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Più di 230.000 campani affetti da psoriasi

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Psoriasi


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Il 28 e 29 ottobre gazebo informativi a Napoli per far luce sulla malattia

Riceviamo e pubblichiamo.

Sono oltre 230.000 i campani affetti da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia.

Per informare e sensibilizzare i cittadini, per far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, il 28 e il 29 ottobre saranno allestiti gazebo informativi a Napoli in Piazza Santa Caterina da Siena con i volontari ADIPSO, medici e volontari della Croce Rossa.

Gli specialisti saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è di un solo tipo. La più diffusa è quella “a placche”, 80-90% dei casi, ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate.

Una di queste è la “psoriasi invertita”, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate sotto le ascelle, sui genitali e sull’addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la “psoriasi guttata”, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto.

Esistono poi la “psoriasi pustolosa” e quella “eritrodermica”: la prima è caratterizzata da pustole anche molto localizzate, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora poca.

La maggior parte dei pazienti in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento, ex Psocare, dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica.

Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

Spiega il Dott. Raffaele Mozzillo, dell’ Ospedale San Gennaro di Napoli – Dermatologia:

Il malato di psoriasi spesso si fa prendere dallo sconforto perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far sì che questi non si arrenda e non cada in depressione – come succede nella maggior parte dei casi – abbandonando le terapie.

Per cui il nostro messaggio ai pazienti è questo: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare moltissimo le forme gravi di psoriasi. Ma soprattutto, nel momento della diagnosi non fatevi prendere dal panico: fatevi visitare perché quando si “intercetta” la malattia allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra terapia e fare la differenza.

Afferma Mara Maccarone, Presidente di ADIPSO:

Il risultato è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’80% dei casi.

Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a più di 5000 pazienti.

Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila.

Per questo è fondamentale creare una inversione di tendenza facendo tanta informazione: vogliamo colmare il grave gap di comunicazione e informazione tra chi soffre e chi può offrire le cure necessarie, per cui bisogna spronare i malati a recarsi nei centri di riferimento presenti sul territorio.

Questa “rete”, infatti, offre tutti i mezzi per curarsi a patto di non abbandonare i percorsi terapeutici che possono essere rimodulati sul paziente fino a trovare le cure più efficaci.

Tutte le info sulla Giornata sul sito www.adipso.org