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Anno giudiziario, reati contro donne conseguenza di carenza di cultura

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Situazione grave che esige attenzione

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

C’è un passaggio, nelle relazioni con cui la presidente della Corte di Appello e il procuratore generale hanno aperto a Firenze l’anno giudiziario, che riguarda il numero dei reati e, tra questi, quelli in particolare contro la libertà individuale e contro la famiglia.
I numeri parlano da soli: le violenze sessuali sono aumentate del 29,5% e i maltrattamenti in famiglia e l’inosservanza degli obblighi familiari del 41,7 per cento.

Il fatto di denunciare quanto subito può essere considerato un passo in avanti, laddove tutto finiva troppe volte soffocato dal silenzio. È il mezzo bicchiere pieno di un fenomeno che tende ad emergere, si è detto stamani al Palazzo di giustizia, grazie anche alla rete di assistenza e protezione resa possibile grazie ad un lavoro di squadra e alcuni protocolli.
Ma la situazione è grave ed esige attenzione.

Denunzia la presidente Margherita Cassano:

Si tratta di reati che denotano l’incapacità di adattarsi ad un nuovo assetto sociale che vede sullo stesso piano donne e uomini e, soprattutto, una grave carenza culturale di cui è responsabile ogni cellula della società.

Sottolinea il procuratore generale Marcello Viola:

Una tendenza assolutamente allarmante, un fenomeno di intollerabile drammaticità e una piaga intollerabile.

La Regione Toscana lavora, già da tempo, ad un cambiamento culturale per contrastare quegli stereotipi di genere che si trasformano in discriminazioni, abusi, stalking, violenze fisiche e psicologhe fino all’omicidio. Lo fa nelle scuole e con i giovani. Lo fa con i centri di ascolto. Lo fa con i giornalisti per aiutare una corretta rappresentazione dell’immagine femminile.

Lo ha fatto, e lo ricorda in questo caso il procuratore generale Viola, con

forme avanzate di sensibilità politica e sociale, essendosi dotata da tempo di una legge sulla violenza di genere e un’articolata serie di esperienze positive.

Tra queste rammenta il Codice Rosa, con l’obiettivo di realizzare una rete di servizi socio-sanitari capaci di dare risposte adeguate in situazioni di emergenza e tutelare immediatamente le vittime di violenza.

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