Ho sempre ritenuto che chiunque appartenga alla specie umana, senza distinzione di sesso, di età o per qualsiasi condizione, sia quell’elemento a se stante con il diritto ed il dovere di far parte di un gruppo o di una comunità anche in assenza di elementi di comunanza. Non fosse altro che per il riconoscimento dell’appartenenza all’umana umanità. Questo concetto, erto a Valore, è per me è quello identificativo della Persona.
E la Persona, intesa come riferimento, esiste o forse, meglio detto, dovrebbe esistere parlando, agendo con sincerità e franchezza. Manifestando il senso dell’onore, in primis verso la Persona stessa, rifuggendo insieme la finzione ed il tradimento.
Questo, ritengo, non è solo un comportamento, bensì è un Valore che connota l’Essere Leale.
Questa premessa ha scatenato una serie di riflessioni nei rapporti tra la Persona e la Nazione, la Patria come anche lo Stato e che giungeranno @ssaggio dopo @ssaggio fino al Lealismo.
Il termine Nazione deriva dal latino natio -onis, ed origina dal participio natus di nascere ed indica fin dalla sua origine il luogo da cui si ha origine. Ovvero quell’ampio spazio ove si realizza un complesso di persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia, di religione.
È a questo che facciamo risalire il fondamento di ius sanguini? Luogo in cui costoro hanno coscienza di ciò, e questo anche indipendentemente dalla realizzazione di questo spazio in unità politica. Ed al tempo stesso, con il linguaggio della politica internazionale, è in uso Nazione anche per intendere il luogo di una comunanza che supera i confini di uno Stato.
Questo è ciò che è Nazione. Tuttavia questo termine è stato malamente usato sino a destinargli significazioni paradossali.
Troppi concepiscono la Nazione come quel gruppo unito da un “legame naturale ed eterno”, base inequivocabile della costruzione della struttura politica di potere, potere statale, e della conseguente partecipazione o esclusione alla stessa.
È per tale ragione che si è sviluppato, proprio in Italia, il concetto di “fuoriuscito”. Il fuoriuscito era una persona che per il suo essere pensante e per l’esercizio del suo pensare era costretto a porsi oltre il confine. Costui era da colpire e poteva esser fatto proprio per la “Legge sui fuoriusciti” proposta da Rocco il 28 novembre del 1925 nell’era fascista.
È su questa idea di “legame naturale ed eterno” che si fondano alcuni dei peggiori –ismo della Storia.
Molti altri, intendono la Nazione come “persona collettiva”, una sorte di organismo che vive di una vita propria diversa da quella dei singoli e che coinciderebbe con l’appartenenza, per caratteristica, ad un gruppo. Questo collettivismo, ovvero la condizione che raccoglie più persone facendone un tutto al singolare, non ammette comportamenti discostanti o la spontaneità della singola Persona.
È proprio su questa idea di “persona collettiva” che si fondano altri peggiori –ismo della Storia.
Le derive scaturite da queste due concezioni di Nazione hanno caratterizzato più degli ultimi 200 anni di Storia. Non la Storia del Progresso dell’Umanità bensì la Storia della Sofferenza Umana.
Una Storia rossa di sangue e nera di polvere da sparo.
Una Storia di esclusioni, conflitti, guerre e di pulizie etniche. Una Storia di mutilazioni e lutti.
Ciò per il dilagato concetto di Nazione intesa come massima espressione del particolarismo.
Ed ancora si assiste alla rivendicazione di “piccole nazioni” come tentativo di conferire dignità nazionale, e quindi politica, ad un regionalismo che non ha altro fondamento che la tradizione dialettale.
Non è tempo del dialetto campanilistico, ma della dialettica istituzionale.
Autore Alfredo Marinelli
Alfredo Marinelli è Professore di Oncologia presso l’Università Federico II di Napoli, nonché docente e componente del board scientifico dell’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale “Luigi De Marchi” di Roma. Oltre che di pubblicazioni scientifiche è coautore di testi universitari per Mcgrow Hill et al. È componente del Grande Oriente d’Italia – Massoneria Universale. Profilo ed attività presenti su www.Linkedin.com