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Immigrazione, Presidente Rossi a Bruxelles

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Enrico Rossi a Bruxelles


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‘Fondamentale coinvolgere i territori’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Potenziare FESR e FSE, strumenti che consentono di attuare politiche per l’integrazione, impedire che la politica di coesione attuale venga svilita in favore dell’innalzamento dei muri e del controllo delle frontiere, evitare una gestione esclusivamente nazionale del fenomeno ma coinvolgere enti regionali e locali, un po’ come è stato fatto in Toscana.

Questi i punti salienti dell’intervento del presidente della Regione Enrico Rossi, oggi pomeriggio, 22 marzo, a Bruxelles, ai lavori della 128esima sessione plenaria del Comitato delle Regioni, nella parte dedicata all’immigrazione.

Ha esordito Rossi:

L’agenda europea sulla migrazione 2015 riconosce un ruolo importante alle regioni, sicuramente nell’accoglienza di secondo grado, quella che riguarda l’integrazione. Ma in alcuni paesi le regioni svolgono un ruolo importante anche nella gestione e nel controllo dei flussi migratori.

C’è una contraddizione però.
La comunicazione sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale propone agli Stati di assegnare più risorse alla difesa, alla sicurezza, all’immigrazione.
A mio avviso invece, se vogliamo davvero attuare nei nostri territori una politica di integrazione degli immigrati, occorre finanziare ulteriormente FESR ed FSE, strumenti con i quali si possono attuare molteplici politiche per l’integrazione, anche in sinergia con il FAMI, il Fondo asilo migrazione e integrazione. Sono fondi che garantiscono crescita e sviluppo e quindi anche una migliore convivenza tra i nuovi arrivati e le popolazioni locali.

Si vogliono attribuire a Frontex fino a 150 miliardi, quasi la metà della politica di coesione attuale. Eventualità che dà il segno del cambio di priorità che si vuole imprimere all’Europa del futuro: si tolgono risorse alla solidarietà e allo sviluppo dei territori, si innalzano invece muri e si finanzia un capillare sistema di controllo delle frontiere, dando ascolto solo alla voce dei partiti populisti che vogliono un’Europa costruita sulla paura e sull’esclusione.

Oggi i flussi migratori sono strutturali e non più emergenziali, elemento che ci dovrebbe indurre a considerare il fenomeno come una realtà ordinaria, da governare attraverso politiche pubbliche che coinvolgano tutti i livelli di governance. E affinché il sistema sia sostenibile occorre evitare una eccessiva concentrazione di migranti su uno stesso territorio e favorirne una ‘diffusione’ attraverso il coinvolgimento di enti regionali e locali. In Toscana l’abbiamo fatto.

Una gestione soltanto nazionale andrebbe a discapito di solidarietà e nuova coesione sociale.
Non faciliterebbe l’integrazione dei migranti e non supererebbe l’approccio emergenziale al fenomeno migratorio, trascurando la rete degli attori che storicamente rappresentano il tessuto sociale di un territorio, come associazioni di volontariato, terzo settore, associazioni di categoria, Università.