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Lettera a Berlino, di Ian McEwan

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Lettera a Berlino, di Ian McEwan


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Titolo: Lettera a Berlino
Autore: Ian McEwan
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili, Scrittori
Prezzo: € 10,50

Scrittore e sceneggiatore britannico. Esordisce con due raccolte di novelle, ‘Primo amore, ultimi riti’, 1975 – pubblicato da Einaudi nel 1979 con la traduzione di Stefania Bertola, e ‘Tra le lenzuola’, 1978 – edito da Einaudi nel 1982 sempre con la traduzione della Bertola, che ritraggono, in uno stile raffinato e impersonale, situazioni quotidiane, dominate tuttavia dall’ossessione per il sesso e segnate dalla morte.

Ian McEwanSesso, perversione e morte sono temi trattati anche nei primi romanzi, ‘Il giardino di cemento’, 1978, portato sul grande schermo nel 1993 dal regista Andrew Birkin con la nipote Charlotte Gainsbourg e tradotto dalla Bertola per Einaudi nel 1980, e ‘Cortesie per gli ospiti’, ‘The Comfort of Strangers’ 1981 – Eianudi 1983, tradotto in film nel 1991 dal regista Paul Schrader con Christopher Walken, Rupert Everett, Natasha Richardson ed Helen Mirren,, e diventano una metafora del vuoto di valori del mondo contemporaneo.

Nei romanzi successivi lo scrittore si interroga sulla natura delle relazioni e dei sentimenti, spesso estremi, nati in contesti esasperati. ‘Bambini nel tempo’, 1988 – Einaudi traduzione di Susanna Basso: la scrittura nervosa e asciutta di McEwan si apre in questo testo a improvvisi lampi di suggestiva liricità. ‘Lettera a Berlino’, 1990 – Einaudi, ancora tradotto da Susanna Basso, da cui John Schlesinger trasse nel 1993 il film ‘The Innocent’, con Anthony Hopkins e Isabella Rossellini. Del 1993 anche la storia di The Good Son di Joseph Ruben con Macaulay Culkin, Elijah Wood. ‘Cani neri‘, 1992, indaga, invece, l’impossibilità di conciliare religione e progresso scientifico, materialismo e metafisica.

Si ricordano poi ‘L’amore fatale’, 1997, ‘Enduring Love’, da cui l’omonimo film del 2004 di Roger Michell con Daniel Craig, ‘Amsterdam’, 1998, Booker Prize, ‘Espiazione, 2001 Atonement – nel 2007 divenuto un film di Joe Wright con James McAvoy e Keira Knightley, ‘Sabato’, 2005, ‘Chesil Beach’, 2007 a breve un film con la regia di Sam Mendes e la sceneggiatura dello stesso McEwan. Del 2011 è ‘Solar’. Nel 2012 esce ‘Miele’, nel 2014 La ballata di Adam Henry‘.

Alla sua produzione appartengono anche le raccolte di storie per bambini ‘Rose Bianche’, 1985, e ‘L’inventore dei sogni’, 1994.

McEwan ha scritto anche per la televisione. Nel 2017 ha vinto il Premio Bottari Lattes Grinzane per la sezione La Quercia, intitolato a Mario Lattes, editore, pittore, scrittore, scomparso nel 2001, dedicato a un autore internazionale che ha saputo raccogliere nel corso del tempo condivisi apprezzamenti di critica e di pubblico.

‘Lettera a Berlino’. Siamo a Berlino dopo la fine della seconda guerra mondiale, con i due schieramenti, quello americano e e il russo, che si fronteggiano prima della costruzione del muro di Berlino, per quella che è una spy story noir.

Il protagonista è Leonard, un tecnico inglese inviato a Berlino per partecipare alla costruzione del tunnel sotterraneo tra Ovest ed Est, per permettere agli inglesi ed americani di intercettare importanti conversazioni provenienti dal fronte russo della città e dirette al Cremlino.

Il titolo originale, ‘The innocent’, rende perfettamente il senso ed il contenuto del libro, nella traduzione italiana, invece, il titolo scelto è inspiegabile. Perché i personaggi innocenti sono diversi; in primo luogo Leonard, un tranquillo ragazzo inglese sporcato dalle esperienze vissute a Berlino, sia sul piano politico che personale.

Come per i rapporti tra vincitori e vinti sono emblematici i pensieri di Leonard quando si innamora di Maria, una giovane donna tedesca divorziata, che affronta la perdita dell’innocenza personale nell’omicidio dell’ex marito di lei, episodio che li dividerà per sempre. Sono pagine, queste, eccessivamente descrittive e “splatter” per i miei gusti, e ammetto di aver saltato alcune pagine. In definitiva, sono tutti innocenti prima che gli eventi li trasformino in altro; la guerra fredda e l’ambiente in qualche maniera sporcano tutti.

Era già chiaro, ma d’improvviso fu ancora più chiaro. Era uscito il sole e, pur non entrando direttamente nella stanza, la luce riflessa da nuvole gonfie ed enormi illuminava ogni angolo, ogni dettaglio – la tazza che aveva in mano, un titolo capovolto in caratteri gotici, sul tavolo, il cuoio nero delle scarpe che spuntavano dalla coperta.

Se anche d’un colpo fosse sparito tutto, avrebbero avuto parecchie difficoltà a ritornare al punto di partenza. Ma ciò che stavano per fare adesso l’avrebbe impedito per sempre. Perciò, sembrava talmente semplice in fondo, perciò stavano per commettere una cosa ingiusta. Ma ne avevano già parlato, non avevano fatto altro per tutta la notte. Maria gli dava le spalle, guardando fuori dalla finestra. Si era tolta i guanti. Teneva la punta delle dita appoggiate al tavolo. Aspettava che lui dicesse qualcosa. Leonard pronunciò il suo nome. Era stanco, ma si sforzò di dirlo come sempre, con il tono ascendente, interrogativo che usavano per richiamarsi alle istanze essenziali della vita, l’amore, il sesso, l’amicizia, la convivenza e così via. – Maria, – disse lui.

Riconoscendo il tono di voce, Maria si voltò. Aveva negli occhi uno sguardo disperato. Si strinse nelle spalle e Leonard seppe che aveva ragione. In quel modo sarebbe stato solo più duro.

Come in tutti i libri di McEwan, anche qui i protagonisti sono persone normali, con i loro chiaroscuri, uomini e donne che davanti al caso, o meglio, di fronte a situazioni particolari, tirano fuori qualcosa di sé che ignoravano di avere. La figura dei vari personaggi è ben delineata nel loro contesto storico e soprattutto ambientale: gli americani gioviali e sbruffoni, gli inglesi formali e un po’ tristi, i tedeschi rozzi, ubriaconi e ostili nei confronti delle potenze occupanti.

Con la consueta classe e la forma colta e perfetta che lo contraddistingue, McEwan ci racconta una storia che non mi ha coinvolta come le altre che ho letto; bisogna considerare, però, che si tratta di un libro precedente a ‘Espiazione’ e ‘La ballata di Adam Henry’, che invece ho amato, e la differenza si nota.

Una storia che in alcuni tratti ho trovato stereotipata ma che porta per mano il lettore negli schieramenti tipici del periodo storico di cui racconta: una Berlino con un muro virtuale, anche se non ancora fisico; non dimentichiamo che il libro è stato pubblicato nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, e si intuisce chiaramente l’intenzione dell’autore di raccontarne un pezzetto di storia.

Ma a differenza di altri suoi lavori, i personaggi sono tutti buoni, escluso il cattivissimo marito di Maria, ma è tipico di McEwan andare a fondo nell’essere umano, trovare il torbido e la parte negativa anche in persone apparentemente buone e perbene. In questo caso è delineata, in qualche modo, l’impunibilità in alcuni contesti, anche per reati gravi. Infatti, l’autore ci tiene a farci sapere, grazie ad una lettera che Maria scrive a Leonard nel finale del libro, che Maria è diventata presidentessa del club femminile parrocchiale “la donna e la Chiesa”. Entrambi, Maria e Leonard, hanno poi condotto una vita normale e borghese; solo in tarda età Leonard torna in una Berlino che vive la vigilia della caduta del muro, e ripercorre i luoghi vissuti nell’altra vita, ne ricorda tutti gli orrori ed errori commessi.

La trama
Nell’inverno del ’55 Berlino è ancora devastata nel corpo e nel cuore. È il tempo della guerra fredda, il tempo delle spie. Nella vita di Leonard Marnharm, il giovane tecnico inglese protagonista di questo romanzo, il “tunnel di Berlino” rappresenterà il luogo, reale e metaforico, di un viaggio apparentemente senza fine negli abissi dell’esistenza.
L’amore di Leonard per la tedesca Maria ha dapprima un sapore dolcissimo, ma c’è ancora nell’aria come un morbo latente di violenza, di disfacimento, che a poco a poco invade i pensieri, i gesti, le azioni quotidiane. Nel momento cruciale della sua esistenza, Leonard appare sopraffatto da una forza e da un orrore che lo trascendono.

Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.