Home Rubriche Risvegli Le aquile non volano a stormi

Le aquile non volano a stormi

7899
Le aquile non volano a stormi


Download PDF

Giorni e mesi corrono veloci,
la strada è oscura e incerta,
e temo di offuscarmi.

Qualche anno fa il noto cantautore e “Maestro” Franco Battiato, compose una melodia, il cui testo, maturo e consapevole, aveva come titolo “Le aquile non volano a stormi“.

Nell’analizzare la caducità del passaggio frettoloso del tempo, Battiato pone al centro della sua opera il cammino dell’Uomo, che si inoltra per sentieri oscuri e incerti, con il timore di annebbiare i propri sensi e la sua lucidità intellettuale.

Come non comprendere, in questi brevi passaggi, la scelta dell’Uomo di sganciarsi dagli stereotipi sociali e magnificamente globalizzati da chi promuove e sostiene l’appiattimento mentale e soprattutto spirituale dell’Umanità.

Una presa di coscienza, quella con cui il “Maestro” onera l’Uomo che intende seguire le proprie “pulsioni interiori”, che a primo acchito identifica quasi come un malessere esistenziale.

Sganciandosi dall’imposizione esterna della sua involuzione, l’Uomo, “nato per la seconda volta“, si avventura verso nuovi sentieri in cerca della sua “Origine“.

Sa di contare sulle sue sole forze spirituali e mentali, ma al contempo, nell’attingere “conoscenza” dalla propria fonte interiore di “sapienza”, si affida ai consigli degli “antichi saggi”, al proprio cuore, ben consapevole che dovrà attraversare l’oscuro e tenebroso portale del Male.

Comprende, intuitivamente, che soltanto nel suo personale ed intimo silenzio, potrà rivelare a se stesso i segreti universali che la scelta intrapresa gli dona incondizionatamente.

Ecco, in questo punto, al di là dell’incomprensibile tempo e spazio, Battiato identifica il suo Uomo con l’aquila: solitaria, fiera e dignitosa, che dalle sue alture raggiunte con il sacrificio e la fatica, in continuo e perpetuo movimento, costantemente a secernere le scorie di un dogmatismo illo tempore inoculatele, non vola a stormi, bensì solinga e raminga in cerca della sua verità interiore e spirituale.

Non si mescola alle masse l’aquila e, per questo, temuta e schivata dai suoi simili che hanno preferito l’abitudine al cammino verso il cosmo e alle sue “energie”; simili, ma non eguali e, pertanto, sordi al silenzioso rumore della “Luce”, che hanno preferito non accogliere.

Fiera, dall’apparenza altera, accusando i colpi del vento dell’incostanza e dell’impazienza, l’aquila continua il suo cammino verso l’origine da cui proviene ogni goccia infinitesimale del suo essere.

Sa di non poter tornare indietro, rimpiangendo quasi la strada smarrita, ma continuando nell’incerto e oscuro cammino, ritrova inspiegabilmente il proprio senso, attraverso il respiro.

È una legge cosmica, universale: gli “eletti” verso la vera “Luce” sono pochi e questo l’Invisibile lo sa.

Alle masse non resta altro che ammirare il volo solitario e regale dell’aquila

Vivo è il rimpianto della via smarrita,
nell’incerto cammino del ritorno.

Grazie “Maestro”.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".