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Palombari del nucleo SDAI di Napoli intervengono nel porto di Pozzuoli

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Marina Militare


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“Fatta brillare” una bomba d’aereo da 250 libbre della Seconda Guerra Mondiale

Riceviamo e pubblichiamo da MARICOMLOG di Napoli.

Ieri, 9 novembre, i Palombari del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare, COM.SUB.IN., hanno fatto “brillare” una bomba d’aereo statunitense del tipo DEMO, da 250 libre, con circa 120 kg. di tritolo al suo interno, risalente alla seconda Guerra Mondiale e rinvenuta nei giorni scorsi nel porto di Pozzuoli.
Segnalato alla Prefettura di Napoli da un operatore subacqueo civile su un fondale di circa 15 metri, il residuato bellico è stato spostato per il brillamento in una zona di sicurezza, individuata in accordo con l’Autorità Marittima locale, dal nucleo S.D.A.I., Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi, della Marina Militare di stanza a Napoli formato dai Palombari del Comsubin, dopo che la cittadinanza è stata prontamente allertata dalle locali autorità in merito alle attività in corso.

Questo intervento rappresenta una delle numerose attività che i Reparti Subacquei della Marina Militare conducono a salvaguardia della pubblica incolumità in molti porti e lungo tutte le coste italiane, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità, della navigazione e del normale e libero utilizzo di tutti gli approdi nazionali.

I residuati bellici infatti, anche se vecchi di oltre 70 anni, rappresentano sempre un pericolo e la modalità di “esplosione controllata” è il sistema sicuro per la bonifica.

Nel 2016 i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio agli inizi del mese di novembre 2017, ne hanno già neutralizzati oltre 20.400 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm che sono stati rimossi.

Con una storia di 168 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto – soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi – ed a favore della collettività.

Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato posso-no essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.