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Procura riapre le indagini sul delitto Biagi.

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Tra le centinai di carte e documenti ritrovati “nell’archivio di Scajola” , arrestato nei primi di maggio con l’accusa di aver coperto e favorito la latitanza di Matacena, imprenditore calabrese affiliato all’ ‘ndrangheta,  sono stati trovati documenti importanti che aprirebbero un nuovo scenario intorno alla morte di Marco Biagi. 

Marco Biagi, giuslavorista italiano e docente di diritto del lavoro, morto il 19 marzo 2002 per mano delle Nuove Brigate Rosse, le quali giustificarono con un comunicato questa impresa, scrivendo che la loro nuova linea di azione prevedeva  di colpire persone considerate  “servi dello Stato”, in particolare coloro che  erano legati a progetti di ristrutturazione del mercato del lavoro; e Marco Biagi rientrò per questo nei loro obbiettivi.

Gli inquirenti hanno trovato una lettera di un politico vicino a Biagi, spedita pochi giorni prima della sua morte, nella quale si facevano pressioni  sul Ministero dell’Interno e quindi su Scajola,  per poter assegnare la scorta a  Biagi, visto che le minacce nei suoi confronti diventavano sempre più serie. Questa lettera risulterebbe vistata da Scajola, il quale però nega di esser stato informato all’epoca sul reale pericolo in cui il giuslavorista si trovava.

Da queste rivelazioni la Procura di Bologna ha deciso di riaprire l’inchiesta sull’omicidio Biagi, l’accusa è di omicidio per ommissione. Si sta indagando,ora, sui comportamenti di funzionari di Stato che decisero di  revocare la scorta al professore. Il procuratore ,Roberto Alfonso, ha avanzato l’ipotesi che chi sapeva delle minacce a Biagi non fece ciò che era relamente in suo potere per proteggerlo. 

Monica De Lucia.

 

Autore Monica De Lucia

Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.