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‘Donne che corrono’ al Teatro Elicantropo

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'Donne che corrono'


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In scena dal 2 al 5 novembre a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

È un viaggio in cui ci si sente proiettati, trascinati, invischiati in una dimensione fisica, profonda, interna, quello di ‘Donne che corrono di JayBlue’, che debutterà, giovedì 2 novembre 2017 alle ore 21:00, repliche fino a domenica 5, al Teatro Elicantropo di Napoli, per la regia di Massimiliano Foà.
Presentato da Vernicefresca Teatro, l’allestimento vede in scena due donne, interpretate da Rossella Massari e Arianna Ricciardi, che si rincorrono, confrontano, incontrano, scontrano. Come vestali, girano tra il pubblico, osando ingannare, talvolta, anche la forza di gravità, e dispensano, sotto voce, parole, incompleti frammenti.

Tutto intorno è un tempo sospeso, un rimando disilluso e, poi, parte la corsa, poiché le donne sono sempre costrette a correre, inseguire, rispondere a modelli e cliché.

Corrono e si raccontano, corrono e, insieme, ridisegnano le tappe di una crescita, attraverso i passaggi, le fasi e la consapevolezza di essere femmine, adulte, autonome.
Senza mai fermarsi, si tuffano nel tappeto di foglie, vive, ammiccando alla necessità di proteggersi e di offendersi, di plasmarsi e non lasciarsi plasmare.

Le due donne, si cercano e si respingono, sono specchio riflesso, ma invidiano l’una la condizione dell’altra, con quell’inseguirsi e superarsi costante. Un dialogo generazionale, probabilmente, anche se annullato dall’universalità della bellezza che tutte e due, alte, bionde e non troppo diverse tra loro, incarnano.

Non sono solo parole enunciate in ‘Donne che corrono’, quelle di Jayblue che ha scritto il testo, ma anche quelle ugualmente poetiche e forti dei movimenti, delle scene, delle immagini costruiti dai loro corpi, spesso taciturni, ma in continua tensione.
Le due donne non riposano mai, corrono, come tutte le donne, costrette dietro schemi, preconcetti, necessità di essere come gli altri vogliono.

Gli stimoli letterari e quelli personali pregnano l’intero tessuto drammaturgico del testo, nutrendosi di testi e opere di riferimento come ‘Donne che corrono con i lupi’ di Clarissa Pinkola Estes, ‘Barbablu’ di Pina Baush, ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett e le poesie dell’esilio di Bertolt Brecht.

L’evolversi del percorso riporta il testo, composto di alcune parole e molte azioni, all’occhio del regista, uomo che scruta e indirizza un mondo tutto femminile, portando o cercando di esasperarne alcuni elementi o immagini.

Il senso di ‘Donne che corrono’ è proprio quel percorso, come lo spettacolo è il percorso, raccontato, anche quello, con chiarezza, a parole e nei fatti, dall’improvvisazione alla sua costruzione.

‘Donne che corrono’ di Jay Blue
Teatro Elicantropo
Vico Gerolomini, 3
Napoli
dal 2 al 5 novembre 2017

Inizio spettacoli:
ore 21:00 dal giovedì al sabato
ore 18:00 domenica

Info al:
349-1925942 mattina
081-296640 pomeriggio

‘Donne che corrono’ di Jay Blue
con Rossella Massari, Arianna Ricciardi
disegno luci Jessica Festa
regia Massimiliano Foà
durata della rappresentazione 45’ circa, senza intervallo

Corrono le Donne libere dei paesi cosiddetti evoluti. Corrono tra bisturi e silicone, tra giovinezze, magrezze, imperfezioni, diete e make-up. Corrono inciampando e neppure si accorgono di inciampare nelle loro stesse carni, nella pelle che si rifiuta di diventare plastica, nei loro stessi desideri scomposti.

Corrono come tante ballerine per avere la parte nello show della loro vita che sarebbe già loro, ma sembra che nessuno glielo abbia detto. Ah, che terribile dimenticanza…
E corrono disperatamente le Donne schiave e oppresse nei paesi cosiddetti arretrati, inseguite da stoffe, versi, lame, pietre, acidi e paure.

Le Donne devono correre, devono saltare, schivare, imparare a nascondersi, a fingere e a morire senza morire. Le Donne corrono nelle strade e nelle storie. Nelle città e nelle poesie. Nelle verità e nelle menzogne. Corrono senza riposo.

Davanti a loro c’è questa incredibile strada fatta di conoscenza e speranza che si trasmettono di bocca in bocca, di sguardo in sguardo, di mano in mano. Le vere Donne corrono lungo orli di gonne e ricami e favole e nessuno le vede se non vogliono essere viste, nessuno le sente.

Non hanno dimenticato chi sono, non hanno paura di esserlo. Corrono tra perline colorate e pagine di libri o magari si nascondono dietro immagini stinte o troppo colorate, possono apparire insignificanti o sembrare Imperatrici, comunque sono loro. Le Donne.

Corrono come lupi di notte nel bosco, con il fiato corto, con il dolore nel petto per la fatica. Corrono consapevolmente. Le più Vecchie aspettano le più Giovani sotto Alberi Antichi e tramandano canti, nonostante tutto, e ancora insegnano come si corre. E le Donne continuano a correre, senza fermarsi.
C’è una frontiera da superare, un’altra ancora. Non ci arrenderemo mai.

‘Donne che corrono’ è uno spettacolo che indaga l’universo femminile. Due donne si incontrano contendendosi lo stesso spazio vitale. Attraversando tutte le fasi della loro vita passano dalla sfida all’abbandono, dal giudizio subito alla non accettazione di sé.

Inizialmente in lotta tra loro giungono ad un reale confronto solo a seguito della presa di coscienza dell’apertura all’altro, dell’accettazione della diversità grazie al mettere al nudo se stessi, fisicamente e mentalmente, spogliandosi dai ruoli sociali, dagli stereotipi di genere, da una realtà che impone il dogma della dualità come unico metro di confronto. Ma questo non è facile.

I testi e le opere di riferimento sono ‘Donne che corrono con i lupi’ di Clarissa Pinkola Estes, ‘Barbablu’ di Pina Baush, ‘Aspettando Godot’ di Samuel Beckett e le poesie dell’esilio di Bertolt Brecht.

'Donne che corrono'