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Aumentiamo le estrazioni di petrolio in Basilicata?

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In un intervista tenuta per il Corriere della Sera, il Premier Matteo Renza ha parlato delle vicende europee e nazionali. La giornalista ad un certo punto si concentra sulla doppia partita che il Presidente sta giocando contemporaneamente su due fronti, Italia ed Europa e lui risponde dicendo: “Nel piano sblocca Italia c’è un progetto molto serio sullo sbocco minerario. E’ impossibile andare a parlare di energia ed ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia ed in Basilicata. Io mi vergogno di andare a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell’accordo Gazprom o di South Stream, quando potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40 mila persone e non lo si fa per paura delle reazioni di tre o quattro comitatini“.

Renzi quindi parla della Basilicata e della volontà di raddoppiare la produzione del petrolio, attualmente si estraggono circa  85 mila barili al giorno anche se, con il nuovo piano di negoziazione, si prevede di arrivare a 130 mila barili al giorno. Questa regione di cui quasi nessuno parla estrae l’82% del petrolio italiano. La Val d’Agri è il più grande giacimento di petrolio dell’Europa continentale, la Basilicata è al 4º posto fra i paesi europei produttori di petrolio ed al 49º come produttore mondiale pari allo 0,1% del totale della produzione mondiale. Questo ci fa capire come questo tema, a livello regionale, diventi molto scottante: da Viggiano alla Val d’Agri, al Metapontino fino ad arrivare a via Verrastro a Potenza, sede della regione, il cui Presidente Marcello Pittella sta cercando di sottrarre le royalties del petrolio dal Patto di stabilità. Proprio le royalties sono un altro tema cruciale,visto che solo in Basilicata queste sono quotate al 7%  per ogni barile, mentre in Medio Oriente si arriva a parlare anche dell’80% su ogni barile. 

La risposta del presidente Pittella non si è fatta attendere: ” mi sembra utile spostare tutte le questioni in termini europei, ma chiarisce, lo Stato ha un debito nei confronti della Basilicata in termini di risorse energetiche”, ovvero prima di parlare di qualsiasi altra cosa, Pittella chiede che lo Stato ripaghi alla regione tutto ciò che è stato e per le promesse fatte in termini di infrastrutture e posti di lavoro.

Ovviamente non c’è nulla di concreto. Sono solo parole, per ora. Ma, comitatucci a parte, il Premier, così come il Presidente della regione Pittella dovrebbero tenere in considerazione, almeno per una volta, l’opinione di quei cittadini che oramai da anni cercano di fermare le estrazioni e la costruzione di nuovi pozzi. Fino ad ora  questi pozzi  hanno portato non posti di lavoro, visto che le multinazionali come Eni,Total,Shell preferiscono impiegare la propria manodopera per impattare i costi di formazione per  personale non qualificato, ma solo inquinamento e fallimento di tutti quei contadini ed aziende, le quali in una regione votata all’agricoltura come la Basilicata, fondano il loro sostentamento sul lavoro dei terreni. Inoltre sarà un caso che in una regione così piccola si hanno tassi molto alti di mortalità la cui causa principale è rappresentata dal cancro?! Ai posteri l’ardua sentenza.

Monica De Lucia

Autore Monica De Lucia

Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.