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Miserere

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Miserere


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Ci fu un tempo, non molto lontano, che sul mio cammino solitario incontrai un “viaggiatore”. Occhi magnetici e al contempo ingannevoli; eppure, di lui, nulla ricordava. La sua memoria era paragonabile ad un lungo filo di cotone bianco senza nodi. Nulla dei propri ricordi confluiva nel fiume in piena che sgorgava, invece, dai suoi occhi consapevoli soltanto e unicamente, del suo lontano e vigile spirito.

Ascoltavo la sua voce inquieta e nell’udire il canto disperato della sua accantonata memoria, intuivo il suo malvagio e antico essere. Ciò che era stato in passato, non era lui nel proprio presente. Ali di rondine nel suo vivere attuale avevano sostituito le possenti e austere e antiche ali di aquila, che un tempo lo rendevano guerriero sanguinario e implacabile.

Il suo arcaico desiderio di sangue e di morte si era mutato in paura e interrogativo, in un’epoca del suo perpetuo vivere in cui, il giovane viaggiatore non aveva alcuna meta e nessuna ne intravedeva.

Al pozzo della sette strade lo incontrai e, assetato di sapere, mi chiedeva di indicargli la via smarrita.

Restai in silenzio, non ritrovando in me alcun potere di antica maestria che potesse bucare l’amnesia della sua precedente esistenza; eppure, la mia resiliente umiltà, aprì un varco verso l’oscurità dei suoi ricordi; e così iniziai a parlargli di ciò che di lui ricordavo, pur non avendolo mai conosciuto nel tempo presente.

Ci ritrovammo, inevitabilmente, in quel tempo lontano in cui al mio ruolo di vittima si anteponeva il suo di carnefice; l’uno contro l’altro; vita contro morte; bene e male.

Non abbassava mai lo sguardo il viaggiatore, durante il mio parlare, eppure, nel corrermi dietro, in quella corsa verso quell’antica identità perduta, mi chiese cosa ne sapessi io del bene e del male.

Quale stupore per la mia schematica mente, ritrovarmi al bivio originario, al centro delle due forze eterne: “cosa ne sapevo io del bene e del male”?

Sgomento; inquietudine; confusione: ogni mio dogma cedette innanzi alla più dura e invalicabile delle domande; quale la soluzione? Quale la chiave misterica da utilizzare per aprire e dissolvere tale astruso dilemma?

I suoi occhi continuavano a guardarmi; il suo smarrimento faceva vibrarmi il cuore; “chi ero io? Chi era lui?”.

Respirai; sospirai; alzai il capo al cielo e osservai le nuvole spostarsi, per il caparbio soffio del vento. Acquietai la mia animica agitazione e tornai alla quiete del mio spirito. Ebbi il coraggio di guardarlo ancora una volta negli occhi e, immergendomi nel più abissale cono marino di umiltà, gli sussurrai “miserere”.

Abbi pietà di me, fratello mio, per tutto quanto il male ingiusto, che umanamente mi hai inferto: io non sono Dio, e le cose, dall’altro lato del telaio, si guardano diversamente.

Il tuo perverso male corrisponde al mio eroico morire; il mio coraggio nell’ultim’ora della vita, è stata la tua condanna mortale.

Nessun vinto, nessun vincitore.
I nostri sguardi ci hanno legato per sempre, al di là del tempo e dello spazio; gli stessi occhi in cui le nostre ultime immagini si sono riflesse; ed è soltanto per pura percezione, che io, dapprima, ho riconosciuto te. Entrambi abbiamo soltanto scelto di essere, ciò che il nostro spirito ci ha chiesto di diventare nella umana esperienza; l’ultima parola spetta sempre a Dio, e al Tutto, del suo eterno Universo.

Le mie parole restituirono un flebile sorriso al viaggiatore e una nuova fiamma di vigore si accese nei suoi occhi. Lo salutai e mi voltai, per intraprendere la settima strada; ma prima di andarmene per sempre, il ramingo viaggiatore mi afferrò con forza la mano e, di nuovo al suo cospetto, mi guardò. Fissò i miei occhi, ora come allora, poi mi abbracciò.

Anime diverse, provenienti da spiriti affini, avevano superato la prova: l’equilibrio era ristabilito; bene e male, governati dalla legge antica del due.

Una sola parola sussurrata dal viaggiatore, al mio orecchio: “miserere”.

Tutto è compiuto.

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Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".