno di iscrizione nelle graduatorie comunali, fino ad un massimo di 5 anni e 2,5 punti.

Siamo disponibili a discutere, nell’ambito del percorso di revisione e miglioramento della legge regionale, di aumentare la premialità da assegnare a chi già da tanti anni abita o lavora in Toscana, così come quella per chi da tempo attende inserito nelle graduatorie.

Dobbiamo assicurarci che non ci siano discriminazioni per l’accesso ai servizi e riuscire a dare risposte a chi ha maggiore bisogno e maggiori diritti ad avere una casa. Di tutto il resto si può discutere.

Enrico Rossi