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Avvincente ‘Dux in scatola’ di Daniele Timpano

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Dux in scatola foto di Massimo Avenali


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L’opera riprende il martirio della salma del duce e il momento storico che segue la caduta del fascismo.

Ieri 11 novembre, ore 21:00 presso il TRAM, Via Port’Alba, 30, Napoli, la Compagnia Frosini/Timpano è andata in scena con ‘Dux in scatola – autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito’, drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano, collaborazione artistica Valentina Cannizzaro e Gabriele Linari, produzione amnesiA vivacE, in collaborazione con Rialto Santambrogio, Consorzio Ubusettete.

L’opera di Timpano non è né l’apologia del fascismo, né l’esaltazione della resistenza italiana. È il racconto di una salma martoriata, che ha subito ogni tipo di violazione e vilipendio, sbattuta da una parte all’altra d’Italia per i motivi più biechi: dalla strumentalizzazione, al possesso della reliquia quasi fosse un feticcio. Con il dato di non poco conto che il cadavere in questione è quello del Duce.

E Daniele Timpano in scena si muove proprio come ci si immagina i morti viventi, attaccati ai brandelli di carne e ai piccoli mucchi di ossa, con una loquacità sagace ed incalzante, a tratti ossessivo-compulsiva, a sottolineare sensazioni e stati d’animo inquietanti e turpi.

Durante la narrazione dei fatti storici, dall’uccisione di Benito Mussolini e dell’amante Claretta Petacci da parte dei partigiani, alla messa in mostra delle loro spoglie in Piazzale Loreto a Milano, fanno da sfondo i conflitti politici e ideologici di quegli anni a cavallo e successivi al secondo conflitto mondiale, arricchiti da aneddoti e cronache degli uomini del tempo. E non fa molta differenza che a parlare fossero uomini di destra o sinistra, partigiani o fascisti.

È morto quel cane tignoso

affermeranno i partigiani Luigi Longo e Sandro Pertini.

Con i negri non si fraternizza

Indro Montanelli a proposito della missione italiana in Etiopia.

Dalle osservazioni dei resti di Mussolini non viene alcun tipo di esaltazione per fazione politica o ideologica, né tantomeno trasalimento per essere stato in vita il corpo del leader fascista

Il più bello degli italiani.

Piuttosto empaticamente ci si trova a solidarizzare con un corpo torturato e che per anni non troverà pace dilaniato tra un loculo e l’altro d’Italia.

Mi hanno sparato, preso a calci, pisciato addosso, pestato, calpestato, messo in un furgone, fatto l’autopsia.

Il mio cervello è stato diviso in tre parti. Attualmente una di queste è a Washington.

E attenzione, non si tratta certo di simpatizzare per un dittatore, bensì di ritrovarsi a riflettere sul diritto naturale di rispettare i cadaveri, indipendentemente dal tipo di vita condotta.

Assolutamente acuta la difficoltà della salma di pronunciare la parola Repubblica, a sottolineare l’incapacità ancora attualissima degli italiani di vivere un sistema repubblicano; e l’affermazione

L’Italia è il Duce e il Duce è tutta l’Italia.

a rimarcare che i vertici di un sistema politico non sono altro che lo specchio stesso del popolo che quei vertici emana.

Magistrale, ironica e brillante sia la scrittura che l’interpretazione. Daniele Timpano è da solo in scena per tutta la durata dello spettacolo con la sola compagnia di un baule.

Intense le citazioni e i riferimenti agli esponenti del panorama culturale di quegli anni: Gadda e Marinetti.

Ben studiate le luci e perfetta le regia nel tenere insieme tutte le parti, ritmicamente complesse, dello spettacolo. Belli i colori anarco-comunisti della mise di Daniele Timpano, in doppiopetto nero e cravatta rossa.

Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.