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Governo del territorio, Rossi: ‘Toscana all’avanguardia’

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Enrico Rossi


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‘Alt consumo suolo e sviluppo di qualità’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

La Toscana è all’avanguardia in Italia nel governo del territorio. Nella precedente legislatura abbiamo prodotto una svolta profonda sia con la legge regionale 65 del 2014 sia con il Piano del Paesaggio del 2015. E ci opporremo a chi volesse riportarci indietro.

Adesso noi teniamo la barra dritta sull’obiettivo: da un lato basta consumo di suolo, e la legge fatta dimostra che facciamo sul serio, dall’altro sviluppo di qualità, indirizziamo i nostri sforzi sulla rigenerazione delle periferie e sulla ristrutturazione urbana.

Questo uno dei passaggi dell’intervento con cui il presidente Enrico Rossi ha chiuso la mattinata di lavoro al convegno “La nuova stagione del governo del territorio in Toscana” organizzato dalla Regione per fare il punto sull’applicazione delle nuove leggi e sui risultati prodotti nel governo del territorio.

Il nostro deve essere un serio investimento sul futuro. I dati dicono che la svolta si può fare.
A patto di non essere succubi degli interessi della rendita e degli speculatori. Noi ci auguriamo che a livello nazionale ci si ispiri a leggi simili a quelle della Toscana e si ponga fine a condoni o a proposte legislative, come quella in discussione ora in Parlamento, che ci riporterebbero indietro e contro cui noi ci opporremmo anche avvalendoci dei poteri del Titolo V della Costituzione.

Con la nostra legge tracciamo un perimetro rispetto a quello che è accaduto. Dentro questo perimetro non si consumerà più suolo ma si faranno altri interventi.

Questo perimetro non è da intendersi come una camicia di forza ma come una condizione per nuove opportunità. Sul merito degli interventi: gli indirizzi urbanistici, le scelte culturali, le dinamiche economiche, indagheremo sulle nuove opportunità che possono aprirsi.

Questo dibattito dovrebbe stare al centro della politica con il concorso degli urbanisti, degli architetti e delle categorie economiche.

In questo modo possiamo far nascere la pressione sociale e istituzionale che ci spinga a trovare soluzioni perché gli interventi all’interno di questo perimetro siano interessanti e attraenti. Idee da un lato, quindi, e concrete opportunità dall’altro.

Concludo con una piccola proposta e cioè: per produrre un avanzamento e un progresso su questo fronte è necessaria la crescita di una cultura diffusa della nostra identità territoriale e urbanistica. Per questo propongo di tradurre il Piano del Paesaggio in un linguaggio adatto ai ragazzi e consegnarlo alle scuole medie, per accompagnare dal basso una consapevolezza di quello che siamo e della nostra bellezza.