Marino Micich, direttore della Società di studi fiumani di Roma, accoglie la delegazione toscana
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
L’appuntamento è sull’argine del fiume Eneo, Rječina in croato. Divide il centro storico di Fiume, Rijeka, oggi terza città della Croazia, dal sobborgo di Sušak. A dare il benvenuto alla delegazione toscana è Marino Micich, direttore della Società di studi fiumani di Roma.
Ha scelto di accoglierla sul delta del fiume perché quel fiume ha rappresentato per un paio di decenni il confine tra Regno d’Italia e Regno di Jugoslavia. Nella primavera del 1945 fu teatro di aspri combattimenti tra i nazisti e i comunisti di Tito che liberarono la città contestualmente a Trieste.
Micich è figlio zaratini, i suoi genitori decisero di lasciare la città dalmata nel 1956, quando gli jugoslavi riaprirono le frontiere dopo il ritorno di Trieste all’Italia. Vissero in alcuni dei tanti campi profughi disseminati in tutto il paese finché arrivarono a Roma, dove trovarono un alloggio al villaggio operaio sulla Laurentina – diventato poi il quartiere Giuliano-Dalmata – che ospitava gli operai impegnati nella costruzione dell’Eur.
Una guida privilegiata per gli studenti toscani. Sarà proprio Micich ad accompagnarli lungo il corso centrale parallelo al mare e a raccontare loro le vicende dei profughi istriani intrecciate con la città di Fiume.
Tappa successiva il Liceo italiano di Fiume con l’Aula magna strapiena di ragazzi fiumani e toscani. A dare loro il benvenuto le istituzioni italiane della città: il preside Michele Scalembra, il console generale Paolo Palmintieri, Orietta Marot, presidente della Comunità degli Italiani di Fiume. A dialogare con loro la consigliera della Regione Toscana presente in delegazione, Giuseppe Matulli, vicepresidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e Luca Lischi, capo della segreteria dell’assessorato regionale all’istruzione e alla formazione.
Al termine dell’incontro i ragazzi fiumani hanno commemorato tutti i morti italiani, scomparsi per mano tedesca, jugoslava e talvolta anche italiana, durante il Novecento.
A chiudere il ricordo le note del silenzio suonate con la tromba di uno dei ragazzi.
Subito dopo il preside Scalembra ha omaggiato gli ospiti con un quadro rappresentante un dettaglio dell’architettura del liceo che proprio quest’anno compie 130 anni.
‘Per la storia di un Confine difficile. L’Alto Adriatico nel Novecento’ è il titolo del viaggio di studio per gli studenti delle scuole superiori toscane organizzato in occasione del Giorno del ricordo da Regione Toscana, Istituti storici toscano e grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio regionale per la Toscana.