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Presentato a Mestre progetto ‘L’Uccello di Fuoco: Libertà di essere’

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Appuntamento con la determinazione, l’arte e chi crede nei sogni. Benvenuti a Venezia Balletto

Riceviamo e pubblichiamo.

Oggi, 27 febbraio, a Mestre (VE) in Via Rossetto 5, presso la sede di Venezia Balletto si è svolta la presentazione del progetto ‘L’Uccello di Fuoco: libertà di essere’ con la performance dal vivo, estratto di 25 minuti. Un appuntamento dedicato al dialogo, al confronto, ma soprattutto al territorio nel quale la scuola si inserisce.

All’appuntamento in cui hanno preso parte istituzioni, associazioni di categoria, realtà artistiche e rappresentanti della stampa, gli ospiti hanno potuto visitare i 1000 mq dedicati agli allievi di ogni età, dai piccolissimi ai professionisti.

Un luogo che dalla mattina alla sera vede alternarsi giovani, giovanissimi, professionisti, insegnanti di fama internazionale e piccolissimi nelle sue tre sale professionali, uniti dalla comune passione e in alcuni casi dal sogno di diventare primi ballerini.

Chi inizia l’avviamento professionale lo fa con dedizione e costanza, 5 giorni alla settimana per parecchie ore con l’idea di fare della danza il proprio lavoro. C’è chi punta alle Accademie internazionali e chi alle compagnie.

Si parla ogni giorno di libertà di essere e di esprimere la propria arte, allenando il corpo e la mente con grande disciplina. Qui i giovani e i giovanissimi vivono le stesse emozioni, ciascuno con il proprio bagaglio di esperienze, uniti dalla passione per la danza, supportandosi e condividendo spazi e conoscenza.

I più grandi spesso supportano i più piccoli, anche nello svolgimento dei compiti. Tutti i ragazzi hanno a disposizione un tavolo in cui studiare durante le pause tra una lezione e l’altra o prima di iniziare le proprie.

‘L’Uccello di fuoco’, spettacolo della compagnia Junior Venezia Balletto, compagnia tra gli 8 e i 10 elementi tra i 18 e i 20 anni, coreografia di Sabrina Massignani, sceneggiatura di Francesca Anzalone è un messaggio che nell’era del digitale vuole arrivare alle nuove generazioni e non solo, correndo sulle punte.

Un progetto che oltre alla produzione del balletto contemporaneo si rivolge ai giovani per ricordare che ognuno può essere ciò che desidera, appunto “libertà di essere” senza dover subire condizionamenti esterni. Libertà dunque che si contrappone all’isolamento mentale e fisico dato da visioni e percezioni falsate.

Afferma Francesca Anzalone:

Oggi la cronaca ci conferma quotidianamente quanto sia importante mettersi in ascolto e non solo nel web, ma soprattutto ritrovare quella dimensione di relazione e con questo progetto, attraverso poi una favola classica rivisitata vogliamo trasmettere questo.

Uno spettacolo che vuole raccontare, ma soprattutto che vuole innescare una riflessione e una conversazione.

Le competenze professionali di Sabrina Massignani, coreografa e direttrice di Venezia Balletto si uniscono a quelle di Francesca Anzalone, esperta di comunicazione e digitale e di trasformazione sociale, da sempre appassionata di danza per immaginare uno spettacolo che coinvolga, che faccia sentire parte, che faccia vivere il mondo della danza anche a chi è “molto distante”. Ma soprattutto che faccia correre un messaggio positivo di speranza e di apertura alle giovani generazioni che sempre più spesso si stanno allontanando dalla socializzazione “fisica” per una stereotipazione virtuale.

Il progetto nasce dalla voglia di raccontare la danza e soprattutto ciò che “non si vede ma si vive” a favore di un pensiero costruttivo legato all’unicità di ciascuno di noi, alla forza interiore e all’importanza della danza come elemento di socializzazione e di costruzione dell’identità del singolo e del gruppo.

Racconta Sabrina Massignani, coreografa e direttrice della Compagnia Venezia Balletto:

Il messaggio che vogliamo condividere è che la forza è in noi, chi ci supporta ci rende migliori, ma solo noi possiamo decidere il nostro destino.

La danza è gruppo, è pensare all’unisono, è imparare a valorizzare il singolo e il gruppo, è imparare a dare il meglio di sé non solo per se stessi ognuno di noi sa cosa desidera, a volte ci perdiamo, ma se non perdiamo il senso dell’essere insieme agli altri, allora quella scintilla che è in noi può di nuovo tornare ad essere fiamma, ancora più forte di prima.

Commenta Francesca Anzalone, esperta di comunicazione e digitale e sceneggiatrice del balletto:

Tutto è partito da una riflessione, è stato un confronto, ci siamo guardate attorno e poi negli occhi. La società si sta perdendo troppo spesso in cose effimere e sta perdendo il senso del gruppo che si stringe in un abbraccio, che si guarda negli occhi, che si aiuta!

Spesso i ragazzi si perdono nella forma e non credono più nella sostanza, troppo spesso la fisicità diventa un’ossessione, la “finzione” degli scatti una nuova dimensione che è un non luogo, ma tutto questo è realtà o solo un momento di sbandamento?

La risposta ce la siamo data osservando i ragazzi della scuola e su queste incertezze, che attraverso il gruppo diventano di nuovo certezze, ci siamo risposte con il messaggio positivo e con questa produzione.

Nasce così ‘L’Uccello di Fuoco’, ovvero una favola classica attualizzata per raccontare e raccontarci nelle nostre fragilità, nelle tentazioni, nella vanità, nelle paure, ma anche nelle passioni e nella voglia di farcela che i giovani trasmettono ogni giorno.

Il sodalizio artistico di Massignani e Anzalone risale al 2012 con le biografie in danza di Eleonora Duse e successivamente George Sand per Astra Roma Ballet diretto da Diana Ferrara.

Durata presentazione stampa e visita alla location: 75 minuti complessivi.

'L’Uccello di Fuoco: Libertà di essere'