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‘Il sogno di un uomo ridicolo’ al Teatro Vascello

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Gabriele Lavia ph Filippo Milani


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In scena dal 7 all’8 aprile a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

Il 7 aprile, ore 21:00, e l’8 aprile, ore 18:00, Effimera srl presenta presso il Teatro Vascello di Roma ‘Il sogno di un uomo ridicolo’ di Fëdor Dostoevskij, con Gabriele Lavia, che cura anche la regia.

Il sogno di un uomo ridicolo rappresenta un mondo che si è condannato alla sofferenza, auto-recluso, serrato e costretto in una metaforica camicia di forza, condizione e impedimento di ogni buona azione. Un momento di riflessione profonda e appassionata, in una dimensione sospesa tra fiaba nera e ricognizione psichica.

Dostoevskij concepisce Il sogno di un uomo ridicolo come un racconto fantastico, scritto intorno al 1876 e inizialmente inserito nel Diario di uno scrittore. Si tratta della storia di un uomo, abbandonato da tutti, che ripercorre in un viaggio onirico la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società.

Gabriele Lavia in più momenti della sua carriera si è confrontato con questo testo:

La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore, oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per festeggiare la nascita del Teatro della Toscana, riconosciuto Teatro Nazionale, e per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società.

Giunto all’età di 46 anni, il protagonista de ‘Il sogno di un uomo ridicolo’ decide di metter in pratica l’idea, a lungo corteggiata, del suicidio. Però, si addormenta davanti alla pistola carica. Inizia così un sogno straordinario che lo porta alla scoperta della ‘verità’.

Approda in un altro pianeta, del tutto simile alla Terra tranne che per l’animo dei suoi abitanti, sono puri, innocenti, e in quella purezza lui, per la prima volta, non viene additato come ridicolo. Ma il suo arrivo non è senza conseguenze: contamina quella gente che in poco tempo acquista tutti i difetti della società da cui lui proviene.

Spiega Lavia:

È un uomo del ‘sottosuolo’, cioè di quell’inferno sulla Terra abitato da dannati che vivono in cupa solitudine, indifferenza, livore, odio nei confronti degli altri, essi si sottomettono alle pene di questo inferno come per una fatalità crudele e misteriosa, e, a un tempo, conservano gelosamente un lucido senso della colpa che li condanna a vivere un’esperienza carica di esaltazione frenetica e sofferente.

A differenza degli altri dannati, quest’uomo ha scoperto il segreto della bellezza e della felicità, il segreto per ‘rimettere tutto a posto’. ‘Ama gli altri come te stesso’, ‘vecchia Verità che non ha mai attecchito’.

E appunto nell’assurda proposta d’amore per il prossimo si trova tutta la sua ‘ridicolaggine’.
Ma, attenzione, quest’uomo ridicolo è consapevole dell’impossibilità di riuscita del suo progetto, eppure nel raccontare, nel ‘predicare’ la ‘vecchia verità’ trova il senso più profondo e l’unico scopo possibile della vita: mostrare la via di salvezza agli uomini, pur sapendo che non vi è possibilità di riuscita e di vittoria.

Il sogno di un uomo ridicolo si rivolge, dietro la finzione letteraria, alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano dalla felicità fondata semplicemente sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che solo teorizza le leggi della felicità. E questa idea di felicità ci riporta al messaggio evangelico, di puro amore, di Cristo, al di là di ogni religione e prima di ogni potere.

Conclude Lavia:

Il destino ultimo dell’uomo è quello di realizzare una completa comunione con gli altri uomini e può avvenire soltanto attraverso l’annullamento della propria individualità e l’amore per il prossimo.

Dostoevskij vede nell’individualità l’origine e la causa dello spirito di separazione che c’è tra gli uomini e che ha trasformato la Terra in un sottosuolo.

Intervista a Gabriele Lavia di Matteo Brighenti

 

Biglietteria:
Intero €20,00 – Ridotto over 65 €15,00 e studenti €12,00
Servizio di prenotazione €1,00 a biglietto

Abbonamenti
Abbonamento regalo: €50,00
5 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza
Free classic: €90,00
10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza
Love: €80,00
4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza
Family: €40,00 programmazione Vascello dei Piccoli
5 ingressi cumulabili

Come raggiungerci:
Il Teatro Vascello si trova in Via Giacinto Carini 78, a Monteverde Vecchio a Roma sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo.

Con mezzi privati:
Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello:
Via Giacinto Carini, 43, Roma tel. 06-5800108;
Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel. 06-58122552;
Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma tel. 06-5803217;
Via R. Giovagnoli, 20, 00152 Roma tel. 06-5815157

Con mezzi pubblici:
Autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871.
Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello.

Foto Filippo Milani

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