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Le 21 donne della Costituente

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Le 21 donne alla Costituente


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Il primo gennaio del 1948 entrava in vigore la nostra Carta Fondamentale: oggi, a 70 anni esatti dalla sua nascita, il popolo italiano assiste ad un panorama politico nazionale al dir poco svilente e derelitto. Nessuna delle tre forze politiche predominanti, attualmente, rispecchia la summa dei valori che discendono dalla nostra Carta Costituzionale.

Il 4 marzo gli italiani sono chiamati alle urne; il 4 marzo del 1947 l’Assemblea Costituente iniziava l’esame del progetto costituzionale, sottoponendolo ad una valutazione complessiva, che avrebbe comportato notevoli discussioni, in relazione all’analitica disamina dei suoi 139 articoli.

Dei 556 membri della Costituente, il 4% era femminile: erano esattamente 21 le donne, che portandosi dentro il bagaglio della seconda guerra mondiale, e qualcuna di esse, anche del primo conflitto mondiale, sedevano in pieno diritto a Montecitorio; ben sapendo di fare la storia in quei diciotto mesi antecedenti la nascita della nostra Costituzione.

Molte di esse erano state partigiane; figlie legittime della Resistenza Italiana, e avevano dato un contributo notevole al nostro Paese, ai fini della liberazione da ogni forma dittatoriale, e dalla mano oscura della guerra.

Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici Agamben, Nadia Spano Gallico, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Merlin, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana Togliatti, Maria Nicotra Verzotto, Teresa Noce Longo, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio: questi, sono soltanto i nomi delle 21 donne che hanno partecipato con merito ai lavori dell’Assemblea Costituente.

Si tratta di persone delle più disparate condizioni sociali: casalinga, sarta, operaia, insegnante, aristocratica, studentessa, chimico etc. Ognuna di esse era legata ad un unico filo conduttore: la lotta alla dittatura nazifascista, attraverso la partecipazione attiva alla Resistenza Italiana, finalizzata alla liberazione definitiva dalla macchina bellica.

Dietro ognuno di questi nomi, c’è una storia, già, una storia di alto valore e di sani principi morali, che hanno reso libero il nostro Paese. Gli italiani hanno bisogno di conoscere la loro storia; di ricordare il valore della memoria della propria nazione; del prezzo del sangue che è stato versato come tributo, per renderla inizialmente libera come 70 anni fa, e non come adesso, che soggiace schiava, al bombardamento massmediologico, o peggio ancora della rete, che manipola ogni pensiero critico e di discernimento, al fine di un assopimento intellettuale generale.

L’italiano ha perso il contatto con la realtà in cui vive e che lo circonda, rifugiandosi in una fantasia virtuale che lo allontana quotidianamente dal senso effettivo delle cose, dall’ambiente e dalla sua stessa vita. I nostri padri costituenti, così come le nostre 21 madri costituenti, non dovrebbero che ammonirci, per indurci ad un complessivo e generale risveglio della coscienza.

A noi manca la coscienza rivoluzionaria che ci ha sempre contraddistinti; quella coscienza rivoluzionaria che si innestava su un humus di resilienza, e che ci ha portati avanti nel fluire dei secoli.

La mia attenzione, dando uno sguardo alle biografie delle 21 donne della Costituente, è stata catturata dalla figura di Teresa Mattei, l’ultima, fra l’altro, a morire nel 2013. Classe 1912, la giovane Teresa, sin da subito si è opposta al regime fascista, giungendo sino in Costa Azzurra, per dare un aiuto economico ai fratelli. È stata una partigiana italiana; una vera combattente che ha superato, arresti, vessazioni, persino uno stupro di gruppo, ad opera di cinque poliziotti tedeschi; e tutto questo, per la causa in cui credeva; e ciononostante, non ha mai mollato. Fu nominata Comandante di Compagnia nel Fronte della Gioventù; e proprio in quel periodo, seppe del suicidio del fratello, che catturato dai fascisti, per non tradire i propri compagni, rivelando i loro nomi, si tolse la vita suicidandosi.

Teresa Mattei, nonostante la perdita del compagno, anch’egli partigiano, continuò la sua corsa verso la liberazione nazionale, e fondò insieme ad altre partigiane, i Gruppi di Difesa della Donna, in sostegno della Resistenza, delle famiglie dei partigiani e della lotta contro il regime dittatoriale; a soli 25 anni, e con un vissuto del genere, venne eletta nell’Assemblea Costituente.

La vita di Teresa Mattei è soltanto uno degli esempi che ogni cittadino italiano dovrebbe aver presente nel momento in cui, in piena coscienza e consapevolezza, si reca alle urne e consegna la sua fiducia nelle mani di qualcuno che ritiene di far politica. Non sono i politici che fanno grande un Paese, ma il suo popolo e il senso spirituale della Nazione, che esiste ed è presente.

Da giorni poi, su quasi tutti i tabloid nazionali, non si fa altro che parlare di massoneria nel modo più indicibile possibile, da parte di alcuni rami della politica, che letteralmente bollano con una lettera scarlatta, eventuali candidati che ne hanno fatto parte e che, per tale motivo, vengono scartati da altrettante determinate file partitiche.

Molto probabilmente, questi signori e queste signore, dimenticano, o fanno finta di non ricordare che, in sede di Assemblea Costituente, 1/3 del totale era composto da componenti della Loggia e che, addirittura al momento della stesura della Carta, tra i settantacinque membri, c’erano ben sette – otto massoni.

Qual è il punto, allora?

Il nodo gordiano, attualmente, nel nostro Paese, è il dilagare dell’ignoranza, del non sapere e del non volersi realmente interessare alle problematiche della res pubblica, attingendo dalla nostra memoria storica. Si sbaglia e si continuerà a sbagliare, ogni qual volta, ogni uomo sceglierà, non sapendo di farlo e tenendo fuori dal proprio, già scarno background culturale, la valenza della memoria e di tutti quanti i sui valori.

Il popolo italiano non è la summa di una piantagione di canne al vento; il popolo italiano ha una coscienza rivoluzionaria e una propria identità, storica e culturale, costituita da chi ci ha preceduto e ha fatto la storia del nostro Paese, nel bene e nel male.

E, pertanto, oltre al rispetto di questo, ogni singolo cittadino italiano è chiamato al proprio risveglio personale, e ad agire con coscienza e consapevolezza, soprattutto quando lo Stato lo chiama alle urne.

Teresa Mattei, in merito all’art. 1 della Costituzione diceva:

La sovranità appartiene al popolo, ed è questa la cosa più importante che noi dobbiamo difendere.
La sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo e paritariamente in quelle di ogni cittadino; con questo la Repubblica ci ha fatto diventare cittadini e non sudditi. Il più grande monumento, il maggiore, il più straordinario che si è costruito in Italia, alla libertà, alla giustizia, alla Resistenza, all’antifascismo, al pacifismo è la nostra Costituzione.

Teresa Mattei
Teresa Mattei
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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".